I temi chiave emersi dal lavoro nelle parrocchie raccolti nello strumento di lavoro che guiderà i prossimi passaggi del XX Sinodo diocesano
Con l’avvio liturgico del XX Sinodo della Chiesa di Pistoia, agli oltre 400 sinodali pistoiesi è stato consegnato “l’Instrumentum Laboris”, un breve testo che è il frutto dei contributi giunti dai gruppi sinodali che si sono incontrati nelle parrocchie nei mesi scorsi.
A cosa serve l’Instrumentum Laboris? L’instrumentum laboris è un testo di lavoro organizzato in “proposizioni” divise per tema. Il testo è un punto di partenza per un ulteriore ascolto offerto ai sinodali che avranno la totale libertà di discuterlo, approvarlo, modificarlo o riscriverlo.
Quali sono i contenuti?
L’instrumentum laboris è fatto di ventitré proposizioni organizzate in nove capitoletti
- Il tempo che stiamo vivendo. Il dopo pandemia: un’occasione per riscoprire l’essenziale della vita
- L’attesa di relazioni umane significative
- L’attesa di comunità fraterna e missionaria
- Le attese della donna: corresponsabilità
- Le attese dei giovani e degli anziani: ascolto, cura e intergenerazionalità
- Le attese dei migranti: accoglienza e integrazione
- Le attese di Vangelo e di nuovi cammini educativi
- Le attese di una Chiesa “nuova”
- Il bisogno di una memoria riconoscente.
Tra i contenuti più rilevanti segnaliamo il bisogno di fraternità e di comunità, il bisogno di ascolto e di vicinanza, e solitudini di giovani e anziani, la necessità di relazioni tra le persone, l’intergenerazionalità; la crescita delle ansie per la pandemia, per la guerra, per uno spirito di competitività ossessivo.
E per venire alle questioni più interne alla Chiesa, tra le molte, il ruolo dei laici e della donna, il bisogno di un linguaggio ecclesiale che interpreti il vissuto della gente, che sia comprensibile, che riesca ad accendere con il dono del Vangelo i cuori delle persone; la necessità di una revisione dei percorsi di annuncio della fede; il modo con cui si prendono le decisioni nella Chiesa; il ruolo dei presbiteri, le loro solitudini e difficoltà.
Come funziona il Sinodo?
Il Sinodo a cui partecipano i rappresentanti di tutta la realtà diocesana, presbiteri e laici, lavora in assemblea generale e in assemblee particolari, dette anche circoli minori.
Gli incontri dell’assemblea generale, che è la riunione di tutti i sinodali, si svolgeranno presso l’aula liturgica del Santuario di Valdibrana (Pistoia). Nelle assemblee generali oltre la preghiera e la presentazione delle «proposizioni» sinodali, ci sarà spazio per lo studio, l’approfondimento e gli interventi per le proposte di modifica parziale o totale dei testi.
Le assemblee particolari, dette anche «circoli minori» sono le assemblee di un numero più ristretto di sinodali, individuate su base geografica, che si riuniranno in cinque luoghi della Diocesi:
1) Pistoia (Chiesa di San Francesco): vicariati di Città, Suburbio est e Suburbio ovest;
2) Capostrada: vicariati di Montagna; Capostrada e Gello;
3) Casalguidi: vicariati di Casalguidi, Bottegone, Lamporecchio, Vinci;
4) Poggio a Caiano (Parrocchia di S. M. del Rosario): vicariati di Poggio-Carmignano, Quarrata, Vignole, Limite sull’Arno;
5) Fornacelle: vicariati di Agliana-Montale, Montemurlo.
Nei circoli minori ci si dividerà in gruppi di 10-15 persone per discutere e confrontarsi sulle proposizioni dell’instrumentum laboris. Il lavoro di ogni gruppo sarà mandato alla segreteria del Sinodo che sulla base delle osservazioni ricevute riscriverà le nuove proposizioni da sottoporre all’assemblea generale per l’approvazione, la modifica o la riscrittura delle medesime.
Come si concluderanno i lavori?
Conclusa la revisione delle proposizioni l’assemblea generale voterà il testo finale, il cosiddetto libro sinodale, che sarà consegnato al vescovo durante la celebrazione di chiusura della prima sessione del Sinodo prevista per sabato 24 giugno 2023.