Incontro alla gente nelle parrocchie

Nei prossimi fine settimana monsignor Tardelli celebrerà in alcune comunità della diocesi

PISTOIA – Una nuova ripartenza, anche nei rapporti e nella valutazione delle ferite, degli insegnamenti e, perchè no, dei piccoli miracoli che rimangono dopo tre mesi di confinamento e chiusura a causa del Covid-19.

«È il momento di tornare a incontrare la gente nei diversi territori della diocesi – afferma il vescovo Tardelli – dopo la pausa forzata dettata dalla pandemia voglio visitare le comunità celebrando la messa nelle parrocchie più popolose dei vicariati».

«Visto che non c’è stata la possibilità di svolgere incontri pastorali, né di celebrare le cresime, come di ricevere visite — spiega il vescovo —, mi è sembrato che fosse bello andare a incontrare le diverse realtà parrocchiali, per ricucire un contatto con le comunità più popolose della diocesi dopo questo periodo di lontananza».

Monsignor Tardelli celebrerà le messe domenicali in alcune parrocchie attraversando in lungo e in largo il territorio diocesano. Le prime visite sono partite la scorsa settimana con la celebrazione a Poggio a Caiano, nella solennità del Corpus Domini, seguite dalla messa a Casalguidi di sabato 20, andranno avanti fino primi di agosto. Tutte le celebrazioni, almeno fino a nuova disposizione, saranno svolte secondo le modalità previste finora nell’applicazione delle misure di sicurezza anti-covid, con un numero contingentato di fedeli. Ecco il calendario delle messe: domenica 21 alle 10.30 nella chiesa di San Pietro ad Agliana, sabato 27 giugno alle 18.30 nella Chiesa di San Michele Arcangelo a Bottegone; domenica 28 alle 11 al Sacro Cuore di Montemurlo, sabato 4 luglio alle 18.30 presso la parrocchia di S. Maria Assunta a Quarrata, domenica 5 luglio alle 11 nella chiesa della Santa Croce di Vinci. Sabato 11 luglio alle 18 presiederà la messa nella pieve di San Michele Arcangelo a Carmignano, sabato 18 alle 18 a Pistoia presso la Chiesa della Vergine, mentre domenica 19 luglio alle 10 nella chiesa di Santo Stefano a Lamporecchio. Ultimo appuntamento, dopo i festeggiamenti iacobei, domenica 2 agosto alle 10.30 a Limestre con una celebrazione all’aperto per la Festa della Madonna della neve.

Michael Cantarella

 




Il vescovo incontra animatori e catechisti

L’appuntamento è per giovedì 25 giugno alle 21 nell’aula liturgica di Valdibrana

Per accompagnare la conclusione di questo difficile anno pastorale, l’ufficio catechistico diocesano ha organizzato un incontro con il vescovo in programma per giovedì prossimo, 25 giugno, presso l’aula liturgica del Santuario di Valdibrana a partire dalle 21. La serata vuole essere un segno di vicinanza concreta ai collaboratori parrocchiali, che – con ogni probabilità da settembre – dovranno ripartire con catechismo e gruppi, in un mondo completamente cambiato dalla paura del virus.

«A conclusione dell’anno pastorale – afferma suor Giovanna Cheli, responsabile dell’ufficio catechistico diocesano – ci incontreremo per condividere la preghiera e fare comunione dopo un anno davvero complesso, pieno di forti provocazioni, di appelli e di eventi tutti da comprendere alla luce della fede. Per questo invocheremo lo Spirito Santo riascolteremo il mandato di Gesù ai discepoli: io sono con voi ogni giorno fino alla fine del mondo. Racconteremo la fede e la vita, ascolteremo la parola del vescovo e raccoglieremo le preghiere che nascono dal nostro quotidiano in tempo di pandemia».

«Siamo tutti invitati a partecipare – conclude – armati di voglia di ripartire e di una mascherina, sotto la quale sarà nascosto il nostro sorriso e con esso la nostra gioia di rivedersi! Tutti i catechisti sono attesi!».




Protagonisti del cambiamento, non solo “fruitori di sacramenti”

Una sera di preghiera per riassaporare il gusto di essere Chiesa. La Veglia di Pentecoste celebrata in Cattedrale sabato 30 maggio, ha segnato una tappa significativa nel cammino pastorale di quest’anno indimenticabile, segnato dall’emergenza coronavirus.

Un evento comunitario che ha concluso e riassunto il cammino pasquale con la celebrazione della Messa crismale: «è dalla Pasqua del Signore — ha spiegato il vescovo Tardelli nell’omelia — che scaturiscono i sacramenti e gli oli benedetti». Nella Messa crismale trova piena manifestazione il popolo di Dio che costituisce una diocesi: chierici, religiosi e laici insieme per non dimenticare l’identità sacerdotale donata dal Battesimo e rinnovare la propria gratitudine per i doni di Dio.

Così, rivolgendosi ai presbiteri, che in questa Messa hanno rinnovato le loro promesse, il vescovo ha detto: «Tanti nel mondo sanno fare molte cose meglio di noi. Non possiamo nemmeno pensare lontanamente di averne noi la capacità». «Ma c’è una cosa — ha precisato — che solo noi possiamo fare, ed è quello che dobbiamo fare e imparare a fare sempre di nuovo, ogni giorno sempre meglio: dare Cristo alle persone; comunicare la speranza che viene dalla parola di Dio e dalla grazia sacramentale (…). A noi compete indicare agli uomini e alla gente la via del cielo e l’impegno della carità che anticipa il cielo sulla terra. Questo amore, questa carità pastorale che ci fa guardare a ogni uomo e donna come li guarda Dio, cercando per ciascuno la salvezza eterna e munendolo di tutto ciò che spiritualmente è necessario, è il nostro compito».

