Il vescovo ricorda i morti per Covid-19

Una messa in suffragio in Cattedrale domenica 12 luglio

Domenica 12 luglio, alle 18, nella Cattedrale di San Zeno, monsignor Tardelli celebrerà una Messa solenne in suffragio di tutte le vittime del Covid–19. La funzione sarà animata in via del tutto straordinaria dal coro Gospel Internazionale di Pistoia.

Il coro, diretto dal medico e musicista di origini nigeriane Augustine Iroatulam, è in attività dal 2008, vanta un’attività più che decennale di concerti in Italia, in Europa e negli Stati Uniti.

La Santa Messa sarà il momento per ripercorrere i fatti degli ultimi tre mesi, che hanno profondamente cambiato le vite di tutti. Ciascuno potrà guardare alle perdite, alle ferite, e alla necessaria ricostruzione delle tante vicende che hanno segnato questo periodo, guardando con occhi diversi al futuro.




Il vescovo ai catechisti: cinque punti da cui ripartire

Pubblichiamo le parole del vescovo rivolte ai catechisti in occasione dell’incontro svolto giovedì 25 giugno 2020 nell’aula liturgica di Valdibrana

Alle catechiste e ai catechisti della diocesi.

Passato il tempo della pandemia o comunque sperando possa essere in via di superamento, vogliamo riprendere il cammino. Quel cammino che in verità non abbiamo mai interrotto, trovando modi e forme nuove per essere presenti ai nostri ragazzi e alle loro famiglie, ma che ora riprendiamo anche insieme alle nostre comunità parrocchiali. In questa prospettiva vorrei darvi 5 indicazioni che possono costituire come una bussola per il vostro servizio e il vostro impegno.

1. Siamo strumenti nelle mani del Signore. Lo state capendo sempre più: siete mezzi di cui il Signore si serve, non mezzi impersonali e astratti ma attivi, che partecipano con la propria persona, con la propria vita. Voi siete i mezzi attraverso cui Lui incontra e raggiunge i vostri ragazzi. Siamo tutti consapevoli dei nostri limiti, ma lui ci ha scelti e chiamati. Come diceva Madre Teresa, siamo una matita nelle mani di Dio. Matita di cui Lui si serve per scrivere nel cuore delle persone. Dovete aver chiaro questa cosa, sentirne la gioia e la responsabilità, la bellezza e la grandezza. Siete collaboratori di Dio, del suo messaggio di salvezza.

2. Siete uomini e donne di relazione. Sempre più andiamo capendo il valore della relazione. Relazione con Cristo innanzitutto. Relazione, rapporto vivo, dialogo, comunicazione, incontro della mente e del cuore. Relazione da coltivare, custodire e alimentare. Poi relazione con i ragazzi che vi sono affidati. In questo tempo avete capito che non si tratta semplicemente di insegnare. Si tratta piuttosto di un incontro con persone in crescita, ciascuna con le sue caratteristiche: ognuna diverso dall’altro. Relazione con le famiglie: adesso ne abbiamo capito di più l’importanza. Forse siamo anche riusciti in alcuni casi a stabilirla questa una relazione e capire il suo valore e che non si tratta solo di fare degli incontri con i genitori, ma piuttosto di stabilire un rapporto con i genitori e le famiglie. Infine, relazione con la comunità. Voi siete parte della comunità non siete battitori liberi o free lance o mercenari. Siete membri di una comunità ed è a nome della comunità che adempite alla vostra missione.

3. Andare all’essenziale. Forse, il tempo difficile che abbiamo attraversato ci ha insegnato anche questo: che bisogna andare all’essenziale, alla sostanza. Dobbiamo fare ancora molta strada su questo. Ci siamo accorti quanto alcune cose siano davvero importanti e quante altre invece lo siano assai di meno. Ci siamo resi conto che forse avevamo trascurato cose che erano davvero importanti e dato invece importanza a cose che invece ci zavorrano. Per un catechista andare all’essenziale è andare a Gesù Cristo, alla sua storia. Alla fine, per un catechista si tratta di imparare a narrare la storia di Gesù come una storia viva che ha scosso, commosso, coinvolto. Narrare, non insegnare. Raccontare la vita del Signore che incontra la nostra vita, che con il suo amore ci prende e ci conquista. Come una storia che può coinvolgere anche le persone alle quali si è mandati e rendere bella la loro vita.

