In preghiera per il Sinodo

Si apre oggi il sinodo dei vescovi dedicato ai giovani.

Al Sinodo (3-28 ottobre), sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, prenderanno parte 266 padri sinodali. Fra di loro anche 36 giovani tra 18 e 29 anni, scelti in rappresentanza dei diversi continenti e delle diverse categorie interessate (seminari, ordini religiosi, associazioni, pastorale giovanile).

Perché un sinodo sui giovani?

«La Chiesa – si può leggere nel documento preparatorio del Sinodo – ha deciso di interrogarsi su come accompagnare i giovani a riconoscere e accogliere la chiamata all’amore e alla vita in pienezza, e anche di chiedere ai giovani stessi di aiutarla a identificare le modalità oggi più efficaci per annunciare la Buona Notizia. Attraverso i giovani, la Chiesa potrà percepire la voce del Signore che risuona anche oggi».

Perché ascoltare i giovani?

Mons. Tardelli, qualche mese fa, in un’intervista dedicata al sinodo affermava: «I giovani non sono un “problema”: sono una meravigliosa realtà di cui dovremmo esser grati al Signore e che dovremmo amare come una sua consolazione. In realtà il problema siamo noi, abbarbicati al nostro potere, alla presunta saggezza degli anni accumulati sulle spalle. In fondo, abbiamo paura che i giovani ci prendano il posto e per questo non gli diamo fiducia, dimostrando in sostanza che non li vogliamo. È così purtroppo anche per la chiesa: non sempre siamo disposti ad accoglierli e a lasciarli esprimere con il loro desiderio di vivere e di ridere, col loro modo di pensare e di sentire, accettando con buona pace che non rientrino nei nostri schemi ideologici.

Io credo che i giovani ci pongano una domanda imbarazzante: la società ci vuole? Ci amate, ci desiderate, ci rispettate?»

Con quale credibilità i vescovi possono parlare ai giovani oggi?

La chiesa degli scandali e degli abusi non chiede forse di interrogarsi in primo luogo, e con una certa urgenza, sull’identità del sacerdote in un tempo di profonda crisi? Non sarebbe stato meglio rimandare il sinodo sui giovani a tempi migliori? La proposta è arrivata dagli Stati Uniti, formulata in una lettera inviata a Papa Francesco dal vescovo di Philadelphia qualche settimana fa.
Il dubbio è legittimo, ma francamente lascia anche un po’ perplessi. Non soltanto perché il sinodo era ormai alle porte, ma anche perché al sinodo dei giovani la Chiesa arriva dopo una lunga preparazione e un coinvolgimento così diffuso che non ha molti precedenti. Il lavoro dei vescovi sarà sicuramente centrale, ma a partire da quanto gli stessi giovani hanno potuto esprimere. Nè saranno soli a comporre una sintesi e una riflessione.
Il sinodo, infatti, è la grande occasione in cui la voce dei giovani risuona con forza nella chiesa. Una voce che arriva dai giovani cattolici, ma non solo, perché – come papa Francesco ha spesso ripetuto – il sinodo è il sinodo di tutti i giovani. Che cosa hanno da dire i giovani alla Chiesa? Non sono forse, prima ancora di esserne il futuro, Chiesa anche loro?

Recentemente, al convegno regionale vocazionale toscano, don Michele Gianola, direttore dell’Ufficio per le vocazioni della Chiesa Cattolica ha ricordato ai presenti l’intervento che una giovane studentessa, Martina di 24 anni, ha rivolto a Papa Francesco in occasione della Giornata dei giovani italiani. Vale forse la pena ripercorrerlo.

«Abbiamo bisogno di punti di riferimento, appassionati e solidali. Non pensa che all’orizzonte siano rare le figure di adulti davvero stimolanti? Perché gli adulti stanno perdendo il senso della società, dell’aiuto reciproco, dell’impegno per il mondo e nelle relazioni? Perché questo tocca qualche volta anche i preti e gli educatori? Io credo che valga sempre la pena di essere madri, padri, amici, fratelli…per la vita! E non voglio smettere di crederci!».

Viene da pensare che il Sinodo sia propria l’opportunità per lasciarsi scomodare da queste domande. Una chiesa fragile e incidentata, impantanata nelle polemiche e in un pensiero -e forse anche in uno zelo- troppo mondano, ha forse una buona occasione per ritrovare se stessa e le ragioni della sua missione e bellezza.

Tutti possiamo accompagnare il Sinodo con la nostra preghiera. L’ufficio di Pastorale giovanile diocesano ricorda infatti la preghiera preparata per l’occasione.




Linguaggi del divino 2018: un vocabolario ‘originario’

Rinascere dall’alto. Sono le parole che Gesù, in un colloquio notturno dettato dalla curiosità e un certo timore, rivolge a Nicodemo. Un dialogo dove l’inquietudine di quest’uomo pio e ormai un po’ invecchiato nelle proprie certezze fatica a entrare nella proposta di Cristo. Eppure, con i suoi tentennamenti, le sue paure, ma anche per la sua apertura e il suo desiderio sincero di verità, la figura di Nicodemo resta simpatica. Alla morte di Gesù lo ritroviamo pronto a recuperare e onorarne il corpo: una delicatezza dietro cui la sua figura sparisce, non sappiamo se ormai pienamente ‘convertita’, ancora incredula o in cammino. A Nicodemo, protagonista ‘della soglia’, Gesù consegna un vocabolario fondamentale. Un vocabolario fatto di parole ‘originarie’, che stanno dentro la vicenda dell’uomo, ma che – allo stesso tempo – assumono una densità sempre sorprendente.

Oggi più che mai abbiamo bisogno di scoprire la densità di queste parole originarie che ridicono l’uomo all’uomo e, allo stesso tempo, aprono al ‘di più’ che invoca l’esistenza umana. Il recente Instrumentum Laboris del sinodo dei Giovani, è un’osservatorio significativo sull’atteggiamento odierno riguardo queste parole originarie. Lo rappresenta perché sintetizza le testimonianze di giovani di tutto il mondo, raccolte attraverso questionari scritti e online, ma anche discusse insieme dai giovani in un pre-sinodo svoltosi nel marzo scorso. Un’inchiesta planetaria che supera i confini della chiesa cattolica, aperta alle altre confessioni cristiane, ma anche a giovani non credenti o non inquadrabili nelle categorie tradizionali. I giovani – vi si legge – «in generale si dichiarano aperti alla spiritualità, anche se il sacro risulta spesso separato dalla vita quotidiana. Molti ritengono la religione una questione privata e si considerano spirituali ma non religiosi (nel senso di appartenenti a una confessione religiosa). La religione non è più vista come la via di accesso privilegiata al senso della vita, ed è affiancata e talvolta rimpiazzata da ideologie e altre correnti di pensiero, o dal successo personale o professionale» (n. 29).