Poi Tardelli, rivolgendosi ai laici presenti ne ha sottolineato tutto il protagonismo nella vita della fede: «Voi tutti, laici, uomini e donne, giovani e adulti, e voi religiose, non siete qui come spettatori di un qualcosa che va in scena di fronte a voi. Voi siete pienamente partecipi invece del mistero di amore della Pasqua che dà origine alla santificazione degli oli di questa sera. Voi siete Chiesa, siete popolo di Dio e insieme ai sacerdoti offrite anche voi l’agnello innocente del nostro riscatto, il Signore Gesù». «Voi non siete soltanto fruitori dei sacramenti» ha ricordato Tardelli, ma “sacramento vivente” dell’amore di Cristo». «Il vostro lavoro è una partecipazione all’opera continua della creazione e un mezzo per trasformare il mondo; la vostra vita sociale, in mezzo ai paesi e alle città, un modo per raccontare l’amore che cambia il mondo e lo rende migliore».

«In questo momento — ha concluso il vescovo — voglio rivolgere ancora un pensiero particolare ai nostri ragazzi. Il Crisma che stasera viene consacrato, servirà in gran parte per cresimarli. La chiusura delle scuole e questo tempo di pandemia hanno di fatto allontanato i ragazzi dalla partecipazione alla Messa». Con la sospensione del catechismo però, le parrocchie non si sono dimenticate dei ragazzi: «Molte cose sono state fatte, per la verità (…) Sono grato, in particolare, al personale dell’ufficio catechistico diocesano, per l’impegno profuso in questo tempo. Sta di fatto che i nostri ragazzi dovranno essere aiutati a riprendere dimestichezza con la Messa e la vita della comunità».

Il vescovo ha un pensiero particolare per i cresimandi della diocesi: «Vogliamo pregare stasera per loro — spiega — perché si sentano oggetto di un amore grande, quello di Dio; perché sentano la voglia e l’entusiasmo di camminare secondo lo Spirito», siano fortificati dallo Spirito, perché li aiuti a comprendere che «il tempo della pandemia che abbiamo attraversato e che stiamo ancora attraversando, ci ha fatto capire che è necessario costruire un mondo nuovo, migliore di quello di prima».

Leggi l’intera omelia

(dal settimanale La Vita del 31/05/20).




Tardelli: «Ricominciare con responsabilità». Le indicazioni per i fedeli

Il vescovo si rivolge ai fedeli nel primo fine settimana con le Sante Messe Festive aperte al popolo. In un documento anche le indicazioni per i fedeli nella fase 2.

Da parte del vescovo anche un messaggio e una benedizione speciale per i “volontari” che accompagneranno la ripresa delle messe.

Ricominciare con responsabilità

Il vescovo di Pistoia Fausto Tardelli si rivolge ai fedeli nel primo fine settimana con le Sante Messe Festive aperte al popolo

Publiée par Diocesi di Pistoia sur Vendredi 22 mai 2020

 Il testo del video messaggio

«Carissimi,

siamo arrivati a una fase nuova di questo tormentato momento che ci ha visto in grave difficoltà. Possiamo di nuovo celebrare insieme l’Eucaristia e anche gli altri sacramenti, possiamo ritrovarci nelle nostre chiese, possiamo innalzare a Dio la lode, quella di un popolo che si riconosce salvato dalla Misericordia di Dio.

È una grande gioia, una possibilità nuova che ci è data e vogliamo viverla davvero con gratitudine. Nello stesso tempo però sappiamo che ci deve essere senso di responsabilità perché il male c’è ancora nella società: c’è ancora questo virus e dobbiamo fare attenzione. Quindi accettiamo di buon grado tutte le limitazioni e le attenzioni che sono necessarie per poter essere al sicuro il più possibile. È un disagio che accettiamo volentieri per il senso di responsabilità che dobbiamo avere, e che riguarda ognuno di noi. Ciascuno deve agire con grande cautela.

Questa riapertura non è ancora ovviamente la riapertura di tutta la vita della Chiesa. Però aspettiamo con fiducia di poter rinnovare anche i nostri soliti incontri e nel frattempo continuiamo ad operare nella carità perché questa non è mai mancata ancora continua.
E proprio nella carità vogliamo ricordare ed essere vicino in particolare a coloro che soffrono questo momento: coloro che sono nel disagio per la situazione economica, per il lavoro che manca, coloro che ancora sono malati e coloro che possono ancora essere contagiati, coloro che in qualche modo si trovano in difficoltà nella solitudine. Ecco, la carità della Chiesa continua e vogliamo che sia ancora attenzione vera per tutti costoro.

Quindi davvero gioia grande per questo inizio nuovo, per questa ripresa proprio nel giorno dell’ascensione, e senso di responsabilità. Ma ripeto, serve ancora grande apertura di cuore verso chi è nel bisogno, in modo particolare in questo tempo».

 

Sono disponibili in pdf le indicazioni rivolte dal vescovo ai fedeli laici del popolo di Dio, parte viva della Chiesa di Pistoia.

Lettera vescovo ai Laici per la ripresa delle celebrazioni

Di seguito la lettera e la benedizioni per i volontari.




