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Prioria Abitanti : 700 Vicariato : Lamporecchio Provincia di : Pistoia Indirizzo : Piazza della Chiesa 1 – 51030 San Baronto (Pt) Telefono : 0573 88010

parroco : padre Antonio Velotto Vicario parrocchiale : don Arnaud Cocou Toupe

Secondo un racconto agiografico del secolo XII, su questo valico del Montalbano un monaco di origine franca, di nome Baronto, avrebbe costruito nel secolo VII un romitorio, raggiunto poi da altri cinque compagni, uno dei quali di nome Desiderio (Acta Sanctoram martii, p. 567). I due santi sono registrati nel Martirologio Romano al 25 Marzo: Pistorii in Tuscia, sanctorum confessorum Barontii et Desiderii. La stessa fonte riferisce che agli inizi del secolo XI fu edificata dai Pistoiesi una chiesa con ampia cripta nella quale il 27 Marzo 1018 il vescovo Restaldo avrebbe traslato le spoglie di san Baronto e degli altri eremiti (Acta Sanctorum, cit., p. 570). L’esistenza di una istituzione monastica, forse cluniacense, è confermata da una pergamena del Giugno 1095, nella quale è ricordata una terra S. Barunti nella zona di Piuvica (RCP, Canonica, 253), monaci ed abati di S. Baronto sono ricordati in altre pergamene del secolo XII (RCP, Vescovado, 21l2 e 49 e ASF, Capitolo, 1190 Luglio 13). Nello stesso secolo la ecclesia S. Barunti è tra quelle la cui protezione era demandata ai rettori del Comune di Pistoia (Statuti sec. XII, 19 e 86) e più tardi fu l’unico ente ecclesiastico pistoiese compreso nei registri del Liber Censuum della Chiesa Romana di Cencio Camerario (KEHR, III, p. 132). Nel secolo successivo una comunità rurale era raggruppata attorno al monastero (Liber Focorum, B, II; ma anche B, I, b) e vi era anche un ospizio che più tardi fu trasferito a Papiano (AVP, Beneficiali, 1440 1490, cc. 411 e 412). L’ospizio era a servizio della strata de S. Barunto ricordata negli Statuti del 1296 tra quelle sottoposte al controllo ed alla protezione del Comune di Pistoia (Statutum potestatis, V, 22). Nello stesso periodo il monastero è registrato nelle Decime (I, 1361; II, 1487) ed a partire dal 1373 anche negli elenchi delle visite pastorali (Visita 1373, c. 96v). Più tardi fu conferito in commenda e poi aggregato alla Badia di Firenze dalla quale dipendeva ancora alla fine del Seicento (Chiese 1699, c. 48r). Nel 1732 il vescovo Bassi elevò la chiesa a prioria (MAZZANTI, p. 10). L’edificio costruito nel secolo XI fu distrutto dalle truppe tedesche in ritirata il 16 Agosto 1944 (ACP, Relazione, p. 218); ma pochi anni dopo fu ricostruito nelle stesse forme del precedente. Anche la cripta fu ricomposta con le colonne ed i capitelli recuperati, che forse erano appartenuti ad una più antica chiesa altomedioevale. La nuova chiesa fu riaperta al culto nel Maggio 1951.

BIBL. DONDORI, pp. 205 sgg., Acta Sanctorum martii, III, Anversa 1668, pp. 567-573, REPETTI, I, pp. 282-283; G. B[RESCHI], S. Baronto: leggenda del secolo VII, 1869; BARGIACCHI, I, pp. 105-106; R. FUCINI, San Baronto, “Marzocco”, VII, 1902, 19; KEHR, p. 132, BEANI, Chiesa, pp. 130 131; G. MAZZANTI, S. Baronto, Pistoia, 1920; PIATTOLI, II, p. 102; Chiese romaniche, pp. 57 69: Patrimonio, pp. 232-233; Immagini, n. 86, p. 98, Rilievo, pp. 240-243; Itinerari del contado pistoiese, n. 5, Pistoia, 1985, pp. 2-3.