Alluvione. Il Vescovo Tardelli: «Coordiniamoci per massimizzare gli aiuti»

In una lettera indirizzata alla Chiesa pistoiese il Vescovo sottolinea la necessità di coordinamento: «l’estemporaneità rende inefficace anche quel poco che possiamo fare»

Sottolineare l’estrema gravità della situazione, toccata con mano con numerose visite sui territori alluvionati negli ultimi giorni, e la necessità di fare – concretamente – qualcosa per le migliaia di persone in estrema difficoltà.
Queste le linee guida del messaggio che il Vescovo di Pistoia, mons. Fausto Tardelli, ha indirizzato quest’oggi a tutta la Chiesa pistoiese.

«La tragedia che si è abbattuta su una parte consistente della diocesi – esordisce il Vescovo Tardelli nella lettera – ha colpito tutti noi e ci coinvolge in una testimonianza di affetto e solidarietà che ci fa davvero “camminare insieme” come ci siamo detti tante volte durante il processo sinodale in corso. Non sono parole: nella sventura sentiamo di essere un solo popolo di fratelli e sorelle e avvertiamo il bisogno di stringerci assieme e insieme affrontare i problemi che la situazione ci presenta».

Andando poi sull’efficacia degli aiuti, il Vescovo ovviamente si rende conto che la Chiesa non possa «fare quanto invece può e deve compiere lo Stato e il sistema bancario. Però quel poco che possiamo fare, lo vogliamo fare tutto con generosità e con un grande cuore. È necessario per questo però che ci coordiniamo e non procediamo in ordine sparso. Vi prego di capire che l’estemporaneità e il far da sé in questo caso rende inefficace anche quel poco che possiamo fare. Dunque coordiniamoci senza disperdere energie e risorse.

Abbiamo attivato due conti correnti:

IT76A0503413800000000002795 (Banco BPM)

IT62G0760113800001062220445 (Poste Italiane).

Tutte le offerte in denaro siano depositate in questi conti della Caritas diocesana. Le offerte che si raccoglieranno sabato e domenica 18 e 19 prossimi ma anche tutte le altre che verranno a seguito di donazioni o iniziative varie».

Indicazioni precise anche per gli aiuti non in denaro.

«L’eventuale raccolta di alimenti sia fatta invece – prosegue Tardelli – questa sì a livello parrocchiale, prendendo accordi diretti con i parroci delle zone interessate. Se ci fosse bisogno di indumenti, ci si rivolga al centro diocesano Mimmo. I parroci delle zone coinvolte nell’alluvione presenteranno alla Caritas i bisogni delle proprie popolazioni, i vari casi, tenendo conto di queste tipologie di situazioni:

1. Famiglie che hanno perso tutto o che comunque hanno avuto danni gravi all’abitazione in cui vivono;

2. Piccoli negozianti che hanno subito danni consistenti per la propria attività commerciale;

3. Imprese artigianali o aziende di piccole dimensioni che hanno serie difficoltà a riprendere l’attività;

4. Strutture parrocchiali danneggiate».

«Carissimi fratelli e sorelle tutti – ha concluso il Vescovo – raccogliamoci insieme nell’Eucaristia domenicale per trovare in essa e cioè nel Signore Gesù morto e risorto, la forza per vivere questa emergenza come una faticosa ma importante prova di autentica sinodalità, cioè di comunione profonda e di partecipazione veramente fraterna».

(8 novembre 2023)

Lettera del Vescovo Tardelli alla Chiesa di Pistoia




Emergenza maltempo: l’intervento del Vescovo

Cordoglio per le vittime di questa tragedia. «Con Caritas nei prossimi giorni lanceremo una raccolta in aiuto»

«Stiamo seguendo da ieri con apprensione le notizie e le evoluzioni del maltempo che ha colpito duramente larga parte della nostra comunità ma soprattutto esprimiamo la nostra vicinanza e cordoglio, anche attraverso i parroci, alle vittime di questa calamità».

