CONTRO IL GIOCO D’AZZARDO UN CORSO DI FORMAZIONE PER GLI INSEGNANTI DI RELIGIONE
La diocesi di Pistoia in campo per la prevenzione delle dipendenze da gioco. Tra i relatori del corso anche il Vescovo Mimmo Battaglia.
PISTOIA – «Giocarsi la vita, vivere la vita», questo il titolo del corso di aggiornamento – ma è molto di più – riservato agli insegnanti di religione della diocesi di Pistoia.
Il ciclo di incontri, unico nel suo genere, vede coinvolti la Diocesi di Pistoia, il gruppo “Stili di vita” (formato dall’Ufficio Caritas, l’Ufficio Scuola Diocesano, l’Ufficio Pastorale sociale e del lavoro, Ufficio Pastorale giovanile e l’Ufficio della Famiglia), il CEIS di Pistoia, l’AIART di Pistoia, l’Associazione LIBERA, la Campagna “Mettiamoci in gioco”, e si colloca nell’ambito dell’educazione degli adolescenti e dei giovani della scuole e delle varie associazioni presenti sul territorio (parrocchie, gruppi, scout) alle problematiche del nostro tempo.
L’obiettivo principale del corso è quello di sensibilizzare gli insegnati di religione, che ogni mattina entrano in contatto con i giovanissimi, sul gravissimo problema della dipendenza dal gioco d’azzardo e dar loro strumenti per la prevenzione di questo particolare disagio.
Alcuni dati
Nei dati diffusi dall’Associazione Libera l’Italia è la nazione dove si spendono, ogni anno, tra i 1200 e i 1400 euro pro-capite per tentare la fortuna al gioco; dove le persone dipendenti da gioco sono un 1 milione e 2 milioni i giocatori a rischio, e il giro d’affari legale è stimato tra 70/80 miliardi di euro, a cui si aggiungono 10/15 miliardi degli affari illegali. «Possiamo affermare, senza ombra di dubbio, che siamo di fronte ad una vera e propria piaga sociale – afferma Armando Bartolini, direttore dell’ufficio scuola diocesano – l’azzardo è un’industria e un business che invece di creare valore lo brucia, lo consuma desertificando legami sociali e dissipando il risparmio».
«Il fenomeno del gioco d’azzardo – spiega don Armando Zappolini, presidente del CNCA nazionale e responsabile della campagna nazionale “Mettiamoci in gioco” – ha raggiunto ormai dei livelli impressionanti. I dati (usciti oggi) ci dicono che nel 2016 sono stati giocati quasi 96 miliardi di euro e persi più di 19 miliardi. Dietro a queste cifre c’è la sofferenza di centinaia di migliaia di persone (e delle loro famiglie) e per molte di loro la presenza di una vera e propria patologia. Si diventa dipendenti un po’ per volta, come con la droga e l’alcool, e quando ce ne accorgiamo siamo già nel problema. Occorre – continua Zappolini – prima di tutto conoscere e far conoscere la pericolosità del gioco d’azzardo nelle sue varie forme ed attivare percorsi strutturali di prevenzione. Dobbiamo partire dal basso, perché lo stato in questo è assente e complice.
La prevenzione più efficace è quello educativa: non si può pensare di legare la nostra vita alla fortuna o ad un uso speculativo del denaro».
«Questa iniziativa rappresenta indubbiamente una importante occasione non solo di approfondimento delle caratteristiche sociali, sanitarie ed economiche che ruotano intorno a questa crescente piaga che porta spesso a vere e proprie forme patologiche – afferma il presidente del CEIS Pistoia Franco Burchietti – ma anche di proporre un percorso di “lavoro a rete” tra vari soggetti, ognuno dei quali già svolge un proprio compito di prevenzione, educazione, denuncia, proposta, cura degli aspetti patologici, ecc., ma che tutti insieme possono rappresentare un vero “valore aggiunto” nella lotta contro il diffondersi del problema in questione».
Il percorso che viene proposto tiene conto anche delle parole contenute negli “Orientamenti Pastorali per il triennio 2016-2019” del Vescovo Tardelli: «siamo chiamati a guardarci intorno e scoprire le povertà, le attese, i sogni. Quelli materiali, certo, ma anche quelli di dignità e quelli , ancora più profondi, di liberazione dal male e di vita nuova nell’amore».
Il documento del Vescovo pone l’attenzione sul malessere della società, facendo un lungo elenco di situazioni di povertà, tra le quali spiccano alle le propensione alle dipendenze, in particolare quella dal gioco.
Il programma del corso
1.- martedì 14 febbraio 2017 ore 17.00
Don Zappolini Armando, presidente del CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienza) e portavoce della campagna Mettiamoci in gioco, interviene su:
L’intervento educativo a partire dalla conoscenza della realtà: “Con l’azzardo non si gioca … anzi, più giochi più perdi, è matematico. Una fotografia della situazione”.
2.- martedì 21 febbraio 2017, ore 17.00
Dott. Franco Burchietti, presidente del CEIS di Pistoia e Dott.ssa Simona Gori, psicoterapeuta Ceis Pistoia, intervengono su: Come la riflessione psico-sociologica aiuta l’IdR a comprendere il fenomeno del gioco d’azzardo: “Aspetti socio-psicologici del gioco d’azzardo”.
3.- martedì 28 febbraio 2017, ore 17.00
Dott. Antonino Di Giovanni e Dott. Massimo Torricelli, presidio LIBERA “Emanuela Loi” di Sant’Andrea in Percussina (FI), intervengono su: “Azzardo: la mafia non gioca”
4.- mercoledì 08 marzo 2017, ore 17.00
Dott. Massimiliano Padula, presidente nazionale dell’ AIART, interviene su: L’IdR e la ricerca della verità nella comunicazione: “Il gioco d’azzardo nei media. Problematiche e prospettive di analisi”.
5.- martedì 14 Marzo 2017, ore 17.00
Dott. Luca Gaggioli (D.S. SS 1° grado) e Dott. Paolo Biagioli (D.S. SS 2° grado) intervengono su: “La Scuola in ricerca. Colloquio tra DD.SS. e Insegnanti di Religione cattolica sulle strategie educative in merito al tema del gioco d’azzardo”.
6.- martedì 21 Marzo 2017, ore 17,00
S.E. Mons. Mimmo Battaglia, Vescovo di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de Goti,
Ex Presidente nazionale FICT, interviene su: “Tra fortuna e speranza nel futuro”, alla luce della dottrina sociale della Chiesa.
Tutti gli incontri si svolgeranno nel Seminario Vescovile di Pistoia
(comunicato – Michael Cantarella)