Diario del Sinodo. I “modi” proposti e respinti (finora)

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L’assemblea generale di giovedì 15 non ha concluso il lavoro. I sinodali sono nuovamente convocati martedì 20 alle 21.

Nell’assemblea generale di giovedì 15 giugno i sinodali erano chiamati a votare le proposizioni formulate dopo gli incontri nei circoli minori e sottoposte alle richieste di modifica (i cosiddetti “modi”) pervenute alla segreteria del Sinodo con il sostegno di almeno 20 firmatari.

Il regolamento prevede tre possibilità di voto: “placet” per accogliere la proposizione così com’è uscita dal lavoro dei circoli minori; “non placet”, per rigettarne interamente il contenuto ed eliminarla dal testo finale; “placet iuxta modum” per accoglierla con una delle modifiche proposte.

Nell’assemblea di giovedì 15, quando la maggioranza ha espresso il voto in favore del “modum” gli estensori dei “modi” sono stati chiamati a presentarlo in poche parole, senza superare i tre minuti di tempo. Le proposte sono quindi state votate dall’assemblea. Quando non si sono raggiunti i due terzi dei presenti la votazione è stata ripetuta nel desiderio di una più ampia convergenza.

Nella prossima assemblea generale di martedì 20 giugno i sinodali sono chiamati a concludere il proprio confronto sulle modifiche pervenute alla Segreteria del Sinodo. Complessivamente i “modi” presentati sono stati 37.

Alcuni prevedono delle ampie riscritture delle proposizioni, altri delle piccole integrazioni, altri ancora propongono di tagliare o sintetizzare il testo. Gli estensori sono 14, alcuni dei quali, comprensibilmente, sostenitori di più proposte. Giovedì scorso sono stati accolti 9 “modi” su 19.

Il voto di giovedì 15 giugno

Le votazioni hanno seguito l’ordine delle proposizioni. Nella prima proposizione (L’attesa di Vangelo) i modi riguardavano il paragrafo intitolato “Nuovi cammini educativi” ec presentavano da una parte il riferimento alla famiglia, evidenziando il bisogno che sia accompagnata, educata, sostenuta nel cammino della vita cristiana, durante la preparazione al sacramento ma anche dopo le nozze (Paolo Pierattini e Paola Brachi, approvata dall’assemblea con 186 placet). Si fa presente, inoltre, l’esigenza di promuovere e sostenere il valore del matrimonio sacramentale indissolubile tra uomo e donna,  per trasmetterne la bellezza e il fondamento nella Rivelazione (Laura Dabizzi; non accolta).

In merito alla proposizione 2, dedicata al “tempo che stiamo vivendo”, c’è chi richiedeva di leggere nella pandemia più che una causa dei numerosi cambiamenti in atto nella società, la spinta ad una accelerazione del cambiamento (Luca Biagini, respinta) e chi invitava a ribadire la “differenza” cristiana che si esprime nell’apertura al trascendente e alla fede (Laura Dabizzi, accolta con 172 placet). Nel paragrafo 2.2 è stata accolta invece la proposta di Alessandro Galardini che proponeva di spostare il primo paragrafo all’inizio della proposizione numero 8 (accolta con 167 placet, ma resta da verificare se nella proposizione 8 sia da accogliere o meno l’integrazione), nel paragafo 2.3 è invece stata accolta un’ulteriore proposta di Biagini che prevede una semplificazione del testo e di dare meno rilievo alla pandemia e alle crisi in atto nel mondo contemporaneo (accolta con 181 placet).

La terza proposizione, incentrata sull’attesa di relazioni umane significative, vedeva tre richieste più rivolte all’integrazione del testo che al suo cambiamento, nell’apertura alla dimensione  più spirituale, al valore della preghiera e della dimensione eucaristica nella vita dei fedeli (paragrafo 3.1, Giordano Favillini, approvata con 194 placet) come circa l’impegno dei credenti in ambito sociale (paragafo 3.2, Alessandro Galardini, accolta con 162 placet).