Tre giorni di grazia e preghiera per la Diocesi

Il primo di maggio monsignor Tardelli celebrerà la Messa dal Santuario di Valdibrana per l’apertura del mese tradizionalmente dedicato alla Vergine Maria. Al termine della celebrazione il vescovo affiderà la diocesi di Pistoia alla protezione della Madonna delle Grazie di Valdibrana. La Messa sarà in diretta su Tvl (canale 11) alle ore 18. Un’occasione di preghiera in cui rivolgere un pensiero particolare anche al mondo del lavoro del territorio diocesano, duramente segnato dalla pandemia.

Il giorno seguente, sabato 2 maggio, ricorre invece l’anniversario di ordinazione episcopale di monsignor Tardelli, consacrato vescovo nel 2004 dall’allora presule di Lucca Bruno Tommasi nella basilica di San Frediano di Lucca. Dei suoi sedici anni di episcopato Tardelli ne ha trascorsi dieci nella diocesi di San Miniato. L’8 ottobre del 2014 è stato nominato da papa Francesco vescovo di Pistoia. Per la ricorrenza la Chiesa di Pistoia, grata al Signore, è invitata a sostenere e accompagnare il vescovo con la preghiera.

Domenica 3 maggio alle 18, invece, nella Cattedrale di San Zeno di Pistoia riceverà il ministero del lettorato Maximilien Baldi della comunità del Seminario di Pistoia. Il lettorato, conferito nella 57a Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni, segna un’ulteriore tappa di avvicinamento al sacerdozio per Maximilien (35 anni), arrivato in seminario dopo un passato da imbianchino e una bella storia di conversione. Iscritto al quarto anno della Facoltà Teologica dell’Italia Centrale svolge il suo servizio presso la parrocchia della Vergine a Pistoia. Anche questa Messa, celebrata a porte chiuse e senza popolo, sarà presieduta dal vescovo Tardelli e trasmessa in diretta su Tvl.

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L’omelia di Pasqua del vescovo: «Pronti a ricostruire il mondo»

Nell’omelia del giorno di Pasqua il vescovo invita a seguire Cristo Con Lui rifiorisce ogni cosa e tutto può cambiare

«La risurrezione non è un discorso, non è una teoria, non è un bel pensiero». «La risurrezione di Cristo — ha affermato il vescovo Tardelli nella sua omelia di Pasqua — resta un atto di fede, ma fu un fatto, non un sentimento». Gesù era stato condannato a morte e la sentenza eseguita: sulla croce.

«Umanamente — ha commentato — avremmo detto che non c’era più niente da fare … Tutto dunque allora sembrava chiuso, senza alcuna prospettiva, inchiodato a un presente senza speranza». «In un contesto del genere, che assomiglia …per certi versi, anche al momento difficile che stiamo attraversando, dove l’angoscia per il presente, si unisce a una grande incertezza per il futuro, la resurrezione di Cristo la si può riscoprire in tutto il suo valore, in tutta la sua forza dirompente, in tutta la sua novità».

«Oggi — ha aggiunto il vescovo —, quando ci sentiamo fiaccati e frustrati da qualcosa di imprevisto che ci ha tolto improvvisamente tante abitudini belle, con la possibilità di incontrarci, di stringerci la mano, di abbracciarci e di guardarci negli occhi con fiducia, la buona notizia di Cristo che ha vinto la morte, che ha sconfitto il potere oscuro della morte, che ha vinto con l’amore la cattiveria del mondo, ci riempie il cuore di emozione e di gioia». «Il Cristo è davvero il

condottiero che ci può condurre oltre le secche della nostra storia di uomini, Colui che ha le chiavi del mondo e della storia, Colui nel quale e per il quale ogni cosa può rifiorire». Concludendo, monsignor Tardelli ha rivolto un invito: «riandiamo ancora, carissimi fratelli a quel mattino di Pasqua. Proviamo ad entrare nel cuore delle donne che non trovarono Gesù nel sepolcro e ascoltarono le parole misteriose degli angeli. E illuminati dalla luce del risorto, guardiamo anche al bene che sta fiorendo dovunque nel mondo». «Corriamo allora dietro a Cristo», ha concluso, «e con Lui e dietro a Lui, mettiamoci a ricostruire il nostro mondo, a farlo migliore, perché dopo la tempesta che stiamo attraversando, questo dovremo fare con tutte le nostre forze: ricostruire!».

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Il messaggio dei vescovi toscani. Come vivere la Settimana Santa

Indicazioni per la Settimana Santa. Dalla Cet parole di speranza e consolazione.

Tra pochi giorni sarà Pasqua. Con la Domenica delle Palme entreremo nella Settimana Santa. Ci apprestiamo a vivere il momento più importante dell’anno per i cristiani, in un modo tutto particolare: senza celebrare insieme i sacri riti che ci hanno sempre raccolto nelle nostre chiese. Il dramma che stiamo vivendo e di cui il Santo Padre si è fatto interprete con un gesto di straordinario significato pregando, implorando il Signore e benedicendo tutto il mondo da una piazza San Pietro vuota, immagine di questi nostri giorni di angoscia, ci spinge a scelte coraggiose e responsabili.

Come vescovi delle Chiese della Toscana sentiamo di doverci rivolgere a tutto il nostro popolo per comunicare a tutti un messaggio di speranza e di consolazione. Vogliamo altresì rinnovare il fermo nostro impegno come Chiesa a stare vicino a chi in questi giorni sente più pesante la difficoltà: i poveri e i malati. Attraverso le nostre Caritas in particolare continueremo senza sosta ad accompagnare chi vive già ora o si troverà nel disagio. Come pure ci sentiamo impegnati a essere vicini con l’assistenza spirituale ai malati e a chi se ne sta prendendo cura.