«Ci attiveremo nelle prossime ore anche assieme alla Caritas diocesana per individuare i modi migliori per portare il nostro concreto sostegno a famiglie e parrocchie che hanno perso tanto in queste ore così drammatiche. Nei prossimi giorni lanceremo una raccolta fondi in aiuto delle comunità colpite».

Con queste parole il Vescovo di Pistoia, monsignor Fausto Tardelli, interviene a sostegno delle realtà delle province di Pistoia e Prato duramente colpite dal maltempo delle ultime 36 ore.

 

 




Lettera alla Diocesi in occasione della nomina a Vescovo di Pescia (14 ottobre 2023)

Carissimi presbiteri e diaconi, religiosi, religiose e fedeli tutti della diocesi pistoiese,

con questa mia lettera vi comunico una novità che coinvolge me in prima persona ma sicuramente anche tutti voi.
Il Santo Padre Francesco mi ha nominato Vescovo di Pescia, chiedendomi di diventare a tutti gli effetti il Pastore di quella chiesa sorella, mantenendo però nello stesso tempo il servizio alla diocesi di Pistoia.
Quindi d’ora innanzi sono vescovo di Pistoia e Vescovo di Pescia.

Mi sono reso disponibile alla richiesta del Papa perché questa disponibilità racconta la storia di tutta la mia vita, nonostante i miei numerosi limiti: non saprei fare altrimenti.
La decisione del Santo Padre porta sulle mie spalle indubbiamente un carico nuovo quando, tra l’ altro, l’ età si comincia a far sentire. Confido però nella certezza di fare la volontà del Signore e non la mia. Mi conforta anche il fatto – come i semplici credo ai piccoli segnali della Provvidenza – che la prima comunicazione di questa eventualità e poi la comunicazione definitiva mi sono giunte, l’una mentre ero a Lourdes durante la Messa internazionale e l’altra, il giorno della Madonna del Rosario.

Vi scrivo come a fratelli ed amici, nonché figli, perché d’ ora innanzi abbiate ancor più pazienza nei miei confronti. Dovrò infatti necessariamente essere presente alla vita della diocesi pesciatina ed anche in un modo del tutto particolare perché la decisione del Santo Padre arreca senz’ altro un po’ di amarezza al suo clero e a i suoi fedeli. Insieme ad un di più di pazienza, vi chiedo anche un maggior impegno carico di responsabilità.

La vita della diocesi di Pistoia non deve avere a soffrire da questa novità e, anzi, rimboccandosi le maniche, deve saper affrontare con animo concorde la nuova situazione. Aprendosi anche – e questo sarà senz’altro un grande arricchimento – alla vita della Chiesa sorella di Pescia. Il cammino della nostra Diocesi continua, soprattutto per portare a termine la splendida avventura sinodale che stiamo vivendo.

Cerchiamo di fare in modo che non venga meno lo sforzo ma prima di tutto la preghiera allo Spirito perché ci consoli e ci guidi verso quel rinnovamento fraterno e missionario che ci è chiesto.

Vi abbraccio tutti con affetto. Il prossimo otto dicembre saranno nove anni che sono tra voi. Il nostro legame si è approfondito e vi porto davvero nel cuore con gratitudine e gioia.
Non sono mancate e non mancano prove e tensioni . È la vita. È la vita cristiana non si sovrappone o affianca ad essa ma la assume e la trasfigura.

Vi voglio bene e che il Signore vi benedica.
Pistoia 14 ottobre 2023
Fausto Tardelli

 




Le Diocesi di Pistoia e Pescia sotto la guida del Vescovo Tardelli

Chiamando il pastore di Pistoia a guidare anche la Chiesa di Pescia, Papa Francesco ha unito le due sedi “in persona episcopi”. Il grazie al predecessore pesciatino, Mons. Filippini

«Carissimi, con questa mia lettera vi comunico una novità che coinvolge me in prima persona ma sicuramente anche tutti voi. Il Santo Padre Francesco mi ha nominato Vescovo di Pescia, chiedendomi di diventare a tutti gli effetti il Pastore di quella chiesa sorella, mantenendo però nello stesso tempo il servizio nella diocesi di Pistoia».
Con queste parole il Vescovo di Pistoia, Monsignor Fausto Tardelli, si è rivolto alla diocesi pesciatina nell’incontro al Palazzo Vescovile di Pistoia dove ha dato comunicazione dell’ampliamento del suo servizio alla diocesi di Pescia.
Monsignor Tardelli ha rivolto un caloroso saluto e ringraziamento a Monsignor Roberto Filippini, suo predecessore nella Chiesa pesciatina, giunto al termine del suo mandato per raggiunti limiti di età.