Lo scollamento significativo – e drammatico- tra spiritualità e vita, tra religione e ricerca di senso sono passaggi emblematici su cui vale la pena riflettere. Così come l’appiattimento orizzontale delle risposte, spesso fragili e dal fiato corto, chiuse in una prospettiva privata se non individualistica. È il segno che si è perso di vista il vocabolario ‘base’ per la ricucire le attese e le aperture del cuore, come della mente, alla proposta spirituale.

«In alcune parti del mondo vi è una spontanea apertura alla trascendenza; in altre, dominate da un “umanesimo esclusivo”, la richiesta alla Chiesa è di essere mistica, capace di aprire spiragli di trascendenza nella vita di uomini e donne. Per questo alcuni vedono la liturgia come occasione di profezia. Infine, è forte la richiesta di radicalità» (n. 72). «In un tempo di confusione molti giovani si rendono conto che solo la preghiera, il silenzio e la contemplazione offrono il giusto “orizzonte di trascendenza” entro cui poter maturare scelte autentiche» (n. 183). Forse aveva proprio ragione Karl Rahner, celebre teologo gesuita, quando affermava che «il cristiano del futuro o sarà mistico o non sarà neppure cristiano» (Nuovi saggi, Roma 1968, p. 24). E il futuro, ci pare, lo ritroviamo anche nel ‘vocabolario’ che Gesù consegna a Nicodemo.

«Rinascere». «Come può nascere un uomo quando è vecchio?» (Gv 3, 4). Quale tensione si agita dentro il desiderio di ‘rinascere’?

«Alto». «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio» (Gv 3,3). Cosa cerca il nostro sguardo oltre l’orizzonte di questo mondo?

«Cielo». Incatenato alla terra, l’uomo sente che il cuore cerca il cielo. «Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo?» (Gv 3,12). Quale meraviglia che ‘supera’ l’uomo può ancora sorprenderci?

«Luce». «La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie» (Gv 3,19). Quale ‘luce’ rischiara la vita?

«Spirito». «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio» (Gv 3,5).

«Carne». Ecco un’altra parola chiave. «Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito» (Gv 3,6). Carne che indica il limite e la materialità irriducibile dell’uomo, che ha fame, sete, sonno, sessualità, sensibilità.

«Sentire/voce». «Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito» (Gv 3,8). C’è un sentire che non può essere svalutato, un ascolto che va in profondità e che pure si affaccia sul mistero.

L’edizione dei linguaggi del divino 2018 intende prendere sul serio questo vocabolario. Sarà possibile ripercorrerlo attraverso la voce di personalità significative del pensiero e della spiritualità di oggi.  Otto incontri, più tre eventi straordinari si dipaneranno in tutto il mese di ottobre (5 -22).

L’apertura, venerdì 5 ottobre alle ore 17.30 presso il Battistero di San Giovanni in Corte, sarà affidata a padre Bernardo Gianni, abate di San Miniato al Monte (Firenze), testimone significativo di una spiritualità che dialoga con le “cose della terra” e conosce bene il cuore dell’uomo. Seguirà, alle 21, la presentazione del libro fotografico di Mariangela Montanari “Ubi amor, ibi oculus”: un suggestivo racconto per immagini in cui lo sguardo riesce a cogliere l’oltre dentro la realtà. La prima settimana si chiude con domenica 7 ottobre ore 17.30 presso la Sala Capitolare del Convento San Francesco con Guidalberto Bormolini che affronterà l’affascinante e drammatico sguardo dell’uomo di fronte alla morte, tra desiderio di rinascita e spiritualità. Solo l’inizio di un denso e affascinante percorso.

U. F.

PER INFORMAZIONI

Pagina fb:  @ilinguaggideldivino – @diocesipistoia

Twitter: diocesi di Pistoia

ilinguaggideldivino@diocesipistoia.it




Istituto Musicale Diocesano: iscrizioni aperte!

L’Istituto Musicale Diocesano “Don Lodovico Giustini” ha come scopo fondamentale la preparazione di musicisti disponibili per il servizio liturgico, specialmente per la Messa.

Lo struttura didattica è, comunque, quella di una normale scuola di musica. Si comincia con l’apprendimento della teoria musicale (il cosiddetto “solfeggio”) e si prosegue, anche in contemporanea, se chi si iscrive ha sufficienti cognizioni, con uno strumento o con il canto.

I corsi già funzionanti sono, oltre al solfeggio, quelli di organo, pianoforte, clavicembalo, flauto diritto, flauto traverso, canto. Se vi saranno almeno 3 iscritti, apriremo anche le classi di violino e di violoncello. La stessa modalità è prevista per il corso di canto gregoriano.

L’iscrizione può essere effettuata inviando per e-mail ( info@istitutogiustini.it ) alla scuola la propria richiesta, contenente le necessarie informazioni; nome, cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono e corso scelto (ci si può iscrivere anche a più corsi).

I corsi si terranno dal lunedì 22 ottobre 2018 al venerdì 14 giugno 2019, interrotti dalle vacanze di Natale di Pasqua e dalle altre festività. Essi hanno luogo dal lunedì al venerdì, in genere nel pomeriggio, ma con possibilità di concordare altro orario.

Mons. Umberto Pineschi

 

Visita il sito e iscriviti!
www.istitutogiustini.it

CORSI INDIVIDUALI (1 ora settimanale)

Armonia e contrappunto
Clavicembalo
Organo
Pianoforte
Flauto
Violino
Violoncello
Canto

CORSI COLLETTIVI (1 ora settimanale)

Teoria musicale e solfeggio
Armonia
Canto gregoriano

Quote associative

CORSI INDIVIDUALI: € 70 ogni 4 lezioni
CORSI COLLETTIVI: € 25 ogni 4 lezioni




i linguaggi del divino – rinascere dall’alto

Programma | 5-22 ottobre 2018

Scopri la traccia di “Rinascere dall’alto” (pdf)

Programma completo (pdf)

BERNARDO GIANNI

Abate Abbazia di San Miniato al Monte

VENERDÌ 5 OTTOBRE ORE 17.30 – Battistero di San Giovanni in Corte

In dialogo con Nicodemo

Una riflessione sul tema della spiritualità in una prospettiva dialogica con le “cose della terra”, cioè la complessità del reale.  Un’occasione per «agganciarsi costantemente agli interrogativi essenziali che danno il senso al nostro credere e alla nostra responsabilità».

