“Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio.” (Rm 8,14). Con queste parole San Paolo ci ricorda una delle caratteristiche fondamentali della vita cristiana sia personale che comunitaria: lasciarsi guidare dallo Spirito Santo il quale ci conduce alla verità tutta intera (cfr Gv 16,13). Lo Spirito di Dio, che è Signore e dà la vita, alita su di noi la sua brezza leggera, a volte è soffio impetuoso, sempre ci spinge, ci muove, ci parla. “Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito». (Gv 3,8)
E’ necessario allora che spieghiamo le vele della nostra vita al vento dello Spirito, che ne ascoltiamo la voce dentro le pieghe della storia e delle nostre vicende, dentro le sfide del tempo, come nel profondo del cuore, negli insegnamenti e nell’esempio del successore di Pietro, nella Parola che si fa pane di vita nella divina Eucaristia.
Non abbiamo da decidere e fare ciò che ci pare e piace. No. Abbiamo piuttosto da discernere e compiere la santa volontà di Dio. Non abbiamo da conformarci all’andamento di questo mondo, ma da lasciarci trasformare rinnovando il nostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto (cfr Rm 12,2). Occorre cioè lasciarsi guidare dallo Spirito.
“Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese”. Nei primi capitoli del libro dell’Apocalisse quest’appello risuona per ben sette volte. Insistente. Incalzante. Assolutamente provocante. Ai nomi delle chiese di cui parla la Scrittura, possiamo benissimo aggiungere quello di Pistoia. Così l’invito è diretto: “Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alla chiesa di Pistoia”.
Da poco tempo sono tra voi, carissimi amici e fratelli e quello che sto cercando di fare è esattamente questo: cogliere gli inviti dello Spirito, i doni che Egli ha profuso a questa Chiesa nella sua storia e nelle sue persone, cercando di comprendere le sue ispirazioni e lasciarmi guidare da Lui per essere il pastore che Dio vuole. Riflettendo, ho pensato che questo mio atteggiamento interiore potesse essere anche quello di tutti voi. Ho ritenuto che il mio primo anno di episcopato pistoiese, potesse e dovesse essere un periodo di discernimento nello Spirito Santo, non solo per me ma anche per tutta la chiesa di Pistoia. Un tempo nel quale insieme cerchiamo di capire la voce, il soffio dello Spirito e i segni dei tempi.
Dove possiamo però avvertire gli impulsi dello Spirito? Dove coglierne il soffio vitale? Dove e come comprendere la direzione verso la quale ci sta sospingendo?
Innanzitutto mi sento di dire che possiamo comprendere la direzione verso la quale lo Spirito ci sta muovendo, facendo viva memoria del passato, rileggendo cioè la storia di questa Chiesa, il suo cammino pastorale, quello che i vescovi, in particolare il mio immediato predecessore, Mons. Mansueto Bianchi, hanno tracciato nei solchi di questa comunità diocesana. Il Signore ha visitato questa santa Chiesa, si è fatto presente: lo Spirito Santo ha operato, ha permesso che si maturassero convinzioni e orientamenti; ha sparso semi di un futuro bello. Scrutando con occhi di fede il cammino compiuto negli anni passati, riusciremo ad apprezzare i grandi doni ricevuti dallo Spirito del Signore e insieme, i ritardi, le lentezze, i peccati, i tradimenti che hanno segnato la nostra storia e che hanno ostacolato e ostacolano l’opera dello Spirito.
Nel discernimento è necessario allargarsi anche ad una comprensione per quanto possibile dei tempi che stiamo vivendo, del grido dei poveri che si leva dalla nostra società e dalla situazione del nostro mondo globalizzato. Le vicende degli uomini infatti sono il concreto contesto in cui si dipana la storia della salvezza e in cui opera misteriosamente lo Spirito Santo. Guardare, osservare, capire la nostra società, il nostro mondo, la nostra città, è momento dunque ineludibile per una Chiesa che è posta dal Signore quale “lampada sul moggio”, quale “lievito” di speranza e “sale della terra”.
L’ascolto di ciò che lo Spirito Santo ci dice non può prescindere in particolare dall’attenzione alla nostra terra pistoiese, ai suoi bisogni e alle sue attese, a quelli della gente. Attese di lavoro e di dignità, di futuro e di speranza. Attese che emergono da una fascia sempre più larga di poveri e di “scartati”. Attese di giustizia e di onestà, proprio quando pare così facile e diffusa la disonestà e la corruzione. Attese di fraternità solidale ma anche, e guai se non cogliessimo questo grido profondo dell’anima, attese di Dio, del suo amore misericordioso, della conoscenza di Colui che è via, verità e vita, l’unico a dare senso pieno all’esistenza e sostanza al futuro. “Non di solo pane vivrà l’uomo, infatti ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt 4,4). L’uomo non cerca solo pane ma dignità e amore fedele e stabile, proprio quello che gli viene solamente da Dio e che lo fa sentire prezioso e mai solo.
