Nel concepito un figlio da amare
Al via la campagna “Cuore a cuore” per raccontare e testimoniare la bellezza della vita. Ne parliamo con Elisabetta Michelozzi presidente del Movimento e Centro di Aiuto alla vita di Quarrata.
Il Movimento e Centro di Aiuto alla vita italiano ha lanciato un’importante iniziativa dal titolo “Cuore e Cuore”: di cosa si tratta?
La campagna “Cuore a cuore” è nata da una lunga e consolidata esperienza dei Centri di Aiuto alla Vita e pone la donna in prima linea nella difesa della vita nascente, perché al contrario di quanto molti vogliono farci credere le donne che riconoscono nel concepito un figlio, un essere umano a tutti gli effetti, con tutta la sua dignità sono la maggioranza. Tuttavia questa iniziativa chiede l’adesione anche degli uomini e vuole diventare una occasione per realizzare una mobilitazione generale su questo tema.
L’iniziativa è stata chiamata “Cuore a Cuore” perché questa è l’espressione che evoca quello speciale rapporto con la vita umana dal suo inizio che ogni mamma vive, quella intimità, complicità, alleanza e condivisione, proprio come quella della mamma che culla nel suo grembo il suo bambino.
Nel cuore di ogni donna c’è la conoscenza, la consapevolezza che ciascun essere umano fin dal concepimento è un figlio. Le donne però devono poter contare sulla solidarietà dell’intera società civile. In virtù di questo speciale legame con la vita tutte le donne recano in se un timbro speciale dell’amore che si manifesta nell’accoglienza e nella cura del più piccolo, iscritta nella gravidanza stessa e che è a servizio di tutta l’umanità (se non ci fossero le donne scomparirebbe la società e la storia). Si tratta di un vero e proprio privilegio femminile. È il sigillo dell’amore sulla vita umana che si pone come archetipo di ogni possibile solidarietà.
Per la campagna “cuore a cuore” deve essere ancora pensata una struttura organizzativa, tuttavia è già attiva una mail: cuoreacuore.mpv@gmail.com, a cui è possibile aderire e/o inviare testimonianze. L’adesione è in forma libera. Chi facesse fatica a scrivere una testimonianza ma intendesse aderire può semplicemente scrivere: «dichiaro che il concepito è un essere umano» oppure, «dichiaro che il concepito è un figlio».
Tra gli obiettivi che vi proponete c’è quello di sconfiggere definitivamente la “congiura contro la vita” e la cultura dello scarto; cosa si intende con queste espressioni?
Per congiura contro la vita si intende tutta quella corrente di pensiero che deliberatamente si ostina a negare quello che oggi la scienza per prima mette in assoluta evidenza, cioè che fino dal concepimento esiste un essere umano unico e irripetibile: “uno di noi”, seppure nella sua fase più fragile e debole, di cui non solo la mamma, ma tutta la società è chiamata a tutelare e prendersi responsabilmente cura.
Vorrei ricordare che nella nostra società prevale la cultura dell’efficienza, dell’apparire, del sano e del bello a tutti i costi, ma così perdiamo di vista tutta quella che è la maggioranza delle persone che non corrispondono a questi canoni, perdiamo di vista la fragilità della vita umana nei suoi momenti fondamentali del nascere e del morire, della malattia, della disabilità che inevitabilmente fanno parte della vita umana e che ne qualificano anche la ricchezza, che ci ricordano che l’uomo vale in quanto tale, che non è mai un mezzo, ma è il fine che deve guidare le nostre scelte e quelle dell’umanità.
Per spiegare meglio questo concetto della cultura dello scarto vorrei ricordare le parole del magistrato Dr. Giuseppe Anzani che parlando del figlio appena concepito scrive: «..E il figlio a volte è malato, a volte è disabile, a volte è vicino a morire; non si può certo amare la disabilità, non si può certo amare la malattia, non si può certo amare la morte, ma il figlio lo si ama com’è , lo si ama sempre». L’uomo lo si ama sempre ed è l’amore la cura migliore che gli possiamo offrire! Solo così si restituisce un volto più umano alla nostra società e sarà questa l’eredità più bella che speriamo di poter lasciare alle generazioni future!
Come sarà coinvolto il movimento per la Vita della diocesi?
Il Movimento per la Vita della Diocesi si impegna ad organizzare anche con le aggregazioni laiche della diocesi convegni e momenti di informazione e riflessione su questi temi, grazie anche alla collaborazione di Paola Bardelli di Tvl. Per il prossimo 27 Settembre alle 21, in sede da definire, è già previsto un incontro con il Professor Noia (direttore Hospice Prenatale “S.Madre Teresa di Calcutta” del Policlinico Universitario a Gemelli I.R.C.C.S. e Presidente della Fondazione “Il Cuore in una Goccia Onlus”). Il tema della serata sarà “Il volto umano dell’embrione: figlio e paziente”. Paura e solitudine chiedono il soccorso di “reti d’amore” (così le ha chiamate il Papa) per essere vinte.
In questa missione il Movimento per la Vita ed i Centri di aiuto alla Vita si riconoscono, semplicemente così: una rete di amore. A questo riguardo il Movimento e il Centro di Aiuto alla Vita di Pistoia e Quarrata nel corso di tanti anni hanno aiutato centinaia di donne in difficoltà perché potessero amare ed accogliere con serenità i loro figli grazie alla vicinanza, ma anche fornendo pannolini, latte in farmacia, medicine e tutto l’occorrente per neonati.
Daniela Raspollini