Ribadiamo la nostra gratitudine a quanti, nel mondo della sanità come in quello del volontariato, si stanno sacrificando per coloro che sono nella malattia e nella sofferenza. Incoraggiamo tutti a mantenere con fermezza comportamenti responsabili, evitando in particolare per quanto possibile di uscire dalle nostre abitazioni, come chiede l’autorità pubblica quale primo contributo per contrastare la diffusione del virus. Il nostro pensiero va agli anziani e ai malati nelle loro case o nelle case di riposo: auspichiamo che nei modi più opportuni l’attenzione delle istituzioni, del volontariato, delle persone vicine non faccia mancare l’attenzione alle loro esigenze umane, materiali e spirituali. Un pensiero anche per i nostri bambini, perché trovino in chi sta loro vicino il modo di vivere questi momenti come una proposta di crescita educativa e di consapevolezza del valore della vita e delle sue prove, di responsabilità e di solidarietà.

Vogliamo anche incoraggiare tutti alla preghiera e ringraziare le famiglie che si uniscono spiritualmente a pregare insieme. Le loro invocazioni, particolarmente quelle dei malati, insieme a quelle di tutte le comunità religiose e dei sacerdoti, si uniscono alla intercessione dei nostri santi per il bene di tutti e per l’indulgenza che è stata concessa.

A tutti vogliamo dire di non perdere la speranza, anche in questi nostri giorni, pur sentendo il peso di ciò che ci viene a mancare. Potremo ricevere il perdono di Dio che rinnova la vita, anche senza poter sentire pronunciare su ciascuno di noi le parole di Cristo attraverso il sacerdote. Non potremo salutarci nella festa, abbracciandoci nel segno della pace, rallegrandoci per essere stati rinnovati dall’incontro sacramentale col Signore che, risorto, ha vinto la morte. Sarà però ugualmente Pasqua di risurrezione. Nell’angoscia del momento presente, piangeremo ugualmente ai piedi del Crocifisso e rinnoveremo anche quest’anno la nostra fiducia nell’amore di Dio. Riscopriremo forse che le nostre case possono essere chiesa, tempio santo di Dio e forse faremo anche esperienza che la comunione dei cuori è la cosa più importante da vivere, aldilà di ogni distanza e separazione.

Vi presentiamo ora alcune essenziali indicazioni per vivere al meglio la Settimana Santa e la Pasqua. La vita liturgica delle nostre Chiese soffre particolarmente in questi giorni dell’impossibilità di manifestare il suo volto comunitario nelle assemblee con il popolo, interrotte da tempo per venire incontro alla necessità di evitare la diffusione del coronavirus Covid-19 a causa del convergere delle persone. Il disagio si accentua nella prospettiva delle celebrazioni della Settimana Santa e in specie del Triduo pasquale, che è il centro e la sorgente sacramentale dell’intera vita cristiana.

I vescovi toscani, prendendo atto delle limitazioni indicate dalle autorità ecclesiastiche e civili, si apprestano a celebrare i riti secondo le disposizioni ricevute. Invitano inoltre i propri preti e collocare l’orario delle celebrazioni in modo che la loro eventuale e auspicabile diffusione attraverso i mezzi di comunicazione sociale non si sovrapponga alle celebrazioni presiedute dal Santo Padre, a cui è bene indirizzare l’attenzione dei nostri fedeli.

Continua anche nella Settimana Santa l’impossibilità dei fedeli a partecipare di persona alle celebrazioni, disposizione rafforzata dal Decreto della Congregazione per il Culto Divino che stabilisce che siano “riti senza concorso di popolo”.

I sacerdoti celebreranno nelle medesime modalità con cui hanno celebrato la Santa Messa nelle ultime settimane. Ai fedeli e in particolare alle famiglie, oltre a unirsi spiritualmente alle celebrazioni, anche con l’ausilio dei mezzi radiotelevisivi e informatici, si suggerisca di trovare in altri momenti del giorno un tempo di preghiera, per il quale gli uffici liturgici diocesani indicheranno un’idonea sussidiazione.

La Domenica delle Palme, nelle cattedrali e nelle parrocchie, verranno benedetti solo i rami di ulivo dei presenti; non vi sarà quindi alcuna forma di distribuzione dei rami benedetti.

La Messa del Crisma, per la quale è doveroso dare a tutti i sacerdoti la possibilità di concelebrare con il loro vescovo – essendo questo rito “manifestazione della comunione dei presbiteri con il loro vescovo” –, viene rinviata a data futura, che sarà indicata in base a quanto disporrà il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana, in sintonia con quanto il Santo Padre stabilirà per la Diocesi di Roma. Gli Oli che sono stati benedetti nella Messa del Crisma dello scorso anno vengono conservati e se ne farà uso fino a quando non verrà celebrata la Messa del Crisma in questo anno.

Il Giovedì Santo, nella celebrazione della Messa “in coena Domini”, verrà omessa la lavanda dei piedi; al termine della Messa non ci sarà la reposizione solenne dell’Eucaristia e conseguentemente neanche la sua collocazione in una cappella ornata per l’adorazione.

Il Venerdì Santo, durante la Celebrazione della Passione del Signore, l’ultima invocazione della Preghiera universale sarà formulata come è stato indicato dall’Ufficio liturgico nazionale; nell’Adorazione della Croce quanti sono presenti alla celebrazione si astengano dal baciarla e manifestino la loro venerazione con altro gesto opportuno. Non potranno svolgersi le tradizionali Via Crucis e altre manifestazioni di venerazione della Croce; si invitano i fedeli a pregare seguendo la trasmissione che verrà proposta dalle reti televisive della Via Crucis del Santo Padre in piazza San Pietro.

