IN RICORDO DI MONS. MARIO LEPORATTI

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Sabato 28 giugno, presso l’antico Palazzo dei Vescovi si è svolta una commemorazione di Mons. Mario Leporatti a un anno dalla sua scomparsa. Il ricordo è stato affidato ad alcuni interventi che ne hanno evidenziato il ricco spessore spirituale e culturale. Tra gli altri, sono intervenuti Anna Agostini, del Comitato di S. Jacopo, per la presentazione di un suo profilo biografico; don Diego Pancaldo, suo successore come Assistente spirituale del MEIC e dell’associazione Convegni di cultura Maria Cristina; Lucia Gai, del Comitato di S. Jacopo, con un ricordo dal titolo: “Il Paradiso non è tra le nubi.” Ricordo di Mons. Mario Leporatti, sacerdote, teologo e canonico pistoiese, nel primo anniversario della scomparsa. Alle ore 18, in Cattedrale, è seguita la santa messa in suffragio presieduta dall’Arciprete Don Luca Carlesi.

Per l’occasione il Comitato di San Jacopo ha offerto un breve ma ricco saggio di  Franco Biagioni: Una speranza possibile. Considerazioni sul pensiero di Mons. Mario Leporatti.

Allo stesso Franco Biagioni, abbiamo chiesto un breve profilo biografico di Mons. Leporatti, a ricordo delle sue qualità di sacerdote e uomo di cultura.

Mons. Mario Leporatti è stato una figura significativa nella Diocesi di Pistoia.

Nato nel 1921, ordinato sacerdote nel 1944, ha ricoperto, nella sua lunga vita, molteplici incarichi: è stato cappellano alla Madonna dell’Umiltà, direttore spirituale del Seminario, parroco di San Biagio in Cascheri, poi cappellano e infine Arciprete della Chiesa Cattedrale. Contemporaneamente si è dedicato all’insegnamento, sia in Seminario, che nella scuola media superiore (all’istituto tecnico Pacini).

È stato assistente spirituale di diverse associazioni laicali: in particolare, fino agli ultimi anni della sua vita, del Convegno di Maria Cristina di Savoia e del gruppo pistoiese del MEIC (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale).

È stato uomo di grande cultura: la sua biblioteca è testimonianza dei suoi studi e dei suoi interessi, che hanno spaziato dalla Bibbia, ai classici greci e latini, ai Padri della Chiesa, ai grandi della teologia medievale, non senza importanti escursioni nella cultura e nelle problematiche socio-politiche della nostra epoca.

Numerosi i suoi interventi sulla stampa periodica, fra cui piace citare il commento della Liturgia della Parola, curato sull’Osservatore Romano nell’anno liturgico 1988/89, successivamente raccolto nel volume “In religioso ascolto”, pubblicato nel 1998.

Fra la sua produzione letteraria, ricordiamo il saggio “Il Vangelo della Riconciliazione” del 1989; il dramma “La luce della morte”, sulla vita di sant’Ambrogio, del 1991; il poema epico-religioso “Il Messia”, del 2008. Sono opere in cui le problematiche filosofiche e religiose convivono con un intenso afflato poetico.

Il suo pensiero, alimentato alla tradizione di una cultura teologica e filosofica forte e sicuramente ortodossa, raggiungeva una sicurezza e una chiarezza cristallina, alieno da fughe in avanti e da posizioni opinabili. Sia nella scrittura che nell’esposizione orale, aveva la capacità di presentare con linearità e semplicità anche i concetti più ardui e complessi.

Peculiare era la sua considerazione della grande dignità del sacerdozio: che lo rendeva al tempo stesso umile servitore della sua alta funzione e quasi aristocraticamente consapevole della nobiltà della sua condizione e della sua missione. Sua preoccupazione era non anteporre nulla al servizio divino: esso aveva sempre il primo posto: alle attività culturali e letterarie era riservato il tempo libero dagli impegni del suo stato, a cui è rimasto esemplarmente fedele fino all’ultimo, anche nella malattia e nell’infermità.

Nei rapporti umani la delicatezza e la benevolenza erano i suoi tratti fondamentali; unitamente a una naturale capacità di esercitare l’amicizia.

Sicuramente è stato nella nostra città un uomo di Dio.

Franco Biagioni