4. Ricostruire le nostre comunità parrocchiali, che nel tempo si sono appesantite. Sarebbe sbagliato riprendere semplicemente tutto quello che si faceva prima e come prima. Anche in questo caso, occorre tornare all’essenziale: la relazione tra le persone, l’incontro con Gesù Cristo e la sua Parola, l’aiuto fraterno, la vicinanza, la testimonianza. La comunità cristiana la edifica il Signore con il suo Santo Spirito. Noi però dobbiamo collaborare e fare la nostra parte. Ricostruiamo dunque le nostre parrocchie che un po’ di polvere addosso ce l’hanno; possiamo toglierla prendendo occasione da questo tempo inaspettato e nuovo. Con l’aiuto del Signore, con la guida dello Spirito Santo dobbiamo dare un volto nuovo, comunitario, fraterno, missionario alle nostre parrocchie. Meno paludate e più vive, meno istituzionali e più relazionali, più calde e meno burocratiche. Comunità vive, famiglie. Dobbiamo ricostruire lo stare insieme, imparando a perdonarci e ad accoglierci.

5. Camminare insieme come chiesa particolare, come diocesi. Siamo qui anche stasera provenienti dalle diverse parti della diocesi e abbiamo fatto un cammino comune: non perdiamo questa ricchezza. Continuiamolo a camminare insieme a livello diocesano. Non riprendiamo l’abitudine di fare ognuno per conto suo. Abbiamo notato diversità; dobbiamo quindi uniformarci ma non per essere tutti uguali, ma perché camminiamo insieme. Ci rendiamo conto che in diocesi ci sono situazioni diverse, ma sapere che siamo insieme in un cammino vuol dire anche assumersi la responsabilità di aiutarsi a vicenda tra parrocchie e tra catechisti. A breve riprenderemo il cammino dell’iniziazione cristiana, ma lo riprenderemo insieme. Abbiamo accumulato dei ritardi, ma forse questo tempo ci offre una bella occasione per ripensare l’iniziazione cristiana come un cammino che si fa tutti insieme, pur consapevoli delle caratteristiche proprie di ogni realtà. Un percorso comune da scandire sia a livello di formazione che di catechesi, come anche a livello della celebrazione dei sacramenti dell’Eucarestia e della Confermazione.

Concludo questi brevi appunti, con un pensiero rivolto a Maria. Abbiamo ripreso gli incontri tra i catechisti, presso il santuario di Valdibrana. Alla Madonna, alla sua intercessione e amicizia affido volentieri tutti voi catechisti e catechiste della diocesi. Come all’abbraccio materno di Maria affido tutti i vostri ragazzi e le loro famiglie, chiedendo in particolare alla Madonna che ci aiuti a riprendere con gioia il cammino della vita cristiana e della testimonianza con le nostre comunità parrocchiali.

Valdibrana, 25 giugno 2020




Giubilei sacerdotali per SS. Pietro e Paolo

Una messa nel giardino dell’episcopio per festeggiare gli anniversari di vita presbiterale

Il vescovo Tardelli, complici le restrizioni della pandemia, ha scelto di festeggiare in fraterna intimità la solennità dei SS. Pietro e Paolo. Lunedì 29 alle 18.30 infatti, presiederà una santa messa all’aperto nel giardino del palazzo di via Puccini, seguita da un momento di convivialità offerto al clero e soprattutto a quanti, tra i sacerdoti, ricordano una data speciale nel loro cammino ministeriale.

Quest’anno i festeggiati sono cinque: don Leonardo Giacomelli che ricorda una ricorrenza davvero singolare: 70anni di sacerdozio; seguono don Giovanni Scremin e don Renzo Aiardi, entrambi con 65 ani di messa. Si ricordano quindi il 50esimo di don Marino Marino e i 25 anni di don Timoteo Bushishi.