BERNARDO GIANNI
Padre Bernardo Francesco Maria Gianni, fiorentino, è Abate dell’Abbazia di San Miniato al Monte dove anima una intensa attività spirituale e culturale e dove ha creato l’associazione ‘La stanza accanto’ che riunisce le famiglie che hanno perso un figlio.
È consigliere del Centro storico benedettino italiano, membro della direzione editoriale della rivista di cultura monastica ‘l’ Ulivo’ e del comitato dei garanti della Fondazione Ezio Franceschini di Firenze dove
aveva compiuto studi in ambito medievale e umanistico.
Collabora con la Società internazionale per lo studio del Medioevo latino e con la rivista ‘Medioevo latino’.

MARIANGELA MONTANARI

Fotografa

VENERDÌ 5 OTTOBRE ORE 21.00 – BATTISTERO DI SAN GIOVANNI IN CORTE

Il cielo sulla terra

Presentazione di: «Ubi amor ibi oculus». Nei 1000 anni dalla fondazione dell’Abbazia di San Miniato.

MARIANGELA MONTANARI
Mariangela Montanari è nata a Roma nel 1958. Laureata in Giurisprudenza presso l’Università di Roma «La Sapienza», ha svolto la sua attività professionale prima nel ramo giuridico, quindi nel settore bancario.
Ha illustrato «La traccia», documento preparatorio del 5° Convegno Ecclesiale Nazionale svoltosi a Firenze nel novembre 2015.
Nello stesso anno ha curato e illustrato il volume «Trasfigurare», edito da LEF.

GUIDALBERTO BORMOLINI

Monaco e sacerdote

DOMENICA 7 OTTOBRE ORE 17.30 | CONVENTO DI SAN FRANCESCO – SALA CAPITOLARE

L’uomo di fronte alla morte. Desiderio di rinascita e spiritualità

Le grandi domande dell’uomo di fronte alla morte e le proposte delle diverse tradizioni spirituali e religiose.

GUIDALBERTO BORMOLINI

Padre Guidalberto Bormolini appartiene alla comunità dei Ricostruttori nella preghiera.

Ha studiato alla Pontificia Università Gregoriana e in seguito ha conseguito la Licenza in Antropologia teologica.
Dal 2012 è dottorando in Teologia spirituale monastica presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo a Roma.
È docente al Master «End life» dell’Università di Padova.

Guida numerosi ritiri ed esercizi spirituali, dedicandosi soprattutto ai giovani e al dialogo con i «lontani» e i non credenti, collabora con numerose riviste e pubblica saggi su ascesi e spiritualità.

È membro del Comitato di redazione della Rivista di Ascetica e Mistica.
È ideatore e co-direttore con Paolo Trianni della collana Centro Studi Cristiani Vegetariani presso le Edizioni Messaggero di Padova.

PAOLO RODARI e ANTONELLA LUMINI

GIOVEDÌ 11 OTTOBRE ORE 17.30 | CONVENTO DI SAN DOMENICO – SALA CONFERENZE

Nascere da acqua e Spirito

«C’è chi ha difficoltà a esprimersi e impara ad ascoltarsi interiormente. C’è chi sente subito il bisogno di parlare. C’è chi all’inizio non riesce a dire nulla poi, piano piano, si apre. Le reazioni sono diverse, l’importante è percepire che il silenzio è abitato dallo Spirito Santo, che avvolge, scava, risveglia la nostra scintilla interiore».
(Antonella Lumini)

PAOLO RODARI
Mi chiamo Paolo Rodari, sono un giornalista di Repubblica.
Da diversi anni vivo a Roma.

Dopo la laurea in scienze politiche all’Università Cattolica di Milano ho ottenuto il baccalaureato in filosofia e teologia presso l’Università Lateranense a Roma e successivamente la licenza in teologia fondamentale presso l’Università Gregoriana.
Ho iniziato l’attività giornalistica al Riformista. Nel 2009 sono passato al Foglio e nel 2013 a Repubblica dove tuttora lavoro con incarico di vaticanista. (fonte: http://www.paolorodari.com )

ANTONELLA LUMINI
Impiegata part-time alla Biblioteca Nazionale di Firenze dov’è nata, Antonella Lumini (1952) è una mistica dei nostri giorni.
Vive da eremita urbana e dopo lunghi anni di silenzio ha pubblicato «Memoria profonda e risveglio» (Lef 2008), «Dio è madre» (Intento 2013) nei quali parla dell’avvicinarsi del ritorno di Cristo con parole miti e ardenti e, assieme al giornalista Paolo Rodari, «La custode del silenzio» (2016).

JOSHUA WAHLEN e ALESSANDRO SEIDITA

GIOVEDÌ 11 OTTOBRE ORE 21.00 | CONVENTO DI SAN DOMENICO – SALA CONFERENZE

proiezione del documentario:
Voci dal Silenzio

Un percorso a ritroso verso le radici dell’esistenza, lo stimolo concreto a riequilibrare il nostro modo di stare al mondo.

JOSHUA WAHLEN

Nato a Palermo, si laurea con lode e menzione al D.a.m.s. discutendo una tesi sui linguaggi multimediali e la videoarte. Nel 2009 si specializza in tecniche audiovisive al Virtual Reality e Multi Media Park di Torino.
Nel 2010 è Morando Morandini a conferirgli il premio Mind The Difference per «L’approsimatio in Tempora», cortometraggio sperimentale realizzato con Alessandro Seidita. Sempre nel 2010, i due autori presentano «Non Tentarmi», 1° premio al XXXVIII Concorso Video Cinema & Scuola.
Nel 2011 firma, con G. Farinetti e M. Morea, «Lo Darrier Don», un breve mockumentary in lingua occitana premiato al Piemonte Documenteur Festival.
Nel 2014 pubblica il documentario «Viaggio a Sud – Indagine in Sicilia», firmandone la regia con Alessandro Seidita e avvia le riprese di «Corrispondenze», un nuovo docufilm sulla Sicilia che coinvolge i detenuti della Casa di Reclusione di Noto.

ALESSANDRO SEIDITA
Nato a Palermo, si laurea con lode Comunicazione trattando una tesi sulle tecniche di trasformazione dell’Io nel percorso psicanalitico. Dopo la laurea si trasferisce a Torino per approfondire i suoi studi di antropologia.
Nel 2011 firma il suo primo lavoro filmico con Joshua Wahlen. Da quella esperienza nasce il progetto «Jurodivye». Nel 2012 intraprende un lungo viaggio in Asia per approfondire gli studi sulla mistica e sulle tecniche di meditazione. Al suo ritorno collabora alla progettazione dell’Associazione Ecoesistere, presso la Nave dei Boschi (Prarostino), laboratorio di Cohousing sociale e centro di ricerca spirituale. In Sicilia, firma con Joshua Wahlen due lungometraggi:Viaggio «Viaggio a Sud –

Indagine in Sicilia (2014) e «Corrispondenze» (2015).

Attualmente si occupa di percorsi di arte-terapia all’interno delle case di reclusione e delle strutture ospedaliere.