La Veglia Pasquale si celebrerà nelle chiese cattedrali e parrocchiali, o nelle chiese conventuali con il permesso del Vescovo; nella Veglia si ometterà l’accensione del fuoco e non verranno celebrati i sacramenti dell’Iniziazione cristiana; dopo la benedizione dell’acqua lustrale verranno rinnovate le promesse battesimali; l’accensione del cero e l’Annuncio pasquale, la liturgia della Parola e la liturgia eucaristica si svolgeranno come previsto nel Messale Romano.

La Domenica di Pasqua la celebrazione della Santa Messa avverrà secondo quanto prescritto dalle norme liturgiche. Si invitano tutte le chiese a suonare a festa le campane alle ore 12.00, come segno di annuncio della vittoria di Cristo sulla morte, di speranza per uomini e donne in questo tempo di sofferenza, di comunione fra tutte le comunità e le genti di Toscana.

I fedeli che vorranno accostarsi alla Comunione in tutto il tempo pasquale, cioè da Pasqua e Pentecoste, fintanto che rimarranno in vigore le restrizioni concernenti le celebrazioni con il popolo, potranno farlo solo in modo privato. I sacerdoti si rendano disponibili facendo attenzione al rispetto delle normative sanitarie in vigore e a evitare che si formino raggruppamenti. La stessa disponibilità si assicuri per le Confessioni individuali, sempre evitando che l’accesso da individuale e controllato possa trasformarsi in afflusso di gente ed evento comunitario. Si ricordi peraltro a tutti i fedeli, che, particolarmente in questa situazione di emergenza, ciascuno può rivolgersi nell’intimo della propria coscienza a Dio con un atto di pieno pentimento, da cui scaturisce il perdono dei peccati commessi anche mortali, purché al tempo stesso ci si impegni a confessare i peccati non appena sarà possibile accedere alla Confessione individuale.

I Vescovi delle Diocesi della Toscana

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Coronavirus: nota sull’accoglienza a Vicofaro

Il vescovo Tardelli interviene sulla emergenza coronavirus in relazione alle strutture parrocchiali o diocesane e in particolare a quelle della parrocchia di Vicofaro.

PISTOIA – 20/03/2020

«A seguito della drammatica emergenza sanitaria causata dalla diffusione del coronavirus, particolarmente aggressiva nel nostro paese, la Chiesa italiana ha ritenuto doveroso fare tutto quanto le è possibile per non mettere a rischio la salute delle persone. Nelle scorse settimane è stato necessario sospendere le celebrazioni liturgiche pubbliche ed evitare qualsiasi forma di assembramento, anche nelle nostre chiese. Un atto doveroso e responsabile, non certo privo di dolore. In ogni caso, fin dal primo momento, con le indicazioni date da me a più riprese, anche la diocesi di Pistoia si è impegnata ad una rigorosa applicazione delle regole emanate dal Governo per questo periodo, all’interno di tutte le sue strutture, in particolare laddove i rischi fossero concreti ed elevati.

Quanto detto include ovviamente anche l’esperienza di accoglienza che viene portata avanti nella parrocchia di Vicofaro. Al momento si sta operando affinché quanto prima tutto sia regolare e al riparo di qualsiasi rischio, sia per la popolazione residente nel quartiere di Vicofaro, sia per le stesse persone ospitate. Per questo motivo, a brevissimo, è prevista la drastica e immediata riduzione del numero dei presenti a Vicofaro e la loro collocazione in ambienti idonei e tutelati, dove siano rispettate in tutto le norme igienico sanitarie, di prevenzione e di movimento varate dal governo per far fronte alla grave minaccia rappresentata dall’epidemia.

L’intento, altresì, è inoltre quello di predisporre una stretta sorveglianza anche all’interno della struttura di Vicofaro, perché ci si attenga a quanto oggi richiesto a tutti per il bene comune e prima di tutto degli stessi fratelli immigrati.

Il lavoro della diocesi e delle altre istituzioni e realtà coinvolte, negli ultimi mesi, è sempre andato in questa direzione, ed oggi, l’obiettivo non è più procrastinabile. Pertanto, risulta evidente che non sarà possibile prendere in considerazioni obiezioni di alcun genere rispetto a questo preciso orientamento.

Faccio altresì rilevare che, seppure l’osservanza delle leggi sull’ordine pubblico e delle norme igienico – sanitarie recentemente emanate sia responsabilità personale di ogni cittadino, solo le autorità pubbliche preposte hanno gli strumenti idonei per farle rispettare. Da questo punto di vista, se opportunamente e preventivamente avvisato, non troveranno certamente in me alcun ostacolo alla loro azione e intervento, neppure all’interno delle stesse strutture».

(comunicato)




Indicazioni diocesane per l’emergenza coronavirus

Riassumiamo le indicazioni segnalate dalla Conferenza episcopale Italiana e della Toscana e le precisazioni del vescovo di Pistoia Fausto Tardelli nella sua lettera ai fedeli della Diocesi di Pistoia.

