In preghiera per la fine della pandemia

La Basilica della Madonna dell’Umiltà raccoglie l’invito di papa Francesco. Il vescovo Tardelli inaugurerà il mese mariano con una messa al Santuario alle ore 17.

A lanciare l’appello è stato il Papa stesso: un mese di preghiera incessante per chiedere la fine della pandemia.

Il mese di maggio, tradizionalmente legato alla devozione mariana, tutti i santuari del mondi sono stati invitati a organizzare momenti di preghiera del Rosario per invocare la fine della pandemia, che affligge il mondo da ormai più di un anno e per la ripresa delle attività sociali e lavorative.

«L’iniziativa — spiega un comunicato del Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione — si realizza alla luce dell’espressione biblica: “Da tutta la Chiesa saliva incessantemente la preghiera a Dio” (At 12,5)»; i santuari , precisa il comunicato «sono chiamati a promuovere e sollecitare quanto più possibile la partecipazione del popolo, perché tutti possano dedicare un momento alla preghiera quotidiana, in macchina, per la strada, con lo smartphone e grazie alle tecnologie della comunicazione».

A tale proposito è stato realizzato anche un sussidio che aiuterà a sentirsi uniti con quanti pregheranno nei diversi santuari del mondo.

Anche la Diocesi di Pistoia è coinvolta nell’iniziativa, grazie alla pronte risposta della Fraternità Apostolica di Gerusalemme che custodisce il Santuario della Madonna dell’Umiltà.

«Ogni giorno di questo mese alle ore 15 — rende noto la Fraternità — si pregherà il Rosario e si reciterà una preghiera per ottenere la fine di questa triste epidemia».

La Fraternità ricorda che quanti fossero intenzionati a partecipare all’iniziativa sono invitati «a scegliere un giorno del mese di maggio in cui garantire la loro presenza nel Santuario per la preghiera». Sarà possibile prenotare il giorno presso la Basilica dalle Suore.

Il 1 maggio il Papa inaugurerà questa maratona mondiale di Preghiera  alle ore 18 con la preghiera del Rosario davanti all’icona della Madonna del Soccorso nella Basilica di San Pietro. A Pistoia il giorno 1 maggio alle 17 il Vescovo Tardelli avvierà l’iniziativa con la celebrazione della Messa nella Basilica della Madonna dell’Umiltà.

«Uniamoci  alla Vergine Maria — invita don Giordano Favillini della Fraternità di Pistoia —per chiedere questa grande grazia di cui la nostra umanità ha veramente bisogno. La storia ci insegna che nel passato molte epidemie sono cessate grazie alle suppliche dell’intero popolo».

 

Ha senso pregare per chiedere la fine della pandemia?

Se Dio è buono e conosce la nostra preghiera prima ancora che gliela rivolgiamo, che senso ha chiedergli qualcosa? Si tratta di “mercanteggiare” con Dio?

In primo luogo è bene ricordare che la preghiera è relazione con Dio. Quindi sostare con Lui è già un modo per aprire la propria vita al Signore, inserirla in un orizzonte diverso, riconoscersi creatura. Anche nella preghiera di richiesta è presente l’umile apertura di chi si accorge del proprio limite e si rivolge a Dio.

Forse la nostra preghiera ha bisogno di essere purificata, di essere liberata dalla paura, se non da una concezione più magica che sacra. «La domanda cristiana — ci insegna poi il Catechismo — è imperniata sul desiderio e sulla ricerca del Regno che viene» come ci chiarisce Gesù stesso con il Padre Nostro.  «Quando si condivide in questo modo l’amore salvifico di Dio, si comprende come ogni necessità possa diventare oggetto di domanda».

Rivolgere la nostra preghiera a Dio nel nome di Gesù, è già il primo passo per imparare a entrare nella volontà di Dio a leggere con compassione e misericordia la realtà che ci circonda. Il Padre Nostro stesso, l’unica preghiera che il Signore ci ha insegnato, è fatto di domande. «Cristo —  continua il Catechismo — è glorificato dalle domande che noi rivolgiamo al Padre nel suo nome».

Pregare insieme poi, ci aiuta a rafforzare i vincoli di fraternità, a sentirci parte di un unico corpo che è la Chiesa. Pregare cambia la realtà. Papa Francesco lo ha ricordato in una sua udienza: «La preghiera cambia la realtà, non dimentichiamolo. O cambia le cose o cambia il nostro cuore, ma sempre cambia. Pregare è fin da ora la vittoria sulla solitudine e sulla disperazione».