Ci ha lasciati don Valerio Mazzola
Il sacerdote, per 25 anni parroco di Villa di Baggio, aveva da mesi lasciato il servizio pastorale per una grave malattia.
Don Valerio ci ha lasciati. Era nato il 3 settembre 1942 a Salgareda in provincia di Treviso. La sua vita, segnata da una profonda inquietudine spirituale, lo ho portato giovanissimo nell’ordine dei Carmelitani Scalzi, dove è rimasto fino al diaconato. Uscito dall’ordine volle lavorare come operaio ad Ivrea. Chiese egli stesso la dispensa dallo stato clericale per dedicarsi al mondo del lavoro. Poi, nel 1970 giunse in Toscana per un’esperienza eremitica a Campiglione. Dopo tre anni si trasferì in una casa famiglia per disabili di Firenze, dove ha abitato fino al 1976. In quell’anno, in occasione di un tempo di ritiro in Casentino sentì rifiorire la propria vocazione sacerdotale. Giunto a Pistoia su invito di mons. Scatizzi chiese e ottenne di essere reintegrato nel clero.
A Pistoia è stato ordinato sacerdote nel 1994, anno in cui ha iniziato a svolgere il ministero sacerdotale a Villa di Baggio. Qui, nel cimitero del paese, secondo il desiderio dei suoi parrocchiani, a lui molto affezionati, don Valerio sarà sepolto.
Le esequie, presiedute dal vescovo Tardelli, saranno celebrate venerdì 10 gennaio alle ore 15 presso la chiesa di Villa di Baggio.
Ci piace ricordarlo con il versetto di un salmo a lui molto caro: «Io invece come olivo verdeggiante nella casa di Dio. Mi abbandono alla fedeltà di Dio ora e per sempre» (sal 52,10). «Credo che il valore della della propria vita – scriveva in una recente intervista per i suoi 25 anni di sacerdozio- consista proprio nel sapersi abbandonare a questa fedeltà che non viene mai meno».
In ricordo di don Valerio
Don Valerio o meglio Valerio, come tanti di noi lo hanno sempre chiamato, è stato un parroco molto semplice e umile, ma al tempo stesso colto e sapiente, rispettoso di quelle che sono le regole della Chiesa. Amava molto passeggiare in particolare nelle ore serali o notturne per ammirare o meglio “gustare” i paesaggi, i tramonti, la volta celeste e le montagne; per questo ha tanto apprezzato il nostro piccolo paese fra i monti pistoiesi, la sua amata Villa di Baggio. Don Valerio è sempre stato vicino a tutti con la preghiera; emotivamente sentiva molto le celebrazioni liturgiche e le celebrava nel migliore dei modi. Era una persona per niente venale rispetto alle dicerie che l’hanno ferito. Nel mese dedicato ogni anno alle missioni provvedeva lui stesso con i suoi proventi a inviare tante offerte. Per chi gli è stato vicino e l’ha conosciuto è stato un bravo “prete” di campagna e una persona da cui poter imparare molte sfaccettature della vita. Ciao Valerio.
Alessandra Scartabelli
Don Paul Devreux ricorda l’amico Valerio
Tu e Valerio siete stati ordinati insieme, cosa ti ricordi di quel momento?
Per me è stato bello sentire subito un grande senso di comunione.
Cosa ti piace ricordare di Don Valerio?
Mi è sempre piaciuto la sua semplicità.
Quali aspetti gli stavano particolarmente a cuore nella sua opera pastorale?
Era un sacerdote contento di ciò che faceva, pieno di entusiasmo.
Come ha affrontato la sua malattia?
L’ha affrontata con cosi tanta serenità che non mi sono accorto che stava morendo, come fu Don Casimiro, qualche anno fa. L’ho rivisto alle cappelle dell’ospedale, vestito a festa, e per la prima volta l’ho visto con le scarpe nuove, che i parrocchiani gli hanno comprato per l’occasione, segno di affetto. Certamente sta pregando per noi più di quanto noi preghiamo per lui. Buon viaggio caro Valerio e goditi il meritato riposo.
D.R.