Un appuntamento riservato per motivi di spazio al solo clero, che permetterà più facilmente anche ai preti più anziani e fragili, ospiti nell’adiacente Seminario vescovile, di partecipare alla preghiera e alla festa. Il 29 giugno è generalmente la data tradizionale per le ordinazioni sacerdotali. Anche il vescovo Tardelli è diventato sacerdote in quella data a Lucca nel 1974.

 




Incontro alla gente nelle parrocchie

Nei prossimi fine settimana monsignor Tardelli celebrerà in alcune comunità della diocesi

PISTOIA – Una nuova ripartenza, anche nei rapporti e nella valutazione delle ferite, degli insegnamenti e, perchè no, dei piccoli miracoli che rimangono dopo tre mesi di confinamento e chiusura a causa del Covid-19.

«È il momento di tornare a incontrare la gente nei diversi territori della diocesi – afferma il vescovo Tardelli – dopo la pausa forzata dettata dalla pandemia voglio visitare le comunità celebrando la messa nelle parrocchie più popolose dei vicariati».

«Visto che non c’è stata la possibilità di svolgere incontri pastorali, né di celebrare le cresime, come di ricevere visite — spiega il vescovo —, mi è sembrato che fosse bello andare a incontrare le diverse realtà parrocchiali, per ricucire un contatto con le comunità più popolose della diocesi dopo questo periodo di lontananza».

Monsignor Tardelli celebrerà le messe domenicali in alcune parrocchie attraversando in lungo e in largo il territorio diocesano. Le prime visite sono partite la scorsa settimana con la celebrazione a Poggio a Caiano, nella solennità del Corpus Domini, seguite dalla messa a Casalguidi di sabato 20, andranno avanti fino primi di agosto. Tutte le celebrazioni, almeno fino a nuova disposizione, saranno svolte secondo le modalità previste finora nell’applicazione delle misure di sicurezza anti-covid, con un numero contingentato di fedeli. Ecco il calendario delle messe: domenica 21 alle 10.30 nella chiesa di San Pietro ad Agliana, sabato 27 giugno alle 18.30 nella Chiesa di San Michele Arcangelo a Bottegone; domenica 28 alle 11 al Sacro Cuore di Montemurlo, sabato 4 luglio alle 18.30 presso la parrocchia di S. Maria Assunta a Quarrata, domenica 5 luglio alle 11 nella chiesa della Santa Croce di Vinci. Sabato 11 luglio alle 18 presiederà la messa nella pieve di San Michele Arcangelo a Carmignano, sabato 18 alle 18 a Pistoia presso la Chiesa della Vergine, mentre domenica 19 luglio alle 10 nella chiesa di Santo Stefano a Lamporecchio. Ultimo appuntamento, dopo i festeggiamenti iacobei, domenica 2 agosto alle 10.30 a Limestre con una celebrazione all’aperto per la Festa della Madonna della neve.

Michael Cantarella

 




Il vescovo incontra animatori e catechisti

L’appuntamento è per giovedì 25 giugno alle 21 nell’aula liturgica di Valdibrana

Per accompagnare la conclusione di questo difficile anno pastorale, l’ufficio catechistico diocesano ha organizzato un incontro con il vescovo in programma per giovedì prossimo, 25 giugno, presso l’aula liturgica del Santuario di Valdibrana a partire dalle 21. La serata vuole essere un segno di vicinanza concreta ai collaboratori parrocchiali, che – con ogni probabilità da settembre – dovranno ripartire con catechismo e gruppi, in un mondo completamente cambiato dalla paura del virus.

«A conclusione dell’anno pastorale – afferma suor Giovanna Cheli, responsabile dell’ufficio catechistico diocesano – ci incontreremo per condividere la preghiera e fare comunione dopo un anno davvero complesso, pieno di forti provocazioni, di appelli e di eventi tutti da comprendere alla luce della fede. Per questo invocheremo lo Spirito Santo riascolteremo il mandato di Gesù ai discepoli: io sono con voi ogni giorno fino alla fine del mondo. Racconteremo la fede e la vita, ascolteremo la parola del vescovo e raccoglieremo le preghiere che nascono dal nostro quotidiano in tempo di pandemia».