ERMES RONCHI

Teologo e sacerdote

VENERDÌ 12 OTTOBRE ORE 17.30 | CONVENTO DI SAN DOMENICO – SALA CONFERENZE

Le nude domande del Vangelo

«Il vero maestro, esegeta è interprete del desiderio, ci insegna a non accontentarci, insegna fame di cielo».
«Vera formazione non consiste nell’insegnare le regole della navigazione, ma nel trasmettere la passione per il mare aperto, il desiderio di navigare oltre, passione d’altomare».
(Ermes Ronchi)

ERMES RONCHI
Ermes Ronchi, frate dell’Ordine dei Servi di Santa Maria, è nato nel 1947 a Racchiuso di Attimis in Friuli (UD).
Ha conseguito due dottorati: in Storia delle religioni con specializzazione in Antropologia culturale (alla Sorbona) e in Scienze Religiose (all’Institut Catholique de Paris).
A Milano dirige il Centro culturale ‘Corsia dei Servi’ fondato da David Maria Turoldo.
È docente di Estetica Teologica ed Iconografia alla Pontificia facoltà teologica “Marianum” di Roma.
L’11 settembre 2012 è stato nominato parroco della parrocchia di San Carlo al Corso, a Milano. Nel 2016, su incarico di papa Francesco, tiene le meditazioni degli esercizi spirituali alla Curia romana.
Autore di numerosi libri su temi biblici e spirituali; collabora inoltre con diverse testate giornalistiche, tra cui Avvenire.

ANDREA MONDA

Docente di religione

SABATO 13 OTTOBRE ORE 10.30 | CONVENTO DI SAN FRANCESCO – SALA CAPITOLARE

Dove soffia il vento? I giovani e la spiritualità

«Io lo spiego in classe nella prima lezione: “Quest’ora ha come argomento ciò che vi interessa di più: voi”.
Ciò di cui tratta l’ora di religione cattolica, un credo basato sull’incarnazione di un Dio fatto uomo, è proprio il mistero dell’uomo, qualcosa che interessa, cioè sta dentro il cuore di ogni adolescente».
(Andrea Monda)

ANDREA MONDA
Andrea Monda, nato a Roma il 22 marzo 1966 e ivi residente, è laureato in Giurisprudenza presso la Sapienza e in Scienze Religiose presso la Pontificia Università Gregoriana, è docente di religione presso i licei di Roma.
Dal 1988 collabora sulla pagina culturale di diverse testate giornalistiche, attualmente sul Foglio e Avvenire, oltre a scrivere recensioni per La Civiltà Cattolica. Dall’aprile 2012 al 2015 collaborato con diversi programmi di RaiEducational.

Dal 2006 tiene un seminario su “religione e letteratura” presso la Pontificia Università Lateranense (PUL) e dal 2008 al 2011 anche presso la Pontificia Università Gregoriana (PUG).
Dal settembre 2009 è presidente dell’associazione BombaCarta.
È autore di saggi letterari dedicati a Tolkien e Lewis e di un saggio biografico su Benedetto XVI. Su Tv2000 ha realizzato “Buongiorno Professore”, una fortunata trasmissione settimanale in forma di docufilm.

GAETANO PICCOLO

Docente di Metafisica alla Pontificia Università Gregoriana

SABATO 13 OTTOBRE ORE 17.30 | CONVENTO DI SAN FRANCESCO – SALA CAPITOLARE

Discernimento come via per una vita piena

«È proprio quando dimentichiamo i nostri desideri che la vita ci appare vuota. Continuamente, infatti, la vita ci rimette all’incrocio di più strade e rischiamo di restare bloccati nell’attesa di capire quale strada intraprendere […]. Trovare il senso della vita significa riconoscere il compito che oggi la realtà mi consegna».
(Gaetano Piccolo)

GAETANO PICCOLO

Gaetano Piccolo è gesuita e insegna metafisica presso la Pontificia università gregoriana.
È responsabile dell’apostolato intellettuale dei gesuiti in Italia.

È autore di numerose pubblicazioni. Tra i suoi libri: «Significato e interpretazione. Indagine sulla conoscenza», Carocci, Roma 2011; «Il predicatore intelligente. Manuale di logica per la teologia», San Paolo, Milano 2014; «E io ti dico: immagina! L’arte difficile della predicazione», con N. Steeves, Città Nuova, Roma 2017.

Tra i testi più divulgativi: «Lasciarsi leggere dentro. Riconoscersi nei racconti del Vangelo», Proget, Padova 2013; «Leggersi dentro. Con il Vangelo di Matteo», Paoline, Milano 2016; «Testa o cuore. L’arte del discernimento», Paoline, Milano 2017; «Leggersi dentro. Con il Vangelo di Marco», Paoline, Milano 2017.

GOFFREDO BOSELLI

Monaco di Bose

GIOVEDÌ 18 OTTOBRE ORE 17.30 | CONVENTO DI SAN DOMENICO – SALA CONFERENZE

Come ‘funziona’ la liturgia? Quando l’umano si apre al divino

«La liturgia, attraverso la sua forma comunicativa che coinvolge tutto l’uomo – conoscenza, emozione, azione – crea un ambiente in cui l’uomo si sente parte del vissuto di tutti.
Mentre l’ideologia sottopone il tutto alla parte, il rito coinvolge tutte le parti nella relazione e apre all’incontro con il Mistero».
(Goffredo Boselli)

GOFFREDO BOSELLI
Goffredo Boselli (Codogno 1967) è monaco di Bose e liturgista.
Dottore in teologia a l’Institut Catholique di Parigi, ha conseguito il Master in Storia delle religioni e antropologia religiosa presso l’Université Sorbonne Paris IV.
Dal 2000 è responsabile della liturgia del Monastero di Bose e insegna liturgia presso il suo Studium. Dal 2003 è curatore dei Convegni Liturgici Internazionali di Bose consacrati al rapporto liturgia, architettura e arte.
In qualità di esperto, dal 2003 collabora stabilmente con la Commissione episcopale per la liturgia della Conferenza Episcopale Italiana.
Dal 2005 è membro della Consulta dell’Ufficio Liturgico Nazionale della CEI. Fa inoltre parte del Comitato scientifico della rivista Arts sacrés e delle redazioni di Rivista Liturgica e Thema.
(fonte: www.monasterodibose.it )

BASILIO PETRÀ

Teologo e Preside Facoltà Teologica dell’Italia Centrale

VENERDÌ 19 OTTOBRE ORE 17.30 | CONVENTO DI SAN FRANCESCO – SALA CAPITOLARE

Cos’è la vita nello Spirito?

