L’Emporio della Solidarietà: una carità fatta e pensata bene
Marcello Suppressa, direttore della Caritas diocesana, illustra la nuova opera segno inaugurata sabato 17 novembre.
Com’è nata l’idea di dare vita a questo Emporio?
L’idea nasce dall’esigenza di trovare una risposta diversa rispetto alla problematica del bisogno alimentare che rappresenta la richiesta più comune e numericamente più rilevante presso i nostri Centri d’Ascolto e Caritas parrocchiali; certamente anche l’esperienza dell’emporio della Diocesi di Prato, il primo in Italia e attivo ormai da anni, ci ha dato un forte impulso. Ci siamo accorti che l’ordinaria distribuzione di viveri tramite l’erogazione di pacchi alimentari mensili, quindicinali o addirittura settimanali, non era più la risposta corretta a questa esigenza, sia da un punto di vista pratico, avere decine di micro-distribuzioni gestirle e coordinarle sta infatti diventando sempre più complesso, che da un punto di vista educativo. Pensiamo infatti che oltre ad erogare beni di prima necessità sia necessario anche avviare percorsi di educazione (al consumo, all’economia domestica, ecc) avere quindi una funzione più pedagogica e non solo assistenziale. Inoltre riteniamo che la possibilità di far accedere le persone ad una struttura come l’emporio dove possano scegliere in libertà cosa prendere senza che venga prima scelto da persone terze, sia un passo avanti anche dal punto di vista dell’autonomia e della dignità delle persone. Non siamo più noi che dall’alto concediamo ciò che riteniamo giusto e opportuno, ma sono le persone che attivamente se ne preoccupano, scegliendo cosa sia più necessario in quel dato momento (seppur possano contare su un supporto ed un accompagnamento in loco).
Come potranno accedere le persone in difficoltà?
È sufficiente telefonare allo 0573 359612 (tutte le mattine dalle 9:00 alle 13:00 dal lunedì al sabato) e prendere appuntamento presso il Centro d’Ascolto diocesano, punto principale di ascolto e quindi anche per la raccolta delle richieste per la Caritas diocesana, a seconda della mole delle richieste che riceveremo non escludiamo di poter attivare anche altri punti di ascolto dedicati alla specifica richiesta di accesso all’emporio. In ogni caso il primo riferimento resta il numero telefonico riportato sopra, anche solo per informazioni e approfondimenti. L’equipe di valutazione del progetto emporio si riserva poi di poter convocare nuovamente i beneficiari a colloquio qualora ce ne fosse la necessità e di richiedere della documentazione (ISEE, stato di famiglia, ecc); tutte cose che comunque rientravano già nella prassi per le valutazioni per l’erogazione dei pacchi alimentari.
Inoltre sarà previsto l’inserimento in percorsi di inclusione sociale e percorsi di volontariato, all’interno dell’emporio, di persone in carico ai servizi o alla Caritas diocesana per lo svolgimento del servizio di erogazione alimenti, come già accade, ad esempio, per i servizi della mensa don Siro Butelli e del Centro Mimmo.
Questo nuovo servizio va a sostituire la consegna del pacco alimentare?
L’obiettivo è proprio quello di sostituire quello che fino ad oggi è stato il classico pacco alimentare, riuscendo anche a dare prodotti di tipo diverso e non solo quelli presenti nel paniere dei beni essenziali, ad esempio prodotti per l’igiene personale e della casa, che non tutte le distribuzioni erano in grado di dare. Si vuole anche standardizzare quella che può essere la risposta alla richiesta di alimenti, infatti ad oggi questa varia a seconda della disponibilità delle singole strutture che distribuiscono e dal numero di persone in carico (solitamente chi ha più persone in carico ha più difficoltà nell’erogare alcuni prodotti a tutti)
Come saranno coinvolte la parrocchie e i centri d’ascolto Caritas?
Come detto il Centro d’Ascolto Diocesano resta il punto principale dove presentare le richieste, gli altri Centri d’Ascolto zonali invece non saranno coinvolti da questa novità, almeno non nell’immediato futuro. Nelle nostre intenzioni il progetto emporio sarà il riferimento per le richieste alimenti per il territorio del comune di Pistoia. I Centri d’Ascolto presenti negli altri Comuni della Diocesi continueranno l’attività di erogazione alimenti autonomamente e con l’organizzazione che più riterranno opportuna. Si consideri che alcuni di questi sono molto distanti dalla città di Pistoia (ad es. Capraia e Limite o San Marcello Pistoiese), pertanto non è possibile pensare di accentrare tutte le erogazioni di alimenti presenti nella diocesi nella sola città di Pistoia.
Le Caritas parrocchiali della città invece avranno un ruolo centrale, sia perché almeno in questa fase iniziale dovranno continuare la loro attività di erogazione come fatto finora, infatti non sarà possibile inserire tutte le persone in carico alle varie distribuzioni presso la struttura dell’emporio allo stesso tempo, ma ci sarà un lavoro di inserimento graduale. In secondo luogo le Caritas parrocchiali saranno chiamate ad aiutare la Caritas diocesana nell’intercettare le richieste, nel contribuire alle valutazioni per nuove richieste e rinnovi autorizzazioni. Saranno inoltre previste riunioni periodiche per confrontarsi sui casi vecchi e nuovi (cosa che già accadeva). Inoltre le parrocchie potranno fare raccolte in autonomia a sostegno del progetto emporio (la domenica a fine messa, oppure in esercizi commerciali presenti nel proprio territorio, come già accade in molti territori); saranno chiamate ad aiutarci nel far comprendere il funzionamento del progetto emporio e -cosa ancora più importante- potranno accompagnare le persone nell’accesso al servizio dell’emporio, anche fisicamente. Per ultimo, ma certo non per importanza, i volontari delle parrocchie potranno rendersi disponibili a prestare servizio all’interno dell’emporio, infatti più aumenteranno le persone in carico al progetto e più sarà necessario aumentare giorni ed orari di apertura per poter garantire l’accesso a tutte le persone che ne necessitino.
Come detto l’accesso delle persone sarà graduale ma prevediamo, una volta arrivati a pieno regime, di fornire alimenti ad oltre 400 nuclei familiari o singoli ogni mese.
Un social market è stato aperto lo scorso anno a Quarrata. È già possibile raccogliere alcuni risultati…
A Quarrata un progetto di emporio è partito già nel corso dell’anno 2016, il progetto è strutturato in maniera simile a quella descritta precedentemente e vede la collaborazione del comune di Quarrata, l’associazione Pozzo di Giacobbe, ovviamente del Centro d’Ascolto zonale della parrocchia di Santa Maria Assunta e di altre realtà territoriali. Ogni mese all’emporio di Quarrata accedono tra le 50 e le 60 persone, tra singoli e nuclei familiari.
Daniela Raspollini