«Siamo tutti invitati a partecipare – conclude – armati di voglia di ripartire e di una mascherina, sotto la quale sarà nascosto il nostro sorriso e con esso la nostra gioia di rivedersi! Tutti i catechisti sono attesi!».




Protagonisti del cambiamento, non solo “fruitori di sacramenti”

Una sera di preghiera per riassaporare il gusto di essere Chiesa. La Veglia di Pentecoste celebrata in Cattedrale sabato 30 maggio, ha segnato una tappa significativa nel cammino pastorale di quest’anno indimenticabile, segnato dall’emergenza coronavirus.

Un evento comunitario che ha concluso e riassunto il cammino pasquale con la celebrazione della Messa crismale: «è dalla Pasqua del Signore — ha spiegato il vescovo Tardelli nell’omelia — che scaturiscono i sacramenti e gli oli benedetti». Nella Messa crismale trova piena manifestazione il popolo di Dio che costituisce una diocesi: chierici, religiosi e laici insieme per non dimenticare l’identità sacerdotale donata dal Battesimo e rinnovare la propria gratitudine per i doni di Dio.

Così, rivolgendosi ai presbiteri, che in questa Messa hanno rinnovato le loro promesse, il vescovo ha detto: «Tanti nel mondo sanno fare molte cose meglio di noi. Non possiamo nemmeno pensare lontanamente di averne noi la capacità». «Ma c’è una cosa — ha precisato — che solo noi possiamo fare, ed è quello che dobbiamo fare e imparare a fare sempre di nuovo, ogni giorno sempre meglio: dare Cristo alle persone; comunicare la speranza che viene dalla parola di Dio e dalla grazia sacramentale (…). A noi compete indicare agli uomini e alla gente la via del cielo e l’impegno della carità che anticipa il cielo sulla terra. Questo amore, questa carità pastorale che ci fa guardare a ogni uomo e donna come li guarda Dio, cercando per ciascuno la salvezza eterna e munendolo di tutto ciò che spiritualmente è necessario, è il nostro compito».

Poi Tardelli, rivolgendosi ai laici presenti ne ha sottolineato tutto il protagonismo nella vita della fede: «Voi tutti, laici, uomini e donne, giovani e adulti, e voi religiose, non siete qui come spettatori di un qualcosa che va in scena di fronte a voi. Voi siete pienamente partecipi invece del mistero di amore della Pasqua che dà origine alla santificazione degli oli di questa sera. Voi siete Chiesa, siete popolo di Dio e insieme ai sacerdoti offrite anche voi l’agnello innocente del nostro riscatto, il Signore Gesù». «Voi non siete soltanto fruitori dei sacramenti» ha ricordato Tardelli, ma “sacramento vivente” dell’amore di Cristo». «Il vostro lavoro è una partecipazione all’opera continua della creazione e un mezzo per trasformare il mondo; la vostra vita sociale, in mezzo ai paesi e alle città, un modo per raccontare l’amore che cambia il mondo e lo rende migliore».

«In questo momento — ha concluso il vescovo — voglio rivolgere ancora un pensiero particolare ai nostri ragazzi. Il Crisma che stasera viene consacrato, servirà in gran parte per cresimarli. La chiusura delle scuole e questo tempo di pandemia hanno di fatto allontanato i ragazzi dalla partecipazione alla Messa». Con la sospensione del catechismo però, le parrocchie non si sono dimenticate dei ragazzi: «Molte cose sono state fatte, per la verità (…) Sono grato, in particolare, al personale dell’ufficio catechistico diocesano, per l’impegno profuso in questo tempo. Sta di fatto che i nostri ragazzi dovranno essere aiutati a riprendere dimestichezza con la Messa e la vita della comunità».

Il vescovo ha un pensiero particolare per i cresimandi della diocesi: «Vogliamo pregare stasera per loro — spiega — perché si sentano oggetto di un amore grande, quello di Dio; perché sentano la voglia e l’entusiasmo di camminare secondo lo Spirito», siano fortificati dallo Spirito, perché li aiuti a comprendere che «il tempo della pandemia che abbiamo attraversato e che stiamo ancora attraversando, ci ha fatto capire che è necessario costruire un mondo nuovo, migliore di quello di prima».