«L’uomo è fatto per una dimora divina, per un luogo celeste di stabilità che lo attrae con forza invincibile. C’è all’origine dell’uomo una vocazione misteriosa, divina, che è la sua verità, la sua nostalgia e la sua aspirazione». (Basilio Petrà)

BASILIO PETRÀ
Nato ad Arezzo nel 1946 da genitori greci, è presbitero cattolico della (Università di Firenze, 1971), dottore in teologia morale (Accademia Alfonsiana, Roma, 1981).
È preside della Facoltà Teologica dell’Italia Centrale con sede a Firenze, dove ha insegnato teologia morale dal 1981; dal 1979 è pure docente invitato di teologia morale patristica greca presso l’Accademia Alfonsiana (Roma). Dal 1992 tiene corsi di morale ortodossa presso il Pontificio Istituto Orientale (Roma) ove è attualmente professore invitato associato.
Dal 1994 al 2007 è stato consultore della Pontificia Congregazione per le Chiese Orientali Cattoliche.
Dal 2001 è professore invitato presso l’Istituto Ecumenico San Nicola di Bari.
Dal 2003 è membro del Board of Governors dell’Intams (International Academy for Marital Spirituality-Bruxelles).
Professore invitato presso l’Università Urbaniana dal 2004-2005.

GIORDANO FROSINI

Teologo

SABATO 20 OTTOBRE ORE 17.30 | CONVENTO DI SAN FRANCESCO – SALA CAPITOLARE

Desiderio di infinito, tra neopaganesimo e “utopia cristiana”

La divinizzazione dell’uomo è la risposta del cristianesimo al dramma dell’umanesimo ateo. Allora il problema del senso che scaturisce dal desiderio di infinito, per il cristiano ha una risposta: e non si tratta di un’utopia, ma di una realtà che viviamo già fin d’ora.

GIORDANO FROSINI
Teologo, scrittore e giornalista, è di Pistoia fino al 2008. Ha insegnato per circa venticinque anni filosofia e teologia allo Studio Teologico Fiorentino, successivamente divenuto Facoltà teologica dell’Italia centrale.
Si occupa di teologia dogmatica e ha pubblicato numerosi volumi sulla teologia e sulla politica. Collabora a riviste scientifiche, periodici e giornali fra cui «Famiglia Cristiana» e «La Vita», di cui è direttore responsabile.
Per cinque anni ha curato la rubrica «Ascolta si fa sera» del venerdì su Rai 1.
Tra i titoli più recenti: «Dio, il Cosmo, l’uomo : Exitus – Reditus» (2011), «Pietro Scoppola. Un cristiano del nostro tempo» (2012); «Una Chiesa di tutti. Sinodalità, partecipazione e corresponsabilità» (2014), «John Henry Newman. Una biografia teologica» (2014) e «Ildegarda di Bingen. Una biografia teologica» (2017).

ENRICO LETTA, ENRICO GIOVANNINI, FILIPPO SANTORO

Tavola rotonda 

LUNEDÌ 22 OTTOBRE ORE 17.30 | CHIESA DI SAN FRANCESCO

a cura dell’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro

“Fa’ che non manchi mai il pane e il lavoro”. L’impegno per un mondo più giusto

«Lavorare è proprio della persona umana. Esprime la sua dignità di essere creata a immagine di Dio. Perciò si dice che il lavoro è sacro». «La gestione dell’occupazione è una grande responsabilità umana e sociale, che non può essere lasciata nelle mani di pochi o scaricata su un ‘mercato’ divinizzato».
(Papa Francesco)

FILIPPO SANTORO
Nato nel 1948, é stato ordinato Sacerdote nell’Arcidiocesi di Bari il 20 maggio 1972.
Ha conseguito il Dottorato in Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma nel 1974. Nel 1975 si é Laureato in Filosofia nella Università Cattolica Sacro Cuore di Milano.

Nel 1984 é andato in missione in Brasile come Sacerdote “fidei donum” nell’Arcidiocesi di Rio di Janeiro.
Dal 1988 al 1996 è stato Responsabile di Comunione e Liberazione nell’ America Latina.
É stato ordinato Vescovo Ausiliare di São Sebastião di Rio di Janeiro il 29 giugno 1996.
L’11 luglio 2004 é stato nominato Vescovo Diocesano di Petropolis (Rio di Janeiro).
Il 21 novembre 2011 è stato nominato Arcivescovo di Taranto. Il 20 maggio 2015 è eletto dall’Assemblea Generale della CEI Presidente della Commissione Episcopale per i Problemi sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace.

ENRICO LETTA

Enrico Letta è nato il 20 agosto del 1966 a Pisa ed è un politico italiano.

Nel 1998 Enrico Letta sale alla guida del Ministero per le politiche comunitarie nel primo governo D’Alema, risultando così il più giovane ministro della storia della repubblica italiana.

Dal 2000 al 2001 è stato Ministro dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato.
Nel giugno 2004 viene eletto deputato europeo al Parlamento Europeo. Durante il governo Prodi, ricopre l’incarico di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
Nel 2008 viene eletto alla Camera dei Deputati.
Dalla fine del 2009 al 2013 è stato vicesegretario unico del Partito Democratico.
Il 24 Aprile del 2013 il Presidente della Repubblica Napolitano gli conferisce l’incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri.

(fonte: www.ilsole24ore.com )

ENRICO GIOVANNI

Enrico Giovannini è stato Chief Statistician dell’OCSE dal 2001 all’agosto 2009,

Presidente dell’ISTAT dall’agosto 2009 all’aprile 2013. Dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014 è stato Ministro del lavoro e delle politiche sociali del governo Letta.

È Professore ordinario di Statistica economica all’Università di Roma “Tor Vergata” e docente di Public Management presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università LUISS.

È portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS).




Il Vangelo della famiglia gioia per il mondo

Il viaggio di Papa Francesco a Dublino per l’Incontro mondiale delle famiglie

Un programma intenso i due giorni della visita di Papa Francesco in Irlanda, il 25 e 26 agosto a Dublino, in occasione della nona edizione dell’Incontro mondiale delle famiglie; incontri che hanno avuto il loro esordio nel 1994 a Roma, per volontà di Giovanni Paolo II. Quest’anno il titolo è stato “Il Vangelo della famiglia: gioia per il mondo”, affrontato alla luce dell’esortazione apostolica post-sinodale Amoris Laetitia.

I maggiori temi che hanno caratterizzato la visita del Papa sono stati l’importanza della famiglia per la Chiesa e per la società e la richiesta di perdono per le vittime degli “abusi su minori da parte di membri della Chiesa incaricati di proteggerli ed educarli”.

Il primo evento a cui il Papa ha partecipato è stato il Festival delle Famiglie che si è svolto il sabato sera nello stadio di Croke Park a Dublino; nell’atmosfera gioiosa di spettacoli musicali e danzanti si sono susseguite alcune testimonianze di sposi provenienti da tutto il mondo, che hanno condiviso la propria esperienza di fede vissuta, raccontando come la fede li abbia aiutati a ritrovare l’unità coniugale, a superare crisi di vario genere e ad aprirsi all’accoglienza.