Il discernimento poi non può dimenticare le sfide dell’oggi, gli inviti pressanti dello Spirito che provengono da ciò che è all’ordine del giorno dell’agenda ecclesiale. Mi riferisco al Sinodo dei vescovi, al Convegno ecclesiale di Firenze e, prima ancora al magistero di Papa Francesco. Dietro a queste cose percepiamo distintamente il grido che viene dalle famiglie, attaccate duramente dall’esterno come dall’interno; dalle famiglie frantumate, spezzate, dalle famiglie che attendono un annuncio di salvezza che restituisca loro la bellezza della propria identità e della propria missione, l’energia e il coraggio dell’amore fedele, la voglia di edificare il Regno di Dio. Il prossimo Sinodo è lì a dirci quanta attenzione, quanto ascolto, quanta cura richiedono oggi le famiglie.
Oltre a questo, percepiamo distintamente anche il desiderio di una umanità nuova. Un desiderio che percorre la nostra società, il mondo intero, proprio quando si affaccia con insistenza purtroppo il rischio non più ipotetico della barbarie e dell’inciviltà. Oggi si fa più forte l’attesa di un’umanità rinnovata che sappia ricostruire se stessa e realizzare un mondo diverso, mettendo a buon frutto le enormi potenzialità espressive e tecnologiche che abbiamo. Il Convegno delle Chiese che sono in Italia che si terrà a Firenze nel novembre prossimo, vuole esprimere un’attenzione forte a questa attesa, a questa domanda, per un rinascimento dell’uomo, nella giustizia, nella verità e nella pace.
Attraverso infine l’esortazione apostolica “Evangelii gaudium” di Papa Francesco, lo Spirito Santo ci sta invitando a una profonda, esigente riforma della Chiesa perché ritrovi la gioia dell’incontro con Cristo, la gioia dell’annuncio del Vangelo in un nuovo slancio missionario, la gioia di curare con “l’olio della consolazione e il vino della speranza”, l’uomo ferito e piagato in mille modi, lasciato solo ai margini della strada della nostra società.
Ecco dunque come e dove possiamo percepire l’azione dello Spirito e lasciarci guidare da Lui. In questo modo siamo in grado di capire quanto Lui ci stia dicendo e dove ci stia guidando, ciò che il Signore attende da noi in questa contingenza storica, ciò che il Signore si aspetta da ciascuno di noi e da noi come sua famiglia.
Vorrei allora che tutti quanti a partire da me, fino ai presbiteri e ai diaconi, ai laici tutti, aggregati in vario modo o semplicemente partecipi delle diverse comunità parrocchiali, consacrati e consacrate della chiesa pistoiese, avessimo a cuore profondamente, intensamente, amorosamente, la ricerca della volontà di Dio su di noi, rendendoci docili all’opera dello Spirito Santo. Vorrei che avessimo tutti l’atteggiamento di Maria, la sposa dello Spirito, per dire con lei: “avvenga di me secondo la tua parola”. Vorrei che in questo tempo la chiesa di Pistoia fosse in qualche modo lei, Maria, adombrata dallo Spirito Santo, Vergine dell’umiltà che null’altro cerca, null’altro desidera e ama, che ascoltare la parola di Dio e metterla in pratica, in piena docilità allo Spirito che la rende feconda.
E perché sia così, occorre molto pregare, invocando giorno e notte lo Spirito Santo perché ci copra con la sua ombra, ci dia occhi per vedere, coraggio per rinascere, letizia per vivere, amore per testimoniare. Occorre acquisire la sapienza del cuore, perché solo con questa sapienza si vede il cammino da compiere e soprattutto si ha la forza per compierlo. Occorre molto adorare la Maestà umilissima di Colui che si è fatto uno di noi e si è consegnato a noi come pane della vita, pane della condivisione e pane della lode.
Nello stesso tempo, consapevoli che lo Spirito è dato a ciascuno e tutti siamo “profeti”, desidererei che questo tempo fosse dedicato oltre che alla preghiera anche al dialogo fraterno, all’ ascolto reciproco e all’ aiuto scambievole per comprendere gli inviti del Paraclito in questo frangente della storia del mondo e di Pistoia. Occorre che agiamo come una “mistica persona” unita nell’amore, perché tali siamo in quanto corpo di Cristo, variegato nella bellezza della diversità ma sempre unito da un vincolo più forte di quello del samgue. Dobbiamo imparare il “discernimento comunitario”, riuscendo a praticarlo come espressione dinamica della comunione ecclesiale e metodo di formazione spirituale, di lettura della storia e di progettazione pastorale. Ricordando che “perché sia autentico, questo discernimento deve comprendere: docilità allo Spirito e umile ricerca della volontà di Dio; ascolto fedele della Parola; interpretazione dei segni dei tempi alla luce del Vangelo; valorizzazione dei carismi nel dialogo fraterno; creatività spirituale, missionaria, culturale e sociale; obbedienza ai pastori, cui spetta disciplinare la ricerca e dare l’approvazione definitiva.” (CEI, Con il dono della carità dentro la storia. La Chiesa in Italia dopo il Convegno di Palermo, 21).