Leggi l’intera omelia

(dal settimanale La Vita del 31/05/20).




Tardelli: «Ricominciare con responsabilità». Le indicazioni per i fedeli

Il vescovo si rivolge ai fedeli nel primo fine settimana con le Sante Messe Festive aperte al popolo. In un documento anche le indicazioni per i fedeli nella fase 2.

Da parte del vescovo anche un messaggio e una benedizione speciale per i “volontari” che accompagneranno la ripresa delle messe.

Ricominciare con responsabilità

Il vescovo di Pistoia Fausto Tardelli si rivolge ai fedeli nel primo fine settimana con le Sante Messe Festive aperte al popolo

Publiée par Diocesi di Pistoia sur Vendredi 22 mai 2020

 Il testo del video messaggio

«Carissimi,

siamo arrivati a una fase nuova di questo tormentato momento che ci ha visto in grave difficoltà. Possiamo di nuovo celebrare insieme l’Eucaristia e anche gli altri sacramenti, possiamo ritrovarci nelle nostre chiese, possiamo innalzare a Dio la lode, quella di un popolo che si riconosce salvato dalla Misericordia di Dio.

È una grande gioia, una possibilità nuova che ci è data e vogliamo viverla davvero con gratitudine. Nello stesso tempo però sappiamo che ci deve essere senso di responsabilità perché il male c’è ancora nella società: c’è ancora questo virus e dobbiamo fare attenzione. Quindi accettiamo di buon grado tutte le limitazioni e le attenzioni che sono necessarie per poter essere al sicuro il più possibile. È un disagio che accettiamo volentieri per il senso di responsabilità che dobbiamo avere, e che riguarda ognuno di noi. Ciascuno deve agire con grande cautela.

Questa riapertura non è ancora ovviamente la riapertura di tutta la vita della Chiesa. Però aspettiamo con fiducia di poter rinnovare anche i nostri soliti incontri e nel frattempo continuiamo ad operare nella carità perché questa non è mai mancata ancora continua.
E proprio nella carità vogliamo ricordare ed essere vicino in particolare a coloro che soffrono questo momento: coloro che sono nel disagio per la situazione economica, per il lavoro che manca, coloro che ancora sono malati e coloro che possono ancora essere contagiati, coloro che in qualche modo si trovano in difficoltà nella solitudine. Ecco, la carità della Chiesa continua e vogliamo che sia ancora attenzione vera per tutti costoro.

Quindi davvero gioia grande per questo inizio nuovo, per questa ripresa proprio nel giorno dell’ascensione, e senso di responsabilità. Ma ripeto, serve ancora grande apertura di cuore verso chi è nel bisogno, in modo particolare in questo tempo».

 

Sono disponibili in pdf le indicazioni rivolte dal vescovo ai fedeli laici del popolo di Dio, parte viva della Chiesa di Pistoia.

Lettera vescovo ai Laici per la ripresa delle celebrazioni

Di seguito la lettera e la benedizioni per i volontari.




Tre giorni di grazia e preghiera per la Diocesi

Il primo di maggio monsignor Tardelli celebrerà la Messa dal Santuario di Valdibrana per l’apertura del mese tradizionalmente dedicato alla Vergine Maria. Al termine della celebrazione il vescovo affiderà la diocesi di Pistoia alla protezione della Madonna delle Grazie di Valdibrana. La Messa sarà in diretta su Tvl (canale 11) alle ore 18. Un’occasione di preghiera in cui rivolgere un pensiero particolare anche al mondo del lavoro del territorio diocesano, duramente segnato dalla pandemia.

Il giorno seguente, sabato 2 maggio, ricorre invece l’anniversario di ordinazione episcopale di monsignor Tardelli, consacrato vescovo nel 2004 dall’allora presule di Lucca Bruno Tommasi nella basilica di San Frediano di Lucca. Dei suoi sedici anni di episcopato Tardelli ne ha trascorsi dieci nella diocesi di San Miniato. L’8 ottobre del 2014 è stato nominato da papa Francesco vescovo di Pistoia. Per la ricorrenza la Chiesa di Pistoia, grata al Signore, è invitata a sostenere e accompagnare il vescovo con la preghiera.