Nel suo discorso Papa Francesco ha ringraziato Dio perché la Chiesa è «una sola famiglia in Cristo» nel Battesimo e ha incoraggiato i genitori a far battezzare i figli il prima possibile, perché un bambino battezzato «ha la forza di Dio dentro!». Il messaggio principale è stato l’invito alla santità rivolto alle famiglie, per essere un “faro” che irradia la gioia dell’amore di Dio nel mondo, manifestandolo nella vita quotidiana e ordinaria, facendosi «santi della porta accanto». Ha ricordato che la bellezza e la forza attrattiva del matrimonio cristiano e della vita familiare si possono comprendere soltanto «se sono ancorati all’amore di Dio». Non esiste infatti una famiglia perfetta, ma la sua unità e stabilità dipendono dall’abitudine al perdono, che è un dono speciale di Dio, capace di guarire le ferite e di riavvicinare agli altri e a Dio: «piccoli e semplici gesti di perdono, rinnovati ogni giorno, sono il fondamento sul quale si costruisce una solida vita familiare cristiana». Ha terminato il suo intervento dicendo che le famiglie sono «la speranza della Chiesa e del mondo», perché «generano pace, insegnano l’amore, l’accoglienza, il perdono, i migliori antidoti contro l’odio, il pregiudizio e la vendetta che avvelenano la vita di persone e di comunità».

Domenica mattina, sulla spianata del Santuario di Knock, dopo la visita alla Cappella dell’Apparizione, il Santo Padre ha invitato gli irlandesi a continuare la tradizione di pregare il Rosario in famiglia, come il mezzo più sicuro per tenere la famiglia unita. Davanti alla statua della Madonna ha poi affidato tutte le famiglie a Maria e ha pregato per le «vittime di abusi da parte di membri della Chiesa in Irlanda», invocando la «ricerca della verità e della giustizia» e implorando il perdono del Signore per questa «piaga aperta», affinché non accadano mai più crimini del genere.

Una ulteriore richiesta di perdono è stata pronunciata da Papa Francesco nell’atto penitenziale che ha introdotto la Messa al Phoenix Park di Dublino, facendosi portatore delle sofferenze e delle aspettative delle persone vittime di abusi «da parte di membri qualificati della Chiesa», otto delle quali aveva precedentemente incontrato.

Nell’omelia della Messa ha incoraggiato le famiglie cristiane a diventare testimoni della Buona Notizia, anche se non è facile perché le parole di Gesù sono ‘dure’, tuttavia, come ci hanno insegnato i santi, in particolare San Colombano e i suoi compagni, occorre non lasciarci scoraggiare «dallo sguardo gelido dell’indifferenza o dai venti burrascosi dell’ostilità». Le sfide dell’attualità ci devono interrogare se anche noi troviamo duri gli insegnamenti di Gesù: «Quanto è sempre difficile perdonare quelli che ci feriscono! Che sfida è sempre quella di accogliere il migrante e lo straniero! Com’è doloroso sopportare la delusione, il rifiuto o il tradimento! Quanto è scomodo proteggere i diritti dei più fragili, dei non ancora nati o dei più anziani, che sembrano disturbare il nostro senso di libertà».

Il Papa ha concluso l’omelia esprimendo l’esigenza di una Chiesa in uscita «per portare le parole di vita eterna alle periferie del mondo», per «condividere la gioia del Vangelo”, auspicando di “condividere il Vangelo della famiglia come gioia per il mondo!».

Al termine della celebrazione è stato annunciato che fra tre anni l’Incontro Mondiale si terrà a Roma.

Laura Corrieri (Ufficio per la Pastorale con la Famiglia)




Giovani toscani verso Roma: i giorni dell’accoglienza

Venerdì 9 e sabato 10 agosto si è svolta a Pistoia l’accoglienza dei giovani toscani verso l’appuntamento dei giovani italiani con Papa Francesco. «Pistoia infatti – ricorda Mons. Tardelli – è una città che accoglieva e accoglie i pellegrini perché custodisce una reliquia importante dell’apostolo San Giacomo. Con questo appuntamento – prosegue il vescovo – si rinnova l’antica tradizione del pellegrinaggio. Oggi è bello vedere questi giovani in cammino. Il loro è un cammino faticoso, che impegna, ma da anche senso alla vita. Sono giovani in cammino verso Roma, ma soprattutto verso la pienezza della vita».

Suor Daniela, della fraternità apostolica di Gerusalemme, fa parte dell’equipe di pastorale giovanile diocesana che ha organizzato l’accoglienza dei pellegrini toscani a Pistoia. «Giovedì 9 agosto, – racconta suor Daniela – abbiamo accolto un gruppo di Vicenza che ha percorso il tracciato della Romea Strata, dall’appennino Modenese fino alla Croce Arcana e di lì, per varie tappe fino a Pistoia. Il loro gruppo, formato da 40 ragazzi, ha celebrato la messa in cattedrale, quindi i giovani pellegrini sono stati accolti a San Paolo mentre le ragazze, con alcune Suore che le accompagnavano, sono state alloggiate a casa nostra alla Basilica della Madonna dell’Umiltà. L’indomani mattina ho accompagnato tutto il gruppo alla scoperta del centro storico e delle sue meravigliose chiese».
Venerdì si sono aggiunti ai giovani di Vicenza anche gli altri 320 ragazzi provenienti da diverse diocesi toscane. «Con loro – prosegue suor Daniela – ci siamo ritrovati alla messa a San Francesco alle 11.30 presieduta dal vescovo di Pistoia (leggi qui l’omelia del vescovo Tardelli) e concelebrata dal vescovo di Montepulciano Chiusi Pienza Stefano Manetti e da vescovo di San Miniato Andrea Migliavacca.

Il pomeriggio di venerdì 10 è stato dedicato alla scoperta della città di Pistoia e a un momento di preghiera davanti alla reliquia di San Giacomo apostolo in Cattedrale. «Un vero e proprio ‘tour jacopeo’ che a partire dalla Cattedrale si è sviluppato in altre sette tappe: il Battistero, San Giovanni Fuorcivitas, San Paolo, la Basilica della Madonna dell’Umiltà, Sant’Andrea, l’ospedale del Ceppo e San Bartolomeo. In ogni luogo un giovane volontario ha atteso i pellegrini suddivisi in cinque gruppi, in una sorta di “caccia al Tesoro” che li ha aiutati a riconoscersi pellegrini sui passi di Cristo».

