Il vocabolario originario per “rinascere dall’alto”: «luce»

Abbiamo chiesto ad alcuni giovani di proporre una riflessione sulle parole chiave del dialogo tra Gesù a Nicodemo. Un brano, contenuto nel terzo capitolo del Vangelo di Giovanni, in cui è possibile isolare un piccolo “vocabolario” di “spiritualità” da cui è stato preso spunto per le tematiche discusse nell’edizione 2018 de “i Linguaggi del divino – Rinascere dall’alto”.

Alice Peloni (16 anni), giovane studente liceale propone la sua riflessione su: «Luce».

LUCE

Dio disse: «sia luce!». E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre.
Fu tutto così semplice. Così naturale. Con l’impercettibilità di un battito di ali di farfalla, Dio si era circondato di luce e l’aveva separata dal buio. Non si era neanche chiesto perché: la luce era cosa buona, e dunque fu. Si sarebbe alternata alle tenebre, tra giorno e notte, tra sole e luna, aldilà dello spazio e del tempo. Sarebbe esistita nell’infinità dei secoli. Per sempre.

A volte vorrei trovarmi di fronte a Dio. Piazzarmi davanti a lui e, con le mani sui fianchi, guardarlo e dirgli che non è vero. Che la luce non esiste per tutti. Che per quei padri di famiglia ritrovati impiccati dopo essere stati licenziati, con il volto cianotico e le lacrime ai lati degli occhi, per quelle persone che ogni giorno maledicono di essere nati e vivono nel dolore, per quel giudice che decise di staccare la spina per la ventilazione artificiale a Charlie Gard (il piccolo affetto dalla sindrome di deplezione del DNA mitocondriale), convinto che fosse in condizioni troppo gravi per aver diritto di vivere, non c’era luce. È esistito solo buio, una selva infinita di oscurità in cui perdersi senza trovare via di uscita. La luce non nasce dal nulla, né in un giorno. Ci vuole grande forza di volontà per accoglierla nella propria vita. È molto più facile rimanere seduti, al buio. Lasciare che il nero ricopra tutto e ci circondi di dolore e sofferenza. Non c’è condizione più confortevole del dolore. Basta lasciarsi sommergere e abbandonarsi, mentre la vita si allontana. La luce, invece, non è come il buio: non è disposta a entrare negli occhi di chi non fa nulla per accoglierla.

In verità, non vi è luce, finchè non si sceglie di vederla. Dipende tutto da quanto siamo disposti a cambiare, ad andare avanti, a non lasciare che le difficoltà della vita gettino un velo di ombra sulla nostra esistenza. Bisogna rialzarsi, asciugarsi le lacrime e andare avanti. E coloro che, lasciandosi sprofondare nel dolore, invidiano chi porta il sorriso sulle labbra, non sanno quanto ha dovuto lottare per conquistarselo. Sono questi i piccoli guerrieri di tutti i giorni, che, con i calli sulle mani, lottano per non lasciare che le tenebre eclissino la luce. Perché la vita è un dono di Dio, e non merita di essere avvolta dal buio.

Alice Peloni

Miriam Attucci (24 anni), giovane capo scout Agesci, propone la sua riflessione su: «Luce».

Luce …

Che cos’è la luce? Luce è tutto ciò che ti permette di “vedere”, è ciò che ti permette di aprire il cuore.
Ma lo devi volere. Come dice la canzone S.U.N.S.H.I.N.E. : «luce, tu curi i mali di chi lo vuole, ti arrampichi all’orizzonte, fai scavalcare il sole».
Essa non può esserti di aiuto in nessun modo se i tuoi occhi sono chiusi. Scegliamo le tenebre, perché, anche se fa male, è più facile. Aprire gli occhi fa paura, ma una paura bestia, una paura che ti fa restare nel tuo angolino al buio. Che è comodo e doloroso, come un divano di aghi.

Ma poi -accade- si accende una luce in te e per la prima volta, ti guardi e ti osservi dentro. Prendi coscienza di ciò che sei e ti rendi conto, che fino ad ora, hai avuto paura della “tua” luce e non di quella che sta fuori dalle tue palpebre. La fiammella che si è accesa ha bisogno di ossigeno, aria, deve respirare, …vuoi respirare!

Quindi, scegli: non c’è più timore, apri gli occhi ed è uno spettacolo abbagliante il mondo che ora sei pronto a conoscere. Tutto è luminoso come te, ora che comprendi con tenerezza ed accetti anche i mostri che prima si muovevano nel buio. Nel tuo buio.

La luce ti guiderà se glielo permetterai, se ti fiderai, se ti affiderai. Siamo tutti un po’ strani, singolari, ma che dolcezza in tutto questo, con la comprensione il male scompare, con la luce il buio va via … ma quante sfide da affrontare, prima di poter volare. Ed è così facile cadere e chiudere gli occhi di nuovo, magari pensi, «solo per un po’, poi li riapro», ma non accetti di star male e questo fa sì che i tuoi occhi restino serrati.
Quando accade, guardati con la luce dell’amore, ascoltati e saprai sciogliere i nodi. Non temere di risplendere, sentiti libero di farlo e così … piano, piano, la tua libertà, libererà anche gli altri.

Miriam Attucci