Domenica 3 maggio alle 18, invece, nella Cattedrale di San Zeno di Pistoia riceverà il ministero del lettorato Maximilien Baldi della comunità del Seminario di Pistoia. Il lettorato, conferito nella 57a Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni, segna un’ulteriore tappa di avvicinamento al sacerdozio per Maximilien (35 anni), arrivato in seminario dopo un passato da imbianchino e una bella storia di conversione. Iscritto al quarto anno della Facoltà Teologica dell’Italia Centrale svolge il suo servizio presso la parrocchia della Vergine a Pistoia. Anche questa Messa, celebrata a porte chiuse e senza popolo, sarà presieduta dal vescovo Tardelli e trasmessa in diretta su Tvl.

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L’omelia di Pasqua del vescovo: «Pronti a ricostruire il mondo»

Nell’omelia del giorno di Pasqua il vescovo invita a seguire Cristo Con Lui rifiorisce ogni cosa e tutto può cambiare

«La risurrezione non è un discorso, non è una teoria, non è un bel pensiero». «La risurrezione di Cristo — ha affermato il vescovo Tardelli nella sua omelia di Pasqua — resta un atto di fede, ma fu un fatto, non un sentimento». Gesù era stato condannato a morte e la sentenza eseguita: sulla croce.

«Umanamente — ha commentato — avremmo detto che non c’era più niente da fare … Tutto dunque allora sembrava chiuso, senza alcuna prospettiva, inchiodato a un presente senza speranza». «In un contesto del genere, che assomiglia …per certi versi, anche al momento difficile che stiamo attraversando, dove l’angoscia per il presente, si unisce a una grande incertezza per il futuro, la resurrezione di Cristo la si può riscoprire in tutto il suo valore, in tutta la sua forza dirompente, in tutta la sua novità».

«Oggi — ha aggiunto il vescovo —, quando ci sentiamo fiaccati e frustrati da qualcosa di imprevisto che ci ha tolto improvvisamente tante abitudini belle, con la possibilità di incontrarci, di stringerci la mano, di abbracciarci e di guardarci negli occhi con fiducia, la buona notizia di Cristo che ha vinto la morte, che ha sconfitto il potere oscuro della morte, che ha vinto con l’amore la cattiveria del mondo, ci riempie il cuore di emozione e di gioia». «Il Cristo è davvero il

condottiero che ci può condurre oltre le secche della nostra storia di uomini, Colui che ha le chiavi del mondo e della storia, Colui nel quale e per il quale ogni cosa può rifiorire». Concludendo, monsignor Tardelli ha rivolto un invito: «riandiamo ancora, carissimi fratelli a quel mattino di Pasqua. Proviamo ad entrare nel cuore delle donne che non trovarono Gesù nel sepolcro e ascoltarono le parole misteriose degli angeli. E illuminati dalla luce del risorto, guardiamo anche al bene che sta fiorendo dovunque nel mondo». «Corriamo allora dietro a Cristo», ha concluso, «e con Lui e dietro a Lui, mettiamoci a ricostruire il nostro mondo, a farlo migliore, perché dopo la tempesta che stiamo attraversando, questo dovremo fare con tutte le nostre forze: ricostruire!».

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Il messaggio dei vescovi toscani. Come vivere la Settimana Santa

Indicazioni per la Settimana Santa. Dalla Cet parole di speranza e consolazione.

Tra pochi giorni sarà Pasqua. Con la Domenica delle Palme entreremo nella Settimana Santa. Ci apprestiamo a vivere il momento più importante dell’anno per i cristiani, in un modo tutto particolare: senza celebrare insieme i sacri riti che ci hanno sempre raccolto nelle nostre chiese. Il dramma che stiamo vivendo e di cui il Santo Padre si è fatto interprete con un gesto di straordinario significato pregando, implorando il Signore e benedicendo tutto il mondo da una piazza San Pietro vuota, immagine di questi nostri giorni di angoscia, ci spinge a scelte coraggiose e responsabili.