La conclusione della serata è stata affidata al concerto del gruppo di rock cristiano i Reale in piazza San Francesco. Al termine del concerto c’è stato anche un inedito momento di preghiera di adorazione eucaristica: «un momento forte e bellissimo con tutti i giovani in silenzio adoranti davanti a Gesù! Indimenticabile e toccante!».

La mattina di sabato 11, dopo un momento di preghiera guidato dal vescovo Manetti, tutti i pellegrini sono ripartiti alla volta di Roma per la veglia al Circo Massimo con Papa Francesco e la Messa in Piazza San Pietro.

Nella nostra Diocesi anche la parrocchia di Valenzatico è stata impegnata nell’accoglienza di tanti giovani in cammino verso Roma. «È stato un momento forte di condivisione e di gioia – racconta Don Roberto Razzoli-; hanno bussato alla nostra porta giovani pellegrini con i loro rispettivi parroci provenienti da San Giovanni Valdarno e Grosseto. Ci hanno chiesto ospitalità e noi li abbiamo accolti volentieri. Sono arrivati a Valenzatico 42 giovani pellegrini stremati. Appena arrivati li abbiamo ricevuti con un grande abbraccio di fraternità da parte della nostra comunità che ha fatto trovare loro subito una cena a base di Pizza. È stato un momento forte di condivisione. I parrocchiani si sono prodigati per fare accoglienza, nel preparare loro la cena e la colazione. Dopo cena abbiamo si è celebrata la messa, abbiamo quindi letto e condiviso il Vangelo vivendo un momento di riflessione nella piazzetta della parrocchia. Al mattino li abbiamo accompagnati a piedi da Valenzatico a Pistoia. È stata una bella esperienza – conclude don Roberto – un momento forte di condivisione e di gioia».

Tra i volontari che si sono attivati nell’accoglienza dei giovani pellegrini abbiamo raccolto una breve testimonianza di chi ha collaborato a distribuire la cena nel convento di San Francesco a Pistoia. «È stato un bel momento di chiesa. Nei giovani, nonostante la fatica ed i piedi piagati, si percepiva la gioia di essersi ritrovati tutti insieme con altri ragazzi di altre diocesi per essere Chiesa. Questo è il sentimento forte che scaturiva dalla loro gioia di condividere anche con fatica un cammino. È stata indubbiamente una bella esperienza di Chiesa».

«Mi sembra giusto esprimere un ringraziamento a tutti i componenti del servizio diocesano di Pastorale Giovanile guidati da don Fulvio e don Marius». Alessio Bartolini, seminarista della nostra diocesi che ha collaborato con l’equipe di pastorale giovanile per l’organizzazione dell’evento, intende ricordare quanti si sono impegnati per la riuscita dell’evento: «Un caloroso ringraziamento va alla curia diocesana per il prezioso supporto amministrativo e al Comune di Pistoia che ha fatto la sua parte supportando l’organizzazione dell’evento e concedendo spazi e attrezzature. Un grande grazie va infine a tutti i volontari giovani e meno giovani che ci hanno aiutato con il loro lavoro silenzioso e discreto e ci hanno fatto vivere la bellezza della fraternità. Un grazie particolare anche ai volontari del CISOM e della Polizia in congedo. Un doveroso ringraziamento va ad alcune imprese del territorio che ci hanno sostenuto con la loro generosità e con la donazione di acqua e generi alimentari: la CONAD di Pistoia e gli stabilimenti ACQUA SILVA».

Daniela Raspollini




Giovani in cammino verso Roma e verso Cristo. Le parole del vescovo Tardelli ai giovani toscani

«Siamo in cammino, carissimi giovani», verso Roma e «verso Cristo, per essere afferrati e conquistati da Lui». Giovani in cammino per «realizzare un mondo nuovo, migliore di quello che conosciamo», giovani in cammino per vincere la «globalizzazione dell’indifferenza» e imparare a a discernere la propria vocazione.

Così il vescovo Tardelli nell’omelia rivolta ai giovani toscani arrivati a Pistoia per una giornata di condivisione e preghiera. La tappa pistoiese, infatti, ha raccolto i pellegrini prima della partenza verso Roma per l’incontro dei giovani italiani con papa Francesco. Nella chiesa di San Francesco, venerdì 10 agosto Mons. Fausto Tardelli, insieme ad altri vescovi toscani, ha celebrato la santa Messa con oltre 300 giovani.

Un incontro, ha ricordato il vescovo nell’omelia, che si è svolto nel segno di san Jacopo, il santo patrono della città; il Santiago che ha trasformato Pistoia in un centro di pellegrinaggio e di accoglienza. «Una sosta importante; non a caso a Pistoia – ha affermato il vescovo – perché la cattedrale di questa città custodisce da tanti secoli, dal 1145 per la precisione, una reliquia dell’apostolo Giacomo, ricevuta direttamente da Santiago di Compostela, dove sono i resti mortali dell’apostolo Giacomo. Pistoia, chiamata la Santiago minor, custodisce la memoria preziosa di un grande apostolo, e per questo motivo è stata meta di pellegrinaggio, punto di partenza per il cammino; sosta di passaggio per raggiungere Roma, oppure la stessa Santiago».

Nell’omelia il  vescovo ha toccato il tema del discernimento vocazionale, in linea con il tema del prossimo sinodo dei Giovani: «Papa Francesco – ha ricordato – vi ha invitato a ripensare la vostra vita, a fare discernimento, cioè a comprendere la chiamata che Dio vi fa. Ognuno infatti ha una chiamata da Dio, non è venuto al mondo per caso. Ognuno di noi è chiamato in modi diversi e originali, alla santità che è la pienezza dell’amore».

Le parole di Mons. Tardelli, in tempi di emergenza educativa, scommettono sui giovani, e li invitano a prendere in mano la propria esistenza, senza sprecarla, ad impegnarsi per un mondo diverso, lasciando che la fede nel Signore la faccia fiorire.  «Camminare esprime il desiderio e la voglia di realizzare qualcosa che valga per davvero, di dare un senso pieno alla propria esistenza»,  e anche quando si sperimenta il fallimento e la caduta, la tentazione di fermarsi: «Voi, in questi giorni, con il vostro camminare pronunziate una parola di speranza: state dicendo che la vita va vissuta, che la vita è comunque bella; che non ci si può arrendere nel pianto, ma ci si deve rialzare e riprovare sempre. Perché non c’è sconfitta che ci possa abbattere definitivamente; non c’è contrarietà o difficoltà che ci possa o ci debba fermare» e «agli occhi di Dio non conta il successo delle nostre imprese».

Il vescovo, ricordando la figura di San Jacopo, ha anche ricordato come da secoli sia «legata al sorgere di luoghi di accoglienza, ospitalità, veri e propri ospedali. E allora carissimi amici, continuiamo a camminare dietro al Signore, sulle orme dei santi, imparando a servire e ad amare come Lui».  «Non ci è permesso voltarci dall’altra parte! Non ci è permesso farci prendere da quella che Papa Francesco ha più volte stigmatizzato, come la globalizzazione dell’indifferenza. Le persone che attendono, che hanno bisogno di una mano amica e fraterna, addirittura in certi casi solo per sopravvivere, sono molte. Qui da noi e nel mondo».

