Il Vangelo della famiglia gioia per il mondo

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Il viaggio di Papa Francesco a Dublino per l’Incontro mondiale delle famiglie

Un programma intenso i due giorni della visita di Papa Francesco in Irlanda, il 25 e 26 agosto a Dublino, in occasione della nona edizione dell’Incontro mondiale delle famiglie; incontri che hanno avuto il loro esordio nel 1994 a Roma, per volontà di Giovanni Paolo II. Quest’anno il titolo è stato “Il Vangelo della famiglia: gioia per il mondo”, affrontato alla luce dell’esortazione apostolica post-sinodale Amoris Laetitia.

I maggiori temi che hanno caratterizzato la visita del Papa sono stati l’importanza della famiglia per la Chiesa e per la società e la richiesta di perdono per le vittime degli “abusi su minori da parte di membri della Chiesa incaricati di proteggerli ed educarli”.

Il primo evento a cui il Papa ha partecipato è stato il Festival delle Famiglie che si è svolto il sabato sera nello stadio di Croke Park a Dublino; nell’atmosfera gioiosa di spettacoli musicali e danzanti si sono susseguite alcune testimonianze di sposi provenienti da tutto il mondo, che hanno condiviso la propria esperienza di fede vissuta, raccontando come la fede li abbia aiutati a ritrovare l’unità coniugale, a superare crisi di vario genere e ad aprirsi all’accoglienza.

Nel suo discorso Papa Francesco ha ringraziato Dio perché la Chiesa è «una sola famiglia in Cristo» nel Battesimo e ha incoraggiato i genitori a far battezzare i figli il prima possibile, perché un bambino battezzato «ha la forza di Dio dentro!». Il messaggio principale è stato l’invito alla santità rivolto alle famiglie, per essere un “faro” che irradia la gioia dell’amore di Dio nel mondo, manifestandolo nella vita quotidiana e ordinaria, facendosi «santi della porta accanto». Ha ricordato che la bellezza e la forza attrattiva del matrimonio cristiano e della vita familiare si possono comprendere soltanto «se sono ancorati all’amore di Dio». Non esiste infatti una famiglia perfetta, ma la sua unità e stabilità dipendono dall’abitudine al perdono, che è un dono speciale di Dio, capace di guarire le ferite e di riavvicinare agli altri e a Dio: «piccoli e semplici gesti di perdono, rinnovati ogni giorno, sono il fondamento sul quale si costruisce una solida vita familiare cristiana». Ha terminato il suo intervento dicendo che le famiglie sono «la speranza della Chiesa e del mondo», perché «generano pace, insegnano l’amore, l’accoglienza, il perdono, i migliori antidoti contro l’odio, il pregiudizio e la vendetta che avvelenano la vita di persone e di comunità».

Domenica mattina, sulla spianata del Santuario di Knock, dopo la visita alla Cappella dell’Apparizione, il Santo Padre ha invitato gli irlandesi a continuare la tradizione di pregare il Rosario in famiglia, come il mezzo più sicuro per tenere la famiglia unita. Davanti alla statua della Madonna ha poi affidato tutte le famiglie a Maria e ha pregato per le «vittime di abusi da parte di membri della Chiesa in Irlanda», invocando la «ricerca della verità e della giustizia» e implorando il perdono del Signore per questa «piaga aperta», affinché non accadano mai più crimini del genere.

Una ulteriore richiesta di perdono è stata pronunciata da Papa Francesco nell’atto penitenziale che ha introdotto la Messa al Phoenix Park di Dublino, facendosi portatore delle sofferenze e delle aspettative delle persone vittime di abusi «da parte di membri qualificati della Chiesa», otto delle quali aveva precedentemente incontrato.

Nell’omelia della Messa ha incoraggiato le famiglie cristiane a diventare testimoni della Buona Notizia, anche se non è facile perché le parole di Gesù sono ‘dure’, tuttavia, come ci hanno insegnato i santi, in particolare San Colombano e i suoi compagni, occorre non lasciarci scoraggiare «dallo sguardo gelido dell’indifferenza o dai venti burrascosi dell’ostilità». Le sfide dell’attualità ci devono interrogare se anche noi troviamo duri gli insegnamenti di Gesù: «Quanto è sempre difficile perdonare quelli che ci feriscono! Che sfida è sempre quella di accogliere il migrante e lo straniero! Com’è doloroso sopportare la delusione, il rifiuto o il tradimento! Quanto è scomodo proteggere i diritti dei più fragili, dei non ancora nati o dei più anziani, che sembrano disturbare il nostro senso di libertà».

Il Papa ha concluso l’omelia esprimendo l’esigenza di una Chiesa in uscita «per portare le parole di vita eterna alle periferie del mondo», per «condividere la gioia del Vangelo”, auspicando di “condividere il Vangelo della famiglia come gioia per il mondo!».

Al termine della celebrazione è stato annunciato che fra tre anni l’Incontro Mondiale si terrà a Roma.

Laura Corrieri (Ufficio per la Pastorale con la Famiglia)