«La decisione del Santo Padre porta sulle mie spalle indubbiamente un carico nuovo quando, tra l’altro, l’età comincia a farsi sentire. Insieme ad un più di pazienza, vi chiedo anche un maggiore impegno carico di responsabilità. La vita della diocesi di Pistoia non deve avere a soffrire da questa novità e, anzi, rimboccandosi le maniche, deve saper affrontare con animo concorde la nuova situazione, aprendosi anche – e questo sarà senz’altro un grande arricchimento – alla vita della Chiesa di Pescia».

In Persona Episcopi

L’unione “in persona episcopi”, letteralmente “nella persona del vescovo”, è una procedura pontificia che sintetizza come l’unione andrà a lasciare inalterate tutta una serie di strutture – seminari, cattedrali, uffici di curia – ad eccezione del pastore, unico per le due realtà.

La comunicazione pontificia porta sotto la guida di Monsignor Fausto Tardelli entrambi i territori, che guiderà pertanto (dati CEI) circa 350mila abitanti, suddivisi in 27 comuni, per oltre 200 parrocchie raggruppate in 15 vicariati, distribuiti su poco più 1000 chilometri quadrati.

Il Vescovo

Monsignor Fausto Tardelli è nato a Lucca, il 5 gennaio 1951. Ordinato sacerdote nel giugno 1974 si è Licenziato in Teologia Morale presso l’Accademia Alfonsiana nel 1977, pervenendo al titolo accademico del Dottorato nel 1986.

Canonico del Capitolo della Cattedrale di Lucca dal 2001, nello stesso anno viene nominato Provicario Generale della Arcidiocesi. Eletto Vescovo di San Miniato il 6 marzo 2004, è stato consacrato il 2 maggio 2004 nella Basilica di San Frediano a Lucca.

Ha preso possesso della Diocesi di San Miniato il 30 maggio 2004, fino all’8 di ottobre del 2014 quando, nominato dal Santo Padre Francesco, diviene Vescovo della Diocesi di Pistoia, dove ha fatto l’ingresso l’8 dicembre 2014, nella solennità dell’Immacolata Concezione.

Lettera di Monsignor Tardelli alla Diocesi




L’omelia del Vescovo per il nuovo Anno Pastorale

Domenica 1 ottobre la celebrazione nella Cattedrale ha segnato l’inizio del nuovo Anno Pastorale e della seconda sessione del Sinodo

Il cammino sinodale di quest’anno che ci condurrà alla conclusione dell’evento sinodale vuole essere un cammino di conversione. Si tratta proprio di conversione. E’ una cosa seria“.

Queste le parole che il Vescovo di Pistoia, Mons. Fausto Tardelli, ha scelto nella prima parte della sua omelia in occasione della celebrazione della messa per l’avvio del nuovo Anno Pastorale svoltasi domenica 1 ottobre 2023.
Tanti i riferimenti al cammino che, nel prossimo futuro, coinvolgerà non solo i gruppi sinodali, ma le intere parrocchie della Chiesa di Pistoia per indagare e individuare le risposte alle “attese di Vangelo” individuate nel Libro Sinodale.

La seconda sessione nella quale stiamo entrando appieno, permetterà ora di individuare le risposte, i cambiamenti, gli impegni, i cammini di conversione che quelle sfide ci richiedono. Quest’anno il Signore ci offre un’occasione storica per riformare la nostra vita personale e quella della nostra chiesa locale. E’ uno sforzo di discernimento che ancora una volta è necessario affidare alla grazia dello Spirito Santo che custodisce il segreto di ogni ecclesiale discernimento“.

QUI è possibile leggere il testo integrale dell’omelia di Mons. Tardelli.