Come vescovi delle Chiese della Toscana sentiamo di doverci rivolgere a tutto il nostro popolo per comunicare a tutti un messaggio di speranza e di consolazione. Vogliamo altresì rinnovare il fermo nostro impegno come Chiesa a stare vicino a chi in questi giorni sente più pesante la difficoltà: i poveri e i malati. Attraverso le nostre Caritas in particolare continueremo senza sosta ad accompagnare chi vive già ora o si troverà nel disagio. Come pure ci sentiamo impegnati a essere vicini con l’assistenza spirituale ai malati e a chi se ne sta prendendo cura.

Ribadiamo la nostra gratitudine a quanti, nel mondo della sanità come in quello del volontariato, si stanno sacrificando per coloro che sono nella malattia e nella sofferenza. Incoraggiamo tutti a mantenere con fermezza comportamenti responsabili, evitando in particolare per quanto possibile di uscire dalle nostre abitazioni, come chiede l’autorità pubblica quale primo contributo per contrastare la diffusione del virus. Il nostro pensiero va agli anziani e ai malati nelle loro case o nelle case di riposo: auspichiamo che nei modi più opportuni l’attenzione delle istituzioni, del volontariato, delle persone vicine non faccia mancare l’attenzione alle loro esigenze umane, materiali e spirituali. Un pensiero anche per i nostri bambini, perché trovino in chi sta loro vicino il modo di vivere questi momenti come una proposta di crescita educativa e di consapevolezza del valore della vita e delle sue prove, di responsabilità e di solidarietà.

Vogliamo anche incoraggiare tutti alla preghiera e ringraziare le famiglie che si uniscono spiritualmente a pregare insieme. Le loro invocazioni, particolarmente quelle dei malati, insieme a quelle di tutte le comunità religiose e dei sacerdoti, si uniscono alla intercessione dei nostri santi per il bene di tutti e per l’indulgenza che è stata concessa.

A tutti vogliamo dire di non perdere la speranza, anche in questi nostri giorni, pur sentendo il peso di ciò che ci viene a mancare. Potremo ricevere il perdono di Dio che rinnova la vita, anche senza poter sentire pronunciare su ciascuno di noi le parole di Cristo attraverso il sacerdote. Non potremo salutarci nella festa, abbracciandoci nel segno della pace, rallegrandoci per essere stati rinnovati dall’incontro sacramentale col Signore che, risorto, ha vinto la morte. Sarà però ugualmente Pasqua di risurrezione. Nell’angoscia del momento presente, piangeremo ugualmente ai piedi del Crocifisso e rinnoveremo anche quest’anno la nostra fiducia nell’amore di Dio. Riscopriremo forse che le nostre case possono essere chiesa, tempio santo di Dio e forse faremo anche esperienza che la comunione dei cuori è la cosa più importante da vivere, aldilà di ogni distanza e separazione.

Vi presentiamo ora alcune essenziali indicazioni per vivere al meglio la Settimana Santa e la Pasqua. La vita liturgica delle nostre Chiese soffre particolarmente in questi giorni dell’impossibilità di manifestare il suo volto comunitario nelle assemblee con il popolo, interrotte da tempo per venire incontro alla necessità di evitare la diffusione del coronavirus Covid-19 a causa del convergere delle persone. Il disagio si accentua nella prospettiva delle celebrazioni della Settimana Santa e in specie del Triduo pasquale, che è il centro e la sorgente sacramentale dell’intera vita cristiana.

I vescovi toscani, prendendo atto delle limitazioni indicate dalle autorità ecclesiastiche e civili, si apprestano a celebrare i riti secondo le disposizioni ricevute. Invitano inoltre i propri preti e collocare l’orario delle celebrazioni in modo che la loro eventuale e auspicabile diffusione attraverso i mezzi di comunicazione sociale non si sovrapponga alle celebrazioni presiedute dal Santo Padre, a cui è bene indirizzare l’attenzione dei nostri fedeli.

Continua anche nella Settimana Santa l’impossibilità dei fedeli a partecipare di persona alle celebrazioni, disposizione rafforzata dal Decreto della Congregazione per il Culto Divino che stabilisce che siano “riti senza concorso di popolo”.

