LA GIOIA DI EVANGELIZZARE: LA TESTIMONIANZA DI DON GIANNI CASTORANI
Venerdì 13 aprile l’ultimo appuntamento del ciclo “venite e vedrete! Sul cammino della vita”.
Prosegue il cammino dedicato ai giovani dalla Pastorale Giovanile di Pistoia. Venerdì 13 aprile alle ore 21.00 in Seminario chiuderà il ciclo di incontri “Venite e vedrete! Sul cammino della vita” Don Gianni Castorani, sacerdote della Diocesi di Firenze impegnato da tanti anni nell’evangelizzazione. Abbiamo chiesto a don Gianni di raccontarci qualcosa della sua esperienza in vista della serata a Pistoia.
Don Gianni, cosa ci dobbiamo aspettare dall’incontro di venerdì 13?
Mi è stato chiesto di dare una testimonianza sulla mia storia, sulla mia pastorale legata all’evangelizzazione di strada con i giovani. Sarà un momento per raccontare le esperienze di questi anni, l’impegno, cioè per una chiesa in uscita, missionaria, che va su strade, piazze, spiagge e discoteche per rivolgersi ai giovani.
Il tuo apostolato è particolarmente dedicato all’evangelizzazione di strada. Com’è nata questa tua esperienza?
È nata per la prima volta nel 1995, durante una missione di strada che ho fatto insieme a Rinnovamento nello Spirito Santo in nord Italia. In quell’occasione mi colpì subito l’aver scoperto quanta ricerca di Dio c’è nel cuore dei giovani. E poi fu forte entrare in contatto gente che non si aspettava un incontro del genere e che veniva raggiunta lungo le strade nei suoi spazi di vita. Dopo questa esperienza ho conosciuto Daniel Ange, un monaco di origine belga che ha fondato la scuola di evangelizzazione “Jeunesse Lumière” in Francia nel 1984. Ho così frequentato la sua scuola che aveva preso inizio dal grido di Martin, un giovane di 17 anni che usò parole molto dure nei confronti della Chiesa: “Chiesa, che cosa fai dei tuoi figli? Sappiate, voi funzionari della Chiesa, che non avete avuto alcun ruolo nella mia ricerca di Dio!”. Impressionato da questo grido Daniel Ange ha portato avanti un’originale esperienza di evangelizzazione. Io sono rimasto con lui a fare evangelizzazione di strada dal 1998 al 2001. Poi ho portato a Firenze questa esperienza aprendo una scuola di evangelizzazione grazie all’incoraggiamento e al sostegno dei diversi vescovi di Firenze: Piovanelli, Antonelli e Betori.
Ci puoi parlare di questa “scuola di evangelizzazione”?
È una scuola dei giovani e per i giovani. Si parte dal presupposto che i migliori testimoni dei giovani sono i giovani stessi. Giovanni Paolo II invitava ai giovani a evangelizzare i loro coetanei. Il risultato è molto bello perché tra loro c’è un filo diretto e la testimonianza che passa è più forte. Ogni anno ci sono circa una decina di giovani che lasciano tutto e si dedicano a questa opportunità formativa. Sono ragazzi e ragazze dai 18 ai 30 anni che si donano al Signore per una straordinaria esperienza di fede. La scuola è a Bagno a Ripoli, zona Firenze sud, nel monastero dello Spirito Santo, dove si conserva il corpo intatto della Santa Umiltà (1226 –1310), fondatrice delle suore benedettine vallombrosane.
Com’è possibile entrare in contatto con la Scuola?
Semplice, basta cercare su internet il nostro sito: http://www.scuoladievangelizzazione.it o la nostra pagina Facebook (Scuola di Evangelizzazione Sentinelle del Mattino di Pasqua). Abbiamo anche un numero di telefono: 055 8408725.
Quest’anno si sente parlare spesso dei giovani in vista del prossimo Sinodo. Che idea ti sei fatto dalla spiritualità dei giovani?
Quando gli è proposta in modo autentico i giovani vivono la spiritualità in modo molto bello. Lo si vede nei momenti di adorazione, preghiera, lectio divina.. queste cose le vivono bene. Sono ben aperti, hanno sete di spiritualità. In un mondo che tende al materialismo quando vedono la sorgente trovano un ristoro per il loro cuore. Per cui c’è una grande sete nel cuore dei giovani. Nel contatto con la fede emergono anche le loro difficoltà che, principalmente, sono difficoltà relazionali. Problemi che vengono da una famiglia sempre più provata da separazioni e divorzi, che produce carenze affettive capaci di segnare a lungo una persona. E poi c’è la fragilità che emerge da una sessualità senza limiti, da relazioni facili, veloci, che fanno sentire sempre più soli.
E qual è la loro relazione con la Chiesa?
La difficoltà principale è l’incoerenza della Chiesa. Quando ne trovano (in parrocchia, movimenti, associazioni…) una coerente la possono seguire. Quando la trovano incoerente, allora sono molto sensibili e possono restare scandalizzati. Poi bisogna dire che come Chiesa spesso non diamo fiducia ai giovani. Diciamo che sono il futuro ma non gli diamo mai spazio. D’altra parte nei confronti della Chiesa come istituzione non ci sono troppi pregiudizi perché se ne sa poco. Di fatto c’è un terreno vergine per l’evangelizzazione. Per molti di loro la Chiesa è un mondo sconosciuto che usa un altro linguaggio, completamente diverso da quello che ascoltano tutti i giorni. Colpisce molto la figura di Papa Francesco. Il papa, infatti, piace molto ai giovani, soprattutto ai lontani.
In conclusione ti chiedo di rivolgere un invito a tutti per partecipare all’incontro di venerdì…
Invito tutti a partecipare a questa giornata che sarà di sicuro un momento di grazia. Come scrive papa in Evangelii Gaudium la gioia di Cristo è una gioia per tutti. Questa gioia del Vangelo è stata portata da Dio attraverso la Madonna, a cui l’angelo ha detto: “rallegrati!”. Una parola che il Signore rivolge a chiunque si rende disponibile ad accogliere Gesù. Anche in questi tempi difficili c’è comunque tanta grazia, quindi vieni e vedi!
Daniela Raspollini