Giubileo 2025: la lettera del Vescovo alla diocesi

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Il Vescovo Tardelli ha indirizzato una lettera alla Diocesi in occasione del prossimo Giubileo 2025. Il testo sarà letto e diffuso in tutte le comunità parrocchiali nella domenica 22 dicembre 2024.

 

Nella notte di Natale, il Santo Padre Francesco aprirà il solenne Giubileo 2025 il cui motto è: “Pellegrini di speranza”. Ha accompagnato l’evento con una lettera al popolo di Dio dal titolo: “Spes non confundit” (“La speranza non delude” Rm 5,5). Per questo, giustamente, l’anno giubilare è stato chiamato il Giubileo della speranza. Non credo che occorra spendere molte parole per dire quanto il nostro mondo e le persone abbiamo bisogno di una Speranza che non deluda, soffrendo a causa di speranze corte, illusorie e infrante. La situazione attuale di un mondo senza pace e di una società violenta mette in seria crisi la speranza. E quando la speranza muore, il cielo si fa davvero buio e nella vita cala la notte, mentre prendono campo i démoni della disperazione e della rabbia.

Il Giubileo è dunque l’anno in cui siamo chiamati a riscoprire in Gesù morto e risorto che ci apre alla vita eterna e converte i cuori, la Speranza che non delude, per essere testimoni di essa nel mondo, in particolare in quei luoghi dove si soffre per la povertà, l’umiliazione, il degrado sociale, l’ingiustizia e il male morale proprio e altrui.
Il Giubileo prende il nome dal “jobel” ebraico, il corno di montone il cui suono annunciava l’anno del Signore per ristabilire il retto rapporto con Dio, con gli altri e con la creazione. In Cristo, per Cristo e con Cristo, il giubileo è dunque anno di grazia, l’anno della abbondante remissione dei peccati, della riconciliazione, della conversione e della penitenza sacramentale.

In tutte le diocesi del mondo e quindi anche nella nostra, il Giubileo della speranza si aprirà la domenica 29 pomeriggio. Per la precisione, l’appuntamento è fissato per le 17,30 in San Bartolomeo, da cui ci muoveremo con un simbolico pellegrinaggio verso la Cattedrale dove celebreremo l’Eucaristia. In quel pomeriggio non dovranno celebrarsi altre SS. Messe vespertine nelle parrocchie per concentrarsi tutti in Cattedrale, in segno di unità della Chiesa.

Il Giubileo della Speranza farà convergere su Roma, alla tomba degli apostoli, una moltitudine di pellegrini e sarà vissuto attraverso un segno particolare che è il pellegrinaggio: pellegrinaggio certamente a Roma per chi lo vorrà ma per noi anche pellegrinaggio alla Cattedrale che è luogo giubilare diocesano, unitamente al santuario della Madonna dell’umiltà a Pistoia e a quello della Madonna delle grazie in Valdibrana. In questi pellegrinaggi o visite, come nelle opere di carità materiale o spirituale che si compiranno, si può ottenere per tutto l’anno l’indulgenza plenaria applicabile anche ai defunti, sempre alle consuete necessarie condizioni.

L’indulgenza annessa al Giubileo, in quanto atto della misericordia di Dio e intercessione della Vergine Maria e di tutti i santi ci libera anche dalle scorie che il peccato lascia in noi ed alimenta così in modo consistente la nostra speranza.

La Diocesi non organizzerà un pellegrinaggio diocesano a Roma ma si aggregherà a quello regionale previsto per il sabato 11 ottobre 2025. Ad esso, già fin d’ora, si è invitati a prenotarsi. Ogni parrocchia, vicariato o gruppo diocesano potrà organizzarsi autonomamente.
Attraverso il pellegrinaggio, la confessione sacramentale e l’indulgenza plenaria, avremo occasione di convertirci, per diventare sempre di più uomini e donne di speranza che con la loro vita la seminano in questo mondo. È il frutto spirituale che attendiamo dal Giubileo.

Non ci si può pertanto fermare ad atti soltanto esteriori. Chiedo perciò a tutti, comunità e singoli, durante quest’anno, di compiere un serio esame di coscienza, domandandosi ciascuno semplicemente questo: la mia vita, quello che faccio, le opere che si compiono in parrocchia, le nostre comunità parrocchiali, trasmettono speranza? E cosa si deve fare perché tutto ciò che si mette in opera alimenti la speranza? Quali sono i “luoghi umani” che hanno bisogno della mia testimonianza di speranza che non delude?

Un segno grande che ha alimentato e alimenta la nostra fiducia nel Signore – dobbiamo riconoscerlo con gratitudine – è stato per noi la celebrazione del XX sinodo diocesano che ci ha fatto scoprire, come Chiesa, le attese di vangelo presenti oggi nei cuori e nella società, le sfide cioè che lo Spirito Santo ci chiede di affrontare col suo aiuto ma anche le risposte – almeno le principali – che dobbiamo insieme imparare a dare proprio in questo come negli anni a venire.

Carissimi, avanti, nel nome del Signore. Affidiamo tutti i nostri propositi alla intercessione della Vergine Maria, amata Signora dei giorni qualunque e al nostro amico e fratello apostolo Giacomo. E che il Signore tutti ci benedica. Colgo questa occasione per augurare a tutti un buon Natale davvero di grande speranza.

Fausto Tardelli, vescovo

 

Pistoia, 19 dicembre 2024