Veglia di Pentecoste: l’invito del Vescovo ai sinodali

Quest’anno la Veglia si svolgerà nella chiesa di San Francesco sabato 27 maggio alle 21. Sono chiamati a partecipare soprattutto i padri e le madri sinodali e i fedeli del vicariato di città

Sabato 27 maggio alle 21 presso la Chiesa di San Francesco a Pistoia il vescovo Tardelli presiede la Veglia di Pentecoste. Un momento importante che si intreccia profondamente al cammino sinodale della Chiesa di Pistoia. Proprio in occasione della messa della Veglia dello scorso anno, ad inizio giugno 2022, venne infatti consegnata la Lettera Pastorale Convocati dallo Spirito che segnò, di fatto, l’inizio del lungo percorso di avvicinamento al Sinodo e fu il primo atto di formazione per moderatori e segretari per questo storico appuntamento della Chiesa di Pistoia.

Nell’ultimo incontro dei Circoli minori lo scorso 17 maggio il Vescovo ha ricordato il legame tra Pentecoste e Sinodo nel suo saluto in diretta streaming ai gruppi dei Circoli minori riuniti. «Guidati dallo Spirito – ha sottolineato Tardelli – entriamo dentro le esigenze del Vangelo di oggi, che la nostra comunità ci richiede e che cerchiamo di individuare insieme. Dobbiamo renderci conto delle nostre responsabilità nell’essere testimoni di quanto scritto nel Vangelo in questi tempi così complessi ».

«Continuiamo ad invocare lo Spirito Santo – ha aggiunto il Vescovo di Pistoia – continuiamo a pregarlo, continuiamo a chiedere la sua luce per guidare i nostri passi. Per questo è importante l’invito a vivere insieme, come sinodali ma più in generale come comunità, la Veglia di Pentecoste che si svolgerà nella chiesa di San Francesco il prossimo sabato per celebrare assieme l’Eucarestia, per chiamare a noi ancora una volta, tutti insieme, e con forza, la guida dello Spirito Santo per tracciare il nostro cammino».

«Invochiamo con fiducia la presenza dello Spirito – ha concluso Tardelli nel suo invito diretto ai sinodali, ma aprendo ed estendendo il suo appello a tutta la comunità pistoiese – perchè possa essere sempre on noi, facendolo trasparire anche nella stesura del documento che verrà poi presentato al termine di questa fase di confronto».

 




Pasqua 2023: gli auguri del Vescovo

Il videomessaggio alla Diocesi di Monsignor Tardelli

È Pasqua. Mi domando cosa voglia dire formulare degli auguri in questo tempo della storia. Cosa significhi ridirsi “buona Pasqua” in un mondo così toccato da tante crisi e segnato dal male. Un’altra Pasqua con la guerra alle nostre porte, dopo quella dello scorso anno, e con difficoltà sociali ed economiche che pressano il nostro Paese ed il nostro territorio.

Il tempo di Pasqua è però tempo di speranza. Il momento in cui possiamo ridirci la notizia più bella e straordinaria che l’uomo possa ricevere: Gesù Cristo è risorto. Ha vinto la morte. Ha vinto ogni cattiveria dell’uomo. Ha sconfitto il male che rovina l’uomo. Certo, bisogna credere in Lui, osservare i suoi comandamenti, perché soltanto così la nostra vita diventa veramente felice. Auguro, allora, una buona Pasqua.

A tutti, credenti e non credenti, perché possiamo camminare insieme nella luce del bene. Mi auguro che tutti possano fare l’esperienza di sentirsi amati, in modo pieno e completo, da un Dio che cerca ognuno di noi. Se Cristo è risorto possiamo non aver più paura di niente e, abbandonata ogni paura, impegnarci nel bene, provare a creare una vita nuova, un mondo nuovo, una società nuova.

Buona Pasqua a tutti.