Infine l’invito a chiedere a San Jacopo, di cui i giovani pellegrini hanno venerato la reliquia in Cattedrale nel pomeriggio, la grazia di vivere «tre semplici ma grandi cose: una fede forte, coraggiosa e gioiosa, da veri innamorati di Cristo; un cuore aperto e generoso che vede, sente e opera per il bene degli altri; infine la saggezza del discernimento, per scoprire quale sia il vostro posto nel mondo secondo la vocazione che Dio vi ha dato».

Il vescovo, dopo il saluto ai pellegrini in partenza, sabato 11 agosto si dirigerà a Roma, dove parteciperà all’incontro dei giovani italiani con papa Francesco. Qui incontrerà i pellegrini pistoiesi che parteciperanno all’evento, tra cui il gruppo dell’associazione Maria Madre Nostra, che tra i suoi giovani comprende circa 30 ragazzi con disabilità.

Leggi l’intera omelia.

Stanchi ma felici: migliaia di giovani a Roma per incontrare il Papa

 




ENZO BIANCHI A PISTOIA: DOVE VA LA CHIESA DI FRANCESCO?

Il Centro culturale Maritain – promosso nel 1977 dalla Chiesa di Pistoia come luogo di approfondimento sui problemi della fede cristiana all’incrocio con società e cultura contemporanea – propone quest’anno l’incontro con una figura amica e ormai nota anche fuori dagli ambienti ecclesiali: il fondatore della comunità di Bose e consultore del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani Enzo Bianchi.

Come già in diverse città italiane, egli verrà anche a Pistoia a proporre la sua analisi sul momento cruciale che la Chiesa cattolica sta vivendo con il pontificato di papa Francesco. Un papa che si è distinto per l’umanità dei suoi gesti, per la novità del suo stile, per la scommessa di presentare un volto di Chiesa che ascolta, dialoga con le altre religioni e con chi non crede, che si confronta sui temi della povertà, del lavoro, dell’ambiente.

Un messaggio che ha incontrato molto favore ma anche innescato discussioni e opposizioni dentro e fuori la Chiesa. 

Lo stesso Bianchi alcuni mesi addietro segnalava con preoccupazione la presenza nella Chiesa di conflitti «tra visioni opposte della collocazione della Chiesa nella compagnia degli uomini, tra strategie pastorali, tra modalità differenti di interpretare la fede, di concepire la liturgia», invitando a una riflessione che conduca alla «formazione di un’opinione pubblica ecclesiale animata da volontà di comunione».

Il Centro Maritain intende offrire un’opportunità di ripensamento e di dibattito su questi temi non solo in ambito ecclesiale ma a tutti i cittadini di Pistoia, nella convinzione che il messaggio e la realtà della Chiesa interessino tanto coloro che si dichiarano credenti quanto chiunque abbia a cuore la costruzione di società sempre più umane e vivibili per le presenti e le future generazioni.

M.M




FEDE IN FAMIGLIA

Domenica 13 maggio si celebra la Festa della famiglia.

Seguendo le indicazioni pastorali del vescovo Fausto Tardelli anche quest’anno la diocesi di Pistoia celebrerà la Festa della famiglia domenica 13 maggio. “Una giornata speciale” dedicata alla famiglia e “l’occasione di una adeguata contemplazione della famiglia di Nazaret e dei suoi esempi, a beneficio delle nostre famiglie” (Direttorio di pastorale familiare, CEI) affinché venga celebrata “la gioia dell’amore che si vive nelle famiglie” (Papa Francesco).

Il tema scelto dalla conferenza episcopale della Toscana per questo anno è “La fede, preziosa eredità di famiglia“.

Chiediamo ad ogni parrocchia e associazione di celebrare, nelle modalità che ritiene opportune, questa festa (ad esempio con il rinnovo delle promesse matrimoniali, omelia dedicata al tema, benedizione e preghiera al termine della liturgia, incontri, giochi etc. ). L’ufficio ha anche preparato un segnalibro dedicato a questa giornata che potete ritirare alla libreria San Jacopo.

L’equipe di Pastorale con la Famiglia




TESTIMONIANZE E PREGHIERE PER IL LAVORO

A Bonistallo una serata di riflessioni e preghiere per il lavoro

Martedì 8 maggio alle ore 21, la Parrocchia di Bonistallo e l’Ufficio di Pastorale Sociale e Lavoro della Diocesi, con la partecipazione del vescovo di Pistoia Mons. Fausto Tardelli, daranno vita a un momento di riflessione, di meditazione e di preghiera sul tema «Il lavoro che c’è e il lavoro che non c’è»

La serata, che parte dalla convinzione che il lavoro rivesta un aspetto fondamentale della vita delle persone, ma nella consapevolezza dei problemi che oggi ruotano attorno ai temi dell’occupazione (precariato, incertezza, non dignità, irregolarità, ecc…), si avvarrà di numerose testimonianze di vita concreta. Queste storie, che toccano il nostro territorio, ci aiuteranno a affrontare quella che la Conferenza Episcopale Italiana, in vista del 1° Maggio, Festa del Lavoro, ha così definito: «la quantità, qualità e dignità del lavoro è la grande sfida dei prossimi anni per la nostra società nello scenario di un sistema economico che mette al centro consumi e profitto e finisce per schiacciare le esigenze del lavoro».

Vogliamo riflettere su questi aspetti perché riteniamo che il Vangelo stesso ci spinga a farlo: il Vangelo di Gesù Cristo, che è la Parola fatta carne, ha infatti a che fare con tutto ciò che è autenticamente e genuinamente umano. Sicuramente il lavoro e i rapporti sociali sono questioni che toccano da vicino e nel profondo sia il nostro essere umani sia la quotidianità di ciascuno di noi; insieme ai grandi temi della giustizia, della pace, dell’attenzione e cura verso il mondo che abitiamo, sono argomenti e aspetti che condizionano fortemente la nostra vita .

Pregare per il lavoro diventa così compito fondamentale per ogni cristiano; per questo vi invitiamo ad essere con noi a Bonistallo. Partecipando a questo momento di preghiera manifesteremo la nostra vicinanza e solidarietà ai tanti giovani che fanno fatica ad inserirsi dignitosamente nel mondo del lavoro e a tutti coloro che, a causa degli effetti tragici dei cambiamenti radicali dell’economia, rischiano di essere scartati dal sistema sociale e politico.

Selma Ferrali – Ufficio per la pastorale sociale e il lavoro