I sacerdoti celebreranno nelle medesime modalità con cui hanno celebrato la Santa Messa nelle ultime settimane. Ai fedeli e in particolare alle famiglie, oltre a unirsi spiritualmente alle celebrazioni, anche con l’ausilio dei mezzi radiotelevisivi e informatici, si suggerisca di trovare in altri momenti del giorno un tempo di preghiera, per il quale gli uffici liturgici diocesani indicheranno un’idonea sussidiazione.

La Domenica delle Palme, nelle cattedrali e nelle parrocchie, verranno benedetti solo i rami di ulivo dei presenti; non vi sarà quindi alcuna forma di distribuzione dei rami benedetti.

La Messa del Crisma, per la quale è doveroso dare a tutti i sacerdoti la possibilità di concelebrare con il loro vescovo – essendo questo rito “manifestazione della comunione dei presbiteri con il loro vescovo” –, viene rinviata a data futura, che sarà indicata in base a quanto disporrà il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana, in sintonia con quanto il Santo Padre stabilirà per la Diocesi di Roma. Gli Oli che sono stati benedetti nella Messa del Crisma dello scorso anno vengono conservati e se ne farà uso fino a quando non verrà celebrata la Messa del Crisma in questo anno.

Il Giovedì Santo, nella celebrazione della Messa “in coena Domini”, verrà omessa la lavanda dei piedi; al termine della Messa non ci sarà la reposizione solenne dell’Eucaristia e conseguentemente neanche la sua collocazione in una cappella ornata per l’adorazione.

Il Venerdì Santo, durante la Celebrazione della Passione del Signore, l’ultima invocazione della Preghiera universale sarà formulata come è stato indicato dall’Ufficio liturgico nazionale; nell’Adorazione della Croce quanti sono presenti alla celebrazione si astengano dal baciarla e manifestino la loro venerazione con altro gesto opportuno. Non potranno svolgersi le tradizionali Via Crucis e altre manifestazioni di venerazione della Croce; si invitano i fedeli a pregare seguendo la trasmissione che verrà proposta dalle reti televisive della Via Crucis del Santo Padre in piazza San Pietro.

La Veglia Pasquale si celebrerà nelle chiese cattedrali e parrocchiali, o nelle chiese conventuali con il permesso del Vescovo; nella Veglia si ometterà l’accensione del fuoco e non verranno celebrati i sacramenti dell’Iniziazione cristiana; dopo la benedizione dell’acqua lustrale verranno rinnovate le promesse battesimali; l’accensione del cero e l’Annuncio pasquale, la liturgia della Parola e la liturgia eucaristica si svolgeranno come previsto nel Messale Romano.

La Domenica di Pasqua la celebrazione della Santa Messa avverrà secondo quanto prescritto dalle norme liturgiche. Si invitano tutte le chiese a suonare a festa le campane alle ore 12.00, come segno di annuncio della vittoria di Cristo sulla morte, di speranza per uomini e donne in questo tempo di sofferenza, di comunione fra tutte le comunità e le genti di Toscana.

I fedeli che vorranno accostarsi alla Comunione in tutto il tempo pasquale, cioè da Pasqua e Pentecoste, fintanto che rimarranno in vigore le restrizioni concernenti le celebrazioni con il popolo, potranno farlo solo in modo privato. I sacerdoti si rendano disponibili facendo attenzione al rispetto delle normative sanitarie in vigore e a evitare che si formino raggruppamenti. La stessa disponibilità si assicuri per le Confessioni individuali, sempre evitando che l’accesso da individuale e controllato possa trasformarsi in afflusso di gente ed evento comunitario. Si ricordi peraltro a tutti i fedeli, che, particolarmente in questa situazione di emergenza, ciascuno può rivolgersi nell’intimo della propria coscienza a Dio con un atto di pieno pentimento, da cui scaturisce il perdono dei peccati commessi anche mortali, purché al tempo stesso ci si impegni a confessare i peccati non appena sarà possibile accedere alla Confessione individuale.

I Vescovi delle Diocesi della Toscana

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