Ed ora qualche piccola indicazione pratica. In questi mesi compiremo un cammino comune che dovrebbe coinvolgere nel suo insieme la nostra Chiesa. Primi fra tutti i presbiteri e i diaconi. Per loro sono previste alcune assemblee generali, incontri vicariali e una “due giorni” di convivenza e verifica il mercoledì 9 e il giovedì 10 settembre prossimi. Una novità che propongo con fiducia, sperando possa essere accolta dai sacerdoti con piena disponibilità. Consiglio presbiterale e Commissione pastorale diocesana faranno la loro parte. I laici aggregati nella Consulta Diocesana e i Consacrati per loro verso avranno anch’essi momenti di incontro.
Ai parroci chiedo che compiano ogni sforzo per rendere consapevoli i fedeli del cammino che la Diocesi sta facendo in questo tempo. Se ne parli, si informi, ci si torni sopra più volte. “Chiesa di Pistoia: lasciamoci guidare dallo Spirito Santo!” Sia questo il ritornello che passi di bocca in bocca, il canto che insieme innalziamo al Signore, il desiderio ardente che tutti ci accomuni.
Mi sento di fare una forte, accorata raccomandazione: un cammino di discernimento comunitario nello Spirito Santo ha bisogno di molta preghiera. L’ho già detto ma lo voglio ripetere: in questo tempo dobbiamo saperci mettere in ginocchio a lungo e pregare tanto, invocando la luce e la forza dello Spirito, sull’esempio di Maria SS. e insieme a lei. Si facciano speciali intenzioni nelle Eucaristie domenicali, si organizzino momenti di preghiera o di adorazione che significhino concretamente la nostra volontà di compiere solo ed esclusivamente la volontà del Signore. Si celebrino liturgie penitenziali per la purificazione dei nostri cuori. Ci si accosti alle Sante Scritture nei gruppi biblici, seguendo il sussidio preparato allo scopo, con dedizione e ascolto amoroso. “Preghiamo il Signore e preghiamolo con amore e grande fiducia perché ci doni la grazia celeste dello Spirito.” “Lo stesso Spirito ci guidi e ci conduca a vivere secondo la divina volontà e ci ristori nella pace” (Dalle “omelie” di un Autore spirituale del secolo quarto).
Su questo comune terreno di preghiera, faremo discernimento attraverso incontri vicariali aperti a tutto il popolo di Dio, in particolare nel periodo dopo Pasqua e nei mesi di settembre e ottobre prossimi. Lì faremo memoria del cammino pastorale percorso dalla nostra Chiesa, raccoglieremo le sfide presentateci dal sinodo sulla famiglia, dal Convegno ecclesiale di Firenze e dall’Esortazione apostolica “Evangelii gaudium”. In questi incontri vicariali nel dialogo franco e sereno inizieremo a cercare di comprendere dove il soffio dello Spirito ci stia spingendo.
Tutto il lavoro troverà poi un momento importante di elaborazione e di sintesi in un’“Assemblea sinodale” diocesana che celebreremo giovedì 19 e venerdì 20 novembre. Anche questa forse è una specie di novità, perchè l’assemblea avrà a tutti gli effetti carattere sinodale. Non sarà un semplice convegno o un’occasione di aggiornamento pastorale o teologico. Piuttosto un momento alto di espressione del Popolo di Dio che vive in Pistoia, innanzitutto per dar lode a Dio e nella lode di Lui, fatti docili all’azione dello Spirito santo e sottoposti alla Parola, parlare e discutere. Clero, laici e consacrati, rappresentanti di tutte le parrocchie della diocesi e delle associazioni e movimenti ecclesiali, guidati dallo Spirito, cercheremo d’individuare il cammino da percorrere nel prossimo triennio 2015 – 2018. Sarà poi mio compito di pastore della Chiesa di Pistoia, raccogliere quanto emergerà e riproporlo secondo la responsabilità che il Signore mi ha affidato.
Concludo con una preghiera che in tutto questo tempo sarebbe bello fiorisse sulla bocca e nel cuore di tutti noi, singolarmente e comunitariamente: “Ispira nella tua paterna bontà o Dio i pensieri e i propositi di noi tuo popolo, perché vediamo ciò che dobbiamo fare e abbiamo la forza di compiere ciò che abbiamo veduto.”
Il Signore vi benedica e vi accompagni l’intercessione preziosa di Maria Santissima dell’umiltà, il beato apostolo Jacopo, San Zeno, S. Atto, il beato Franchi e tutti i santi e sante della chiesa pistoiese.
Pistoia, 2 febbraio 2015,
Festa della Presentazione al tempio del Signore
+ Fausto Tardelli