+ Fausto Tardelli, vescovo

 

Qui il testo integrale dell’omelia per la solennità di Pasqua di Risurrezione

 




Tardelli: «Anche di te Dio ha bisogno ora»

Il Signore e il mondo «vorrebbero trovare in noi non dei supereroi, ma persone che credono a ciò che proclamano, che insegnano ciò che credono e vivono ciò che insegnano»

Nell’apertura della sua omelia per la “Messa Crismale, celebrata mercoledì 5 aprile alle 21 in Cattedrale, il vescovo Tardelli ha sottolineato la ricchezza di una liturgia che raccoglie tutto il presbiterio attorno al vescovo, con i diaconi e i laici dove «per la consacrazione si comunica concretamente la misericordia divina che raggiunge ogni uomo per santificarlo e renderlo sacrificio di lode ». Una ricchezza che ricorda «una verità alquanto paradossale ma che davvero ci scuote e ci commuove: Dio ha bisogno di noi».

«È una affermazione che ha dell’incredibile – ha spiegato il vescovo Tardelli — ma che esprime un fatto: Dio ha “voluto” aver bisogno di noi, dandoci così un segno mirabile del suo straordinario amore. Come nell’economia sacramentale la Grazia divina passa attraverso i segni del pane, del vino e dell’olio, e lo vediamo specialmente stasera, così Dio si serve di noi, si vuol servire di noi». «Gesù ha costituito la Chiesa come suo corpo. Attorno a sè ha radunato uomini e donne come suoi discepoli e amici. Ha chiesto loro di compiere i suoi gesti in sua memoria; ha dato loro un’effusione speciale dello Spirito per consacrarli e abilitarli ad agire in nome suo. (…) Dio, dunque, si è per così dire affidato alle nostre povere mani e ci chiede con insistenza, ci ripete accoratamente: Io ho bisogno di te. Ho bisogno di voi, insieme. Ho bisogno delle tue mani, del tuo cuore della tua testa. Ho bisogno della tua voce, del tuo tempo, di tutto di te. Ho bisogno che siate una cosa sola, perché il mondo creda. Ne ho un bisogno assoluto, urgente».

Una verità che è motivo «del nostro impegno e della nostra gioia, nostro onore e nostro vanto. Questa consapevolezza è anche ciò che guida i lavori sinodali e da senso all’impegno per essere una Chiesa sinodale». «Ma non ce lo dice soltanto il Signore. Ci implorano — ha aggiunto il Vescovo — anche i ragazzi, i giovani, gli uomini e le donne del nostro tempo. Ci implorano coloro che soffrono nel corpo e nello spirito e attendono speranza: i poveri, gli ultimi della terra, gli scartati del mondo, quelli che non trovano più un significato alla loro vita e sono disperati, che sono soli e sconsolati, che sono vittime innocenti e scandalizzati dalle ingiustizie e dalle cattiverie del mondo. Quelli che vivono nel peccato, lontano da Dio, gli indifferenti, i criminali, i senza Dio».

«Se Dio ha voluto aver bisogno di noi, noi, la nostra parte, per piccola che sia, dobbiamo cercare di farla nel migliore dei modi». «Il Signore innanzitutto e poi gli uomini e le donne del mondo– ha concluso -, vorrebbero trovare in noi non dei supereroi ma persone che credono a ciò che proclamano, che insegnano ciò che credono e vivono ciò che insegnano. Persone vere e sincere, che comunicano Gesù Cristo con tutta la propria umanità toccata dalla Grazia e resa veicolo di amore autentico. Persone che sanno trasmettere il messaggio della salvezza, annunciando con gioia la verità sulla vita e sul suo destino».




Settimana Santa 2023: le celebrazioni con il Vescovo

Luoghi e orari delle celebrazioni della Domenica di Passione e della Settimana Santa con monsignor Tardelli in Cattedrale e non solo

Domenica 2 aprile la Chiesa celebra la Domenica delle Palme, giorno solenne che inaugura la Settimana Santa. Come afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica ogni celebrazione liturgica e in modo particolare la Settimana Santa «non soltanto ricorda gli eventi che hanno operato la nostra salvezza; essa li attualizza, li rende presenti. Il Mistero pasquale di Cristo viene celebrato, non ripetuto. Sono le celebrazioni che si ripetono. In ciascuna di esse ha luogo l’effusione dello Spirito Santo che attualizza l’unico Mistero».