CELEBRAZIONI, SACRAMENTI E APERTURA CHIESE

  1. Sospensione della Messa con il popolo e di ogni altra funzione liturgica pubblica, sia in luoghi chiusi che aperti.
  2. Per le esequie, la cui sospensione è esplicitamente richiesta dal Decreto governativo, i Vescovi esortano a sostenere i familiari nel loro dolore con la benedizione del feretro che, non potendo essere fatta in chiesa, può comunque svolgersi in forma privata, come previsto dai libri liturgici, assicurando anche i fedeli che si potrà celebrare la Santa Messa in suffragio del defunto una volta superata questa emergenza.
  3. I vescovi invitano a mantenere nelle parrocchie il suono delle campane, per ricordare che l’Eucaristia non viene meno, anche in questo periodo in cui ne è sospesa la celebrazione pubblica.
  4. La Domenica si invitano tutti i fedeli a collegarsi tramite televisione, radio o social network alle celebrazioni rese abitualmente accessibili per chi è malato o nell’impossibilità di recarsi in chiesa.
  5. Ricordiamo, infine, che il provvedimento governativo non esige la chiusura delle chiese, che saranno aperte per chi, con le debite precauzioni e autorizzazioni, intendesse fermarsi a pregare da solo in chiesa.
  6. L’apertura delle chiese indica la chiara volontà di rimanere una presenza di prossimità a tutto il popolo anche in questa situazione di emergenza. Così come lo indica la disponibilità dei sacerdoti ad accompagnare il cammino spirituale delle persone con l’ascolto, la preghiera e il sacramento della riconciliazione; il loro celebrare quotidianamente – senza popolo, ma per tutto il popolo – l’Eucaristia; il loro visitare ammalati e anziani, anche con i sacramenti degli infermi; il loro recarsi sui cimiteri per la benedizione dei defunti.
  7. Per quanto concerne il sacramento della riconciliazione è preferibile non utilizzare confessionali, ma luoghi più ampi come la sacrestia o ambienti adiacenti la chiesa. Per la confessione nei banchi si tenga la distanza di almeno di un metro, a condizione che sia possibile garantire la dovuta riservatezza del sacramento.
  8. Gli oratori e i locali parrocchiali destinati al catechismo restino chiusi. Sono sospese tutte le attività parrocchiali che prevedono assembramenti (catechismo, gruppi, oratori). Si cerchi, ove possibile, di favorire l’utilizzo dei social network.

SERVIZI CARITAS

In questa stessa linea si colloca la volontà di «assicurare a livello diocesano e parrocchiale i servizi essenziali a favore dei poveri, quali le mense, gli empori, i dormitori, i centri d’ascolto», come scrive Caritas Italiana, che aggiunge l’attenzione a «non trascurare i nuovi bisognosi e anche chi viveva già situazioni di difficoltà e vede peggiorare la propria condizione».

CENTRO D’ASCOLTO DIOCESANO: chiusura sia mattina che pomeriggio. Reperibilità telefonica per le emergenze nelle mattine di martedì e giovedì dalle 9.30 alle 12.30, allo 0573 768685.

MENSA DON SIRO BUTELLI: apertura solo dalle ore 11.30 alle 12.30, tutti i giorni della settimana, festivi compresi. Pasti da asporto sia per il pranzo che per la cena, con attesa fuori dalla struttura.

CENTRO MIMMO: il servizio è sospeso fino a data da destinarsi.

EMPORIO DELLA SOLIDARIETÀ: la struttura mantiene il consueto orario di apertura (lunedì e giovedi pomeriggio 15-17; mercoledì mattina 10-12; i primi due martedì del mese dalle 10-12). Sarà predisposto un pacco di generi alimentari essenziali.

DALLA LETTERA AI FEDELI DELLA DIOCESI DI PISTOIA DEL VESCOVO TARDELLI

  1. La Santa Messa, pur in forma privata senza la partecipazione del popolo, continuerà ad essere celebrata dai sacerdoti nei giorni festivi come in quelli feriali. I parroci continueranno a segnalare con il suono delle campane le SS. Messe che saranno celebrate a porte chiuse. La celebrazione eucaristica quotidiana da parte dei presbiteri conserva un valore altissimo ed è sempre celebrata a vantaggio di tutto il popolo e per la salvezza del mondo, pur se in queste circostanze il popolo non può partecipare fisicamente all’azione liturgica.
  2. Il vescovo invita ognuno a «procurarsi foglietti o messalini con la liturgia della domenica, per dedicare alla lettura, alla meditazione e alla preghiera intonata al tempo liturgico della Quaresima, un congruo spazio di tempo nel giorno del Signore».
  3. Mons. Tardelli dice inoltre ai fedeli tutti: «ricordate nella preghiera i vostri fratelli della comunità parrocchiale, i vostri sacerdoti, i vostri bambini i giovani e particolarmente gli anziani, che sono ad oggi i più esposti al rischio».
  4. Il vescovo propone «a tutti di innalzare speciali suppliche alla Madonna che a Pistoia onoriamo con il titolo di Madonna dell’umiltà o Madonna di Valdibrana. Possiamo pregare con fiducia il rosario perché questo morbo pestifero sia sconfitto, i malati siano guariti e la società possa essere migliore».
  5. Mons. Tardelli invita, infine, ad accompagnare «la preghiera anche con atti di penitenza, perché sicuramente quanto sta accadendo è anche un invito forte a rivedere la nostra vita, a convertirci dal peccato ad un amore più sincero e generoso verso Dio e verso il prossimo».

Come da indicazioni del DPCM del 9 marzo 2020, si ricorda che:

«Sull’intero territorio nazionale è vietata ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico. Sono sospese quindi tutte le manifestazioni organizzate, nonché gli eventi in luogo pubblico o privato, ivi compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo, religioso e fieristico, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico …; nei predetti luoghi è sospesa ogni attività»;

«l’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro. Sono sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri».

