Prima gli ultimi, non si tratta solo di migranti

«Prima gli ultimi»: sabato 28 settembre a Pistoia si svolgerà il convegno diocesano di Migrantes. Domenica 29 un rosario e una santa messa in Cattedrale animati dalle diverse comunità etniche di Pistoia.

 

PROGRAMMA

Sabato 28 settembre 2019 ore 10.00

Seminario Vescovile Pistoia
II Convegno Migrantes Diocesi di Pistoia

PRIMA GLI ULTIMI, NON SI TRATTA SOLO DI MIGRANTI

Intervengono:
S.E. Mons. Fausto Tardelli
Vescovo di Pistoia
Dott.ssa Doriana Preza
Avvocato penalista
Dott.ssa Flaminia Vola
Coordinatore Regionale – Europa Occidentale del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale.

Domenica 29 settembre

Chiesa Cattedrale di Pistoia
Ore 15-30
Santo Rosario in varie lingue
Ore 16.00
Santa Messa presieduta da S. E. Mons. Fausto Tardelli
Animata dalle comunità etniche presenti nella nostra Diocesi.

 

Ospite speciale Flaminia Vola del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Nelle parole della dott.ssa Vola l’impegno della santa sede per i migranti e il senso della prossima Giornata mondiale del migrante e del rifugiato.

Com’è nato il dicastero per il servizio dello Sviluppo Umano integrale?

Esso nasce dall’accorpamento dei Pontifici Consigli per la Giustizia e la Pace, Cor Unum, della Pastorale per i migranti e gli Itineranti e della Pastorale per gli operatori sanitari.
La vastità, complessità e urgenza delle questioni relative ai migranti, ai profughi e rifugiati nel mondo, sono la vera “prima premessa” della Sezione Migranti e Rifugiati voluta da Papa Francesco all’interno del Dicastero e da lui stesso guidata. La sezione Migranti e Rifugiati è chiamata a dare una testimonianza convincente e un’azione efficace per il bene dei migranti e dei rifugiati, rendendo concretamente palese un aspetto fondamentale della missione della Chiesa: accompagnare il popolo di Dio in tutte le sue gioie e speranze, tristezze e angosce, specialmente dei poveri e di tutti coloro che soffrono (Concilio Vaticano II, 1965). La missione principale della Sezione è quella di sostenere la Chiesa – a livello locale, regionale e internazionale – nell’accompagnamento delle persone in ogni tappa del processo migratorio, prestando particolare attenzione a coloro che, in diversi modi, sono costretti a spostarsi o fuggire.
I grandi numeri delle migrazioni internazionali sono noti. Secondo le stime delle Nazioni Unite, i migranti nel mondo sono circa 260 milioni. Ogni 10 anni questo numero aumenta di circa 50 milioni. Le migrazioni non sono un fenomeno occasionale o passeggero, ma strutturale. Sono il risultato degli squilibri nello sviluppo economico e sociale, delle guerre, ma anche l’espressione di profonde trasformazioni negli stati e a livello internazionale. Pensare di fermare le migrazioni è illusorio, è come voler fermare la storia.

Il tema del convegno diocesano è “prima gli ultimi, non si tratta solo di migranti” e ricalca una felice espressione di papa Francesco che bene esprime il suo magistero e indirizza anche l’attività della Sezione Migranti e Rifugiati; ce la può illustrare più puntualmente?

Come lo stesso Santo Padre ha sottolineato nella sua omelia di venerdì 15 febbraio 2019 a Sacrofano: «è davvero Lui [Gesù], anche se i nostri occhi fanno fatica a riconoscerlo: coi vestiti rotti, con i piedi sporchi, col volto deformato, il corpo piagato, incapace di parlare la nostra lingua». Il fenomeno migratorio non rappresenta una crisi o un’emergenza inaspettata, senza precedenti. La mobilità umana, che purtroppo include una porzione di persone costrette a fuggire per una varietà di ragioni comprensibili, è un fatto della vita umana. Come cristiani ci impegniamo ad accogliere, proteggere, promuovere e integrare le persone vulnerabili in movimento. Trattare queste persone come fossero un “problema isolato”, non è utile. Che siano in partenza, di passaggio, in arrivo, che si stabiliscano o siano di ritorno nel loro luogo di origine, queste persone vulnerabili hanno affinità e relazioni con molti altri “già presenti qui” in una condizione di bisogno. Il Santo Padre ci invita a incontrare i nuovi arrivati, ad accompagnarli, a pregare per loro e condividere la vita con loro, nella nostra più ampia preoccupazione per tutte le persone emarginate, tutti coloro che abitano “le periferie esistenziali”. Citando il Messaggio del Papa per la 105a Giornata «Gesù Cristo ci chiede di non cedere alla logica del mondo, che giustifica la prevaricazione sugli altri per il mio tornaconto personale o quello del mio gruppo: prima io e poi gli altri! Invece il vero motto del cristiano è prima gli ultimi!». Il tema «non si tratta solo di migranti» dunque, stimola la nostra curiosità e preoccupazione, ci invita alla compassione e alla solidarietà.

Qual è il senso della giornata mondiale del migrante e del rifugiato? Quale invito rivolge il Papa ai fedeli?

La chiesa celebra la giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato dal 1914. È sempre stata un’occasione per dimostrare la preoccupazione della Chiesa per le diverse categorie di persone vulnerabili in movimento, per pregare per le sfide e aumentare la consapevolezza sulle opportunità offerte dalla migrazione. Per il 2019 Papa Francesco ha scelto il tema «non si tratta solo di migranti», per mostrarci i nostri punti deboli e assicurarci che nessuno rimanga escluso dalla società, che sia un cittadino residente da tempo o un nuovo arrivato. Non si tratta solo di migranti: si tratta di costruire la città di Dio e dell’uomo.
Sabato 28 settembre sarò a Pistoia per il convegno della Diocesi di Pistoia, ma domenica 29 papa Francesco celebrerà la giornata mondiale del migrante con una santa messa in piazza san Pietro. L’invito del Santo Padre a celebrare insieme l’Eucarestia è aperto a tutti, non solo agli stranieri e alle organizzazioni che li accompagnano, ma a tutti coloro che si sono sentiti interpellati o spronati dalle parole del Pontefice. Sarebbe bello avere con noi numerose delegazioni dalle diocesi europee, così da manifestare congiuntamente a Papa Francesco il nostro sostegno.

Daniela Raspollini