Ripercorrere la Passione di Gesù e la sua Resurrezione è un’occasione da non perdere per lasciarsi coinvolgere dalla suggestioni dei riti della Settimana Santa, ma soprattutto per permettere al Signore di guarirci e aprire alla speranza la nostra esistenza. 

Le celebrazioni con il vescovo avviano sabato 1 aprile, quando alle 17.30 nella chiesa di Sant’Ignazio, monsignor Tardelli celebrerà la Benedizione dell’olivo e avvierà la processione fino alla Cattedrale di San Zeno dove sarà concelebrata la Messa. In quel giorno tutte le altre celebrazioni liturgiche del centro storico sono sospese.

Il vescovo presiederà in Cattedrale la Messa crismale con la benedizione degli olii santi mercoledì 5 aprile alle 21. In Duomo per il triduo pasquale il vescovo presiederà giovedì alle 18.00 la Messa in Coena Domini con la lavanda dei piedì, venerdì alle 21 la liturgia della Passione e sabato alle 22 la Veglia pasquale.

Domenica 9 aprile, Pasqua di Resurrezione il Vescovo presiede alle 11.00 la Messa Pontificale in Cattedrale con al termine la benedizione apostolica e annessa indulgenza plenaria.

Quest’anno, in occasione dei riti della Settimana santa il vescovo si sposterà anche nelle altre chiese del Centro Storico: Domenica delle Palme il Vescovo presiede la Messa che partirà da San Giovanni Fuorcivitas alle 11 e si concluderà in San Paolo; Giovedì santo celebrerà la Messa alle 21 in San Bartolomeo presso la Fraternità apostolica di Gerusalemme e venerdì alle 15.30 sarà di nuovo in san Paolo per la celebrazione della Passione.

 




L’apertura solenne del Sinodo Diocesano

Sabato 25 marzo la Celebrazione in Cattedrale con il Vescovo Tardelli e i Sinodali.

La cronaca di una serata memorabile con alcuni passaggi dell’omelia e della relazione del Vicario Generale don Cristiano D’Angelo

 

È l’ora di alzarsi: per la Chiesa di Pistoia si apre ufficialmente un nuovo capitolo, una tappa che chiede di fare i conti con la propria identità di Chiesa locale, radicata in una storia e in un territorio, ma dentro un “cambiamento d’epoca” che invita alla missione. «Con il Sinodo diocesano – ha infatti affermato il vescovo Tardelli nell’omelia – Dio ci dice di alzarci, di risorgere a vita nuova, di intraprendere con coraggio la vita nella testimonianza del suo amore».

In tanti si sono “alzati” e ritrovati insieme in occasione della Messa di Apertura di sabato 25 marzo: i quasi 400 sinodali, il Presbiterio quasi al completo, numerosi fedeli dalle parrocchie e dal mondo delle aggregazioni laicali, insieme alla presenza dei sindaci del territorio e di altre autorità civili e militari. Una celebrazione del respiro corale, con momenti di grande intensità.

La liturgia è avviata in Battistero, da dove – al canto delle litanie – si è snodato processionalmente il corteo formato dai sinodali e seguito dai presbiteri, i canonici e il Vescovo Tardelli. La Messa ha seguito la liturgia della V domenica di Quaresima con la proclamazione del Vangelo di Giovanni e l’episodio della Resurrezione di Lazzaro. A partire da quel brano e concentrandosi sul grido con cui Gesù richiama alla vita l’amico dal sepolcro, Monsignor Tardelli ha commentato: «Il grido di Gesù, carissimi amici e fratelli, questa sera è rivolto a ciascuno di noi e alla nostra Chiesa. Gesù ci vede bisognosi di salvezza. Bisognosi di uscire fuori dalle nostre paure e chiusure».