La precedente indicazione sottostà comunque alla regola generale che dice di «evitare ogni spostamento delle persone fisiche, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero spostamenti per motivi di salute». Ai sacerdoti sarà consentito, mediante autocertificazione, a motivo di ministero equiparato ad esigenze lavorative, recarsi a casa dei malati e anziani per i sacramenti, come pure per benedire le salme dei defunti.

VARIE

La scuola diocesana di teologia ha sospeso le lezioni almeno fino al 3 aprile. Chiusi tutti gli archivi, le biblioteche e i musei. Gli uffici della Curia sono chiusi al pubblico. Per informazioni o richieste urgenti: info@diocesipistoia.it specificando il motivo e lasciando recapito telefonico.

MESSA DEL VESCOVO IN DIRETTA TV E STREAMING

Ricordiamo a tutti che il vescovo di Pistoia Fausto Tardelli celebrerà la messa in diretta su TVL (canale 11, oppure streaming sul sito o sul canale youtube di TVL) a partire dalle 18.30, tutti i giorni fino alla liturgia prefestiva del Sabato.

(Pistoia, 10 marzo 2020)

Scarica le indicazioni in PDF




Coronavirus: la lettera del vescovo, il comunicato CET

Ai fedeli della diocesi di Pistoia

Carissimi, i tempi burrascosi che stiamo vivendo ci costringono ad adottare misure drastiche per cercare quanto meno di rallentare il contagio di un male che ci ha colti impreparati e che ci fa toccare con mano la nostra fragilità di uomini.

Tra queste misure, la più dolorosa è quella di non poter celebrare in pubblico la Santa Messa e gli altri sacramenti e sacramentali.

Dobbiamo però reagire a questa situazione con un di più di fede e di speranza insieme ad un aumento della carità, in attesa di poter di nuovo celebrare tutti insieme nella gioia la morte e la Risurrezione di Cristo alla mensa eucaristica.

Il Signore Gesù è compagno del nostro cammino e continua a ripeterci: “venite a me voi tutti che siete stanchi e oppressi ed io vi darò ristoro” . Non venga mai meno dunque l’abbandono fiducioso nelle braccia del Signore. Intanto voglio dire a tutti che la Santa Messa, pur in forma privata senza la partecipazione del popolo, continuerà ad essere celebrata dai sacerdoti nei giorni festivi come in quelli feriali.

I sacerdoti offriranno il divino sacrificio per tutti voi e voi saprete che a quelle ore, il sacerdote sarà in chiesa per voi e con voi e vi potrete così unire spiritualmente a loro nell’offerta di tutti voi stessi al Padre. I parroci continueranno a segnalare con il suono delle campane le SS. Messe che saranno celebrate a porte chiuse.

Gli stessi sacerdoti, con la celebrazione quotidiana dell’Eucaristia e l’ufficio divino, saranno impegnati durante tutta la settimana a pregare per tutto il popolo, implorando da Dio la vittoria sul male che sta imperversando.

Vorrei dire ancora che ci attiveremo perché non manchi attraverso anche i moderni mezzi di comunicazione i contatti con la comunità parrocchiale.

Io stesso ogni giorno celebrerò per tutti voi, facendo in modo che questa celebrazione possa essere seguita da casa, attraverso la TV o altri mezzi.

Invito comunque ciascun fedele a procurarsi foglietti o messalini con la liturgia della domenica, per dedicare alla lettura, alla meditazione e alla preghiera un congruo di tempo nel giorno del Signore. Questo tempo di forzata lontananza dai sacramenti può anche farvi riscoprire la bellezza di trovarvi insieme a pregare in famiglia.

Vi chiedo inoltre di ricordare nella preghiera i vostri fratelli della comunità parrocchiale, i vostri sacerdoti, i vostri bambini i giovani e particolarmente gli anziani, che sono ad oggi i più esposti al rischio. La forzata sospensione di contatti fraterni e amicali, può essere sostituita con una vicinanza realizzata attraverso i mezzi che la tecnologia ci mette a disposizione.

Infine, propongo a tutti di innalzare speciali suppliche alla Madonna che a Pistoia onoriamo con il titolo di Madonna dell’umiltà o Madonna di Valdibrana. Possiamo pregare con fiducia il rosario perché questo morbo pestifero sia sconfitto, i malati siano guariti e la società possa essere migliore. Accompagniamo la preghiera anche con atti di penitenza, perché sicuramente quanto sta accadendo è anche un invito forte a rivedere la nostra vita, a convertirci dal peccato ad un amore più sincero e generoso verso Dio e verso il prossimo. Non venga meno la speranza nella misericordia di Dio, perché in esto abbandono fiducioso sta tutta la nostra forza. Che Dio vi benedica.

+ Fausto Tardelli, vescovo

(Da martedì 10 marzo, il Vescovo di Pistoia Fausto Tardelli celebrerà la messa a partire dalle 18,30, tutti i giorni fino alla liturgia prefestiva del Sabato, e sarà diffusa su TVL in diretta sul canale 11, oppure streaming sul sito o sul canale youtube di TVL).

 

Comunicato CET del 9 marzo 2020

La Conferenza episcopale toscana si è riunita questa mattina all’eremo di Lecceto: tra i temi all’ordine del giorno, quello delle misure adottate dal Governo Italiano per contrastare la diffusione del “coronavirus”, e di come queste incidono sulla vita delle comunità cristiane e dei singoli fedeli. I Vescovi toscani hanno manifestato la loro piena sintonia con la posizione espressa dalla Cei, condividendo con tutti i vescovi italiani “la comune preoccupazione di fronte all’emergenza sanitaria che sta interessando il Paese”.

