SE LA SANTITÀ PASSA PER LA FILOSOFIA: VENERDÌ 24 NOVEMBRE ADRIANO FABRIS PER ‘I LINGUAGGI DEL DIVINO’
Un appunto riflettere in vista della relazione di Adriano Fabris per ‘i linguaggi del divino’
«Quel mare, il mare beato della mia infanzia beata, non potrò più vederlo se non dentro di me. Se n’è andato dove se ne va il tempo, probabilmente, fra i noumeni. Ma un tempo quel noumeno io l’ho visto, l’ho annusato e ascoltato. E so, più di ogni altra cosa che appresi in seguito che, sebbene non sia più qui con me, quella mia conoscenza era più vera e più profonda che mai …Ricordo le mie impressioni di bambino e non mi sbaglio: sulla riva del mare mi sentivo faccia a faccia con l’Eternità amata, solitaria, misteriosa e infinita dalla quale tutto scorre e tutto ritorna. L’Eternità mi chiamava e io ero con lei».
Questi ricordi d’infanzia sono scritti come memorie per i figli da un matematico. Un matematico e un filosofo, un poeta, un mistico, un martire del nostro tempo. Sì, nella figura luminosissima di padre Pavel Florenskij, troviamo riunite le idee scientifiche e la ragione filosofica, la scienza e la mistica, la ricerca della verità e l’amore per Dio testimoniato fino alla morte.
Anche la vita di Edith Stein testimonia questa apparente disarmonia: una donna, allieva del grande Husserl, anch’essa conosciuta nell’ambiente universitario come filosofa, muore martire nel campo di concentramento di Auschwitz con l’abito carmelitano.
Pensare questo nella nostra società relativista e sempre politicamente troppo corretta sembra quasi un’assurdità. Contrari che non coincidono. Un sacerdote che scrive di filosofia? Uno scienziato che porta la talare? Una pensatrice in un convento?
Eppure la verità è quella che appare semplice e chiara agli occhi dei bambini: stupirsi davanti alle onde del mare è come abbracciare Dio. Perché osservare, conoscere, riflettere porta sempre verso l’infinito: anzi proprio in quel piccolo frammento di realtà visibile si spalancano le porte dell’Eternità.
Adriano Fabris, professore di filosofia morale all’Università di Pisa, ci aiuterà a riflettere sul linguaggio dell’etica alla luce di Evangelii gaudium e della sua indicazione a conoscere e nello stesso tempo a contemplare l’altro come riflesso di Dio. L’appuntamento, che prosegue gli incontri della rassegna teologica “i linguaggi del divino”, è per venerdì 24 novembre alle ore 17.30 nella Chiesa di San Filippo a Pistoia.
Irene Ginanni