Circa la quarta proposizione, incentrata sul tema della fraternità, i “modi” proposti da Suor Giovanna Cheli intendevano illustrare più ampiamente il tema, valorizzandone la priorità nell’ambito della vita delle comunità cristiane (paragafo 4.1, accolta con 213 placet) come nella vita religiosa (paragrafo 4.2, accolta con 263 placet).

La quinta proposizione, dedicata a le attese della famiglia è stata oggetto del maggior numero di proposte di modifica (10). Alcuni aspetti già segnalati nelle richieste sono emersi nuovamente: dall’esigenza di una maggiore cura nell’accompagnamento al matrimonio (Alessandro Gori, accolta al paragafo 5.1 con 137 placet), alla riaffermazione del valore della famiglia fondata sul matrimonio indissolubile fra uomo e donna (Laura Dabizzi, non accolta), dalla semplificazione e traduzione più positiva del paragrafo inerente la “latitanza” delle famiglie dalla vita parrocchiale (Giovanna Cheli, accolta con 176 placet), al ruolo delle aggregazioni laicali e dei movimenti in ordine all’accoglienza delle famiglie a alla catechesi (Andrea Mattonelli, non accolta), fino ad una sostanziale riscrittura del testo nel desiderio di presentare la famiglia alla luce della relazione di coppia e del protagonismo degli sposi (Piero Pierattini e Paola Brachi, non accolta). Ulteriori proposte sono arrivate nel paragrafo che tocca le fragilità familiari: con integrazioni (Piero Pierattini – Paola Brachi, non accolta), aggiunte importanti legate al magistero di papa Francesco in Amoris Laetitia (Alessandro Gori, non accolta), all’invito a leggere segni positivi anche nelle situazioni familiari fragili o cosiddette “irregolari” (Michela Cinquilli, non accolta) ad una impegno potremmo dire più militante sulla morale familiare, nell’intento di difendere e promuovere il matrimonio sacramentale e indissolubile (Laura Dabizzi, non accolta).

Giovedì l’assemblea si è fermata alla discussione di queste proposizioni rimandando a martedì 20 la conclusione dei lavori che presentano ulteriori e importanti temi da dibattere.

Il voto di martedì 20 giugno

Martedì 10 il lavoro dei sinodali riprenderà a partire dalla proposizione numero 6, dal titolo “La donna. Dono e corresponsabilità”, che risulta tra quelle che hanno raccolto più proposte di modifica. Tutti d’accordo nel sottolineare il valore e l’impegno, ma diverse le prospettive: da chi chiede un più deciso riconoscimento del ruolo della donna con integrazioni (Alessandro Galardini) o importanti riscritture (Michela Cinquilli) a chi ritiene più opportuno togliere il riferimento al diaconato femminile (ancora oggetto di discussione da parte del magistero) a chi invoca l’introduzione di tematiche più inerenti il genere (Diego Pancaldo).

Soltanto una la proposta di modifica per la settima proposizione, dedicata alle attese dei giovani e degli anziani, che intende sottolineare il ruolo educativo della Chiesa (Laura Dabizzi) e per l’ottava, riguardante le attese dei migranti per la quale Alessandro Galardini chiede un’integrazione rivolta a specificare la complessità delle cause del fenomeno migratorio.

L’ultima proposizione, la nona (l’attesa di una Chiesa nuova) vede molti “modi” (8). La maggior parte prevede delle integrazioni, riguardanti il ruolo dei presbiteri (Piero Pierattini – Paola Brachi), il valore del patrimonio artistico, archivistico e culturale (Mariangela Maraviglia – Mauro Banchini), la tutela dalla vita e la morale familiare e un maggior impegno di apostolato attivo del laicato (Laura Dabizzi), la necessaria conoscenza della Dottrina sociale della Chiesa (Andrea Mattonelli), l’attenzione alla pastorale giovanile con la presenza di educatori formati nelle parrocchie (Alessandro Gori), il valore della dimensione eucaristica (Laura Pozzi), la sostituzione di un intero paragrafo dedicato all’impegno dei laici è invece invocata da Luca Biagini che propone di sostituirlo con una citazione dal documento “i laici dopo il Concilio. Dichiarazione finale della Terza Assemblea dei Vescovi Italiani” (1968).