Il Sinodo – ha poi aggiunto – «è un dono d’amore innanzitutto perché ci riunisce insieme, noi così tante volte dispersi e frantumati; perchè ci fa essere un corpo solo che voi sinodali ben rappresentate, investiti stasera dal soffio dello Spirito, per vivere giorni indimenticabili di unità e di speranza»; «un dono d’amore» perché insegna ad essere una Chiesa «che cammina insieme e insieme testimonia l’amore del Signore»,  perché «invita a guardare avanti, verso gli altri, verso tutti gli uomini e le donne del nostro tempo e dei nostri territori, ai quali siamo inviati come debitori di amore e come testimoni che rispondono alle attese di Vangelo presenti nel cuore di tutti e della società».

Al centro del presbiterio un grande leggio su cui era aperto l’Evangeliario ha manifestato a tutti la centralità del Vangelo e il riferimento imprescindibile alla Parola di Dio. Al termine dell’Omelia del Vescovo i padri e le madri sinodali hanno pronunciato insieme la professione di fede che accompagna l’impegno di assumersi responsabilmente il proprio «ufficio di Sinodale» nell’adesione alle verità della Fede e al Magistero della Chiesa. Ognuno dei sinodali ha quindi firmato personalmente, toccando con una mano il libro dei Vangeli in segno di giuramento solenne, un grande foglio steso sull’altare. Uno dopo l’altro, in una lunga ma intensa processione, i sinodali hanno posto il proprio nome nella storia del XX Sinodo diocesano della Chiesa di Pistoia; per ultimo ha firmato il Vescovo Tardelli.

La Messa è quindi proseguita con la liturgia eucaristica. Al termine è intervenuto il Vicario Generale don Cristiano D’Angelo che ha rivolto al vescovo e ai presenti la sua Relazione in apertura del Sinodo.

«Perché facciamo un Sinodo?. Senza dubbio – ha affermato il Vicario Generale — perché il magistero di Papa Francesco ha rimesso al centro della Chiesa la questione della sinodalità». «Rimettere al centro della Chiesa la sinodalità – ha spiegato – è riaffermare il sacerdozio battesimale dei credenti, la realtà del popolo di Dio che, animato dallo Spirito, è tutto insieme chiamato a cercare di capire cosa ci chiede oggi Dio, a discernere quali sono “i segni dei tempi”, cioè le esperienze umane, gli eventi, fuori e dentro la Chiesa, attraverso i quali Egli ci parla e ci invita a conversione».

«Invitandoci a domandarci quali sono “le attese di Vangelo” di oggi, — ha spiegato don D’Angelo – il nostro vescovo Fausto ha voluto porci in uno stato di ascolto, invitarci all’attenzione, per riconoscere tra i bisogni e le attese del nostro tempo quelle che hanno bisogno della buona notizia dell’amore, della speranza della risurrezione, della giustizia, della pace, della fraternità, cioè di quelli che sono i valori evangelici e che noi crediamo essere un balsamo per l’animo, un lievito di bene per la società, un farmaco di giustizia per il mondo. Non è scontato questo invito. Si ricordino le parole del Signore: “Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?” (Lc 12,56)».

Don Cristiano D’Angelo ha anche brevemente illustrato i prossimi passaggi del Sinodo e le principali tematiche contenute nell’Instrumentum laboris «emerse nel lavoro dei gruppi sinodali che saranno oggetto del Sinodo a partire dalla prima Assemblea generale di venerdì 14 Aprile a Valdibrana». «Nella seconda sessione del Sinodo, quella dell’anno prossimo, — ha spiegato — avremo modo di tradurre la fecondità dell’ascolto nel coraggio di nuove scelte pastorali»; «il frutto del Sinodo sarà offerto alla fine delle due sessioni sinodali al Vescovo per un ulteriore e decisivo discernimento evangelico che il Vescovo è chiamato ad operare in forza del carisma apostolico che gli è affidato, garanzia della evangelicità e cattolicità della Chiesa».

Prima della Benedizione finale tutti i sinodali hanno recitato insieme la preghiera “Adsumus”, la preghiera che i padri conciliari proclamavano ad ogni sessione del Concilio Vaticano II, che tradotta suona “siamo qui davanti”: un “eccoci” rivolto a Dio ma anche a tutta la Chiesa di Pistoia per invocare il dono dello Spirito all’aprirsi del cammino sinodale.

Ugo Feraci