Sempre in sintonia con la Cei, esprimono anche il loro disagio di fronte alla prescrizione, fortemente restrittiva, di sospendere la celebrazione pubblica delle Sante Messe, che viene comunque accolta nell’ottica della reciproca collaborazione per il bene del Paese, in vista della tutela della salute pubblica.

I Vescovi fanno richiamo, da questo punto di vista, al senso di responsabilità che in questi giorni si attende che venga praticata da tutti e in modo particolare da un soggetto pubblico come la Chiesa.

Evitare tutto ciò che può favorire gli assembramenti di persone, sottolineano i Vescovi, limita molto la dimensione comunitaria della vita cristiana, ma è un limite che va accettato per evitare il diffondersi del contagio. Questa misura implica la sospensione della Messa con il popolo e di ogni altra funzione liturgica pubblica, sia in luoghi chiusi che aperti.

Per quanto riguarda le esequie, la cui sospensione è esplicitamente richiesta dal Decreto governativo, i Vescovi esortano a sostenere i familiari nel loro dolore con la benedizione del feretro che, non potendo essere fatta in chiesa, può comunque svolgersi in forma privata, come previsto dai libri liturgici, assicurando anche i fedeli che si potrà celebrare la Santa Messa in suffragio del defunto una volta superata questa emergenza.

I Vescovi invitano anche sacerdoti, catechisti e quanti hanno compiti pastorali ad aiutare i fedeli a interpretare nel modo corretto queste limitazioni.

Ci viene chiesto un grande sacrificio, quello di rinunciare alla celebrazione dell’Eucaristia con il popolo: vogliamo vivere questo “digiuno eucaristico”, affermano i Vescovi toscani, come stimolo a pensare ancora di più all’Eucaristia come «fonte e culmine di tutta la vita cristiana». Il fatto che in questo momento non possiamo celebrare pubblicamente la Messa, non deve farci dimenticare la centralità della celebrazione eucaristica, e non ci impedisce di viverne i frutti, in particolare la carità e la comunione. La stessa privazione della celebrazione comunitaria può essere vissuta come gesto di carità verso la comunità civile e come segno di comunione nella Chiesa e con il popolo. Questa privazione può essere inserita tra le penitenze quaresimali, ricordando che anche il Venerdì santo è un giorno senza celebrazione eucaristica.

I Vescovi ricordano che i sacerdoti sono invitati a continuare la celebrazione dell’Eucaristia, anche senza la partecipazione fisica del popolo, e che tutti i fedeli in questa situazione di emergenza si possono unire a questa celebrazione spiritualmente.

Per questo, i Vescovi invitano a mantenere nelle parrocchie il suono delle campane, per ricordare che l’Eucaristia non viene meno, anche in questo periodo in cui ne è sospesa la celebrazione pubblica. La nostalgia della Messa può divenire occasione di conversione e tappa del cammino che ci conduce alla Pasqua.

Questa situazione richiede anche alle comunità cristiane il ricorso ad altre varie iniziative pastorali, anche incentivando l’uso dei nuovi mezzi di comunicazione come canali di evangelizzazione e di partecipazione alla vita secondo lo Spirito. Questi strumenti possono essere utilizzati per assistere, nella preghiera, alle celebrazioni liturgiche, ma anche per promuovere iniziative di catechesi, formazione e meditazione.

La Domenica si invitano tutti i fedeli a collegarsi tramite televisione, radio o social network alle celebrazioni rese abitualmente accessibili per chi è malato o nell’impossibilità di recarsi in chiesa.

Nel guardare alla situazione dei nostri territori, i Vescovi manifestano la loro vicinanza alle persone malate e ai loro familiari, agli anziani e alle persone fragili che corrono i rischi più alti dalla diffusione del contagio, ed esprimono gratitudine verso medici, infermieri, personale sanitario, associazioni di volontariato e tutti coloro che in questi giorni, in Toscana come nel resto d’Italia, sono faticosamente impegnati a fronteggiare questa emergenza.

Questo, concludono i Vescovi, sia un tempo più intenso di preghiera e di riscoperta del grande dono della Parola di Dio, che già all’inizio di questo tempo di Quaresima ci è stato raccomandato: “Non di solo pane vive l’uomo…”. L’ascolto attento della Parola aiuterà anche a prendere coscienza che quanto sta accadendo non deve essere considerato un castigo di Dio. A Dio dobbiamo, piuttosto, fare riferimento nella preghiera, per invocarne la presenza accanto agli uomini come fonte di conforto, fiducia, speranza, fraternità. Come cristiani siamo chiamati a dare testimonianza di tutto questo, impegnandoci responsabilmente per il bene comune.

Questo sia anche un tempo di consapevolezza della nostra condizione di creature e di carità: l’emergenza che viviamo deve essere occasione per riflettere sulla precarietà e sulla fragilità della vita umana, e sul destino comune che abbraccia l’umanità. La diffusione della malattia ci dimostra che siamo interdipendenti gli uni dagli altri, e la via di uscita da questa epidemia può essere trovata solo attraverso la collaborazione e la solidarietà di tutti.

Maria, salute dei malati, sia sostegno e conforto in questo difficile frangente; il Signore, fonte di ogni bene, benedica la famiglia umana e allontani da noi ogni male.

9 marzo 2020 I Vescovi delle Chiese della Toscana