S.Messa crismale
Cattedrale 13 maggio 2021
«Lo Spirito del Signore è sopra di noi, per questo il Signore ci ha consacrati». Lo abbiamo sentito. È stato detto solennemente. Questa è la verità che ci caratterizza. È la nostra realtà. Lo Spirito del Signore è sopra di noi e ci ha consacrati, resi cioè partecipi della vita divina.
Una verità che stasera dobbiamo richiamare alla memoria ed esserne grati: lo Spirito santo ha inondato e inonda con la sua luce e la sua forza le nostre vite, la chiesa intero, il mondo. Vorrei soffermarmi ora proprio su questa verità da riconoscere.
Innanzitutto lo Spirito del Signore è sopra le nostre povere vite, dentro di noi e dentro la nostra realtà diocesana. Nonostante molte volte ci possa sembrare il contrario, perché tante sono le nostre inadempienze e i limiti della nostra realtà diocesana. Non ci vuol molto, carissimi amici, a vedere tutte le nostre fragilità e debolezze. Quanto siamo lontani dall’essere un cuor solo e un’anima sola sia a livello di presbiterio che più in generale fra tutti noi e quanto manchevoli sono le nostre parrocchie e associazioni! Dobbiamo fare i conti con stanchezze, perdite di motivazioni, demoralizzazioni per le circostanze indubbiamente avverse che sperimentiamo.
Eppure, lo Spirito del Signore è su di noi e ci consacra, nonostante tutto. In effetti, come non vedere anche tanti frutti dello Spirito in mezzo a noi? Nel cuore generoso di tante persone e famiglie; nella dedizione amorosa di molti che hanno mantenuta accesa la fiaccola della comunità parrocchiale, del catechismo, della carità. Un servizio, quello della carità, davvero bello e molto diffuso nella nostra Diocesi. Non mancano entusiasmo, gioia, testimonianze semplici ma al tempo stesso luminose di fede, di speranza, di carità. Sì, lo Spirito santo è su di noi.
Ma Egli è anche sull’intera Chiesa cattolica. È indubbio che essa sia oggi battuta da pericolosi e agitati venti. Sperimentiamo un pluralismo di idee e prassi, a volte sconcertante. Ci sono gruppi e persone che si schierano apertamente contro il Santo Padre, delegittimandone addirittura il ruolo. Oppure constatiamo con tristezza l’allegra disobbedienza di alcuni che vorrebbero ugualmente continuare a dirsi cattolici. Inoltre, la chiesa universale porta ancora le ferite degli abusi commessi dal clero e degli scandali finanziari.
Eppure, anche qui, nonostante tutto, lo Spirito del Signore è sulla chiesa, la anima e la fortifica pur in mezzo alle tempeste. Opera senza stancarsi. Come non vedere infatti all’opera lo Spirito Santo di Dio nella innumerevole schiera dei martiri che hanno irrorato e irrorano anche oggi la terra con il sangue che è seme di speranza? Mai nella storia della Chiesa, neppure nei primi tre secoli, la chiesa ha subito persecuzione e martirio come ai nostri giorni. E come non vedere il sorgere sempre più consistente della chiesa nell’Asia con prospettive di sofferto ma straordinario sviluppo? E questa è testimonianza della potenza dello Spirito Santo.
Lo Spirito del Signore è infine anche sul mondo intero, sulla intera umanità. Pure in questo caso i drammi della nostra umana miseria morale e materiale sono piuttosto pesanti. Continuano guerre e violenze. Proprio in questi giorni assistiamo all’accendersi di una terribile guerra proprio nelle terre di Gesù. E poi c’è stata e c’è ancora la pandemia che ci ha buttato a terra, uccisi, abbattuti. Che ci ha fatto sentire, tutti, in ogni parte del mondo, fragilissimi e sottoposti a pericoli gravi. E anche se ora si intravvede una certa luce in fondo al tunnel, rimaniamo nell’incertezza e con la paura che possa sempre accadere qualcosa di simile, di fronte al quale trovarci ancora una volta impreparati.
Eppure, anche qui, lo Spirito del Signore è su di noi e spinge perché questa situazione di crisi globale sia occasione per cambiare il mondo, per rinnovare la società e renderla più umana. L’opera dello Spirito Santo ci fa comprendere sempre di più quanto sia necessario e indispensabile prendersi amorevolmente cura gli uni degli altri. Quanta generosità è emersa in questo tempo e quanta voglia di riprendersi! Siamo stati certamente costretti a rivedere tante cose, anche nella nostre parrocchie – è vero. Pure la celebrazione di stasera è il segno dello scombussolamento prodotto da questi tempi difficili. Ciononostante, lo Spirito Santo ha soffiato e soffia e da Lui siamo stati spinti a rivedere in positivo tante cose anche nelle nostre parrocchie, a ritrovare l’essenziale della vita cristiana e le motivazioni più profonde del nostro agire.
Dunque si, lo Spirito del Signore è sopra di noi e sopra la nostra realtà, sopra la Chiesa universale e sul mondo intero. Lo riconosciamo e lo ringraziamo per la sua instancabile opera.
Fermarci però qui sarebbe sbagliato. La parola di Dio ci rivela quella che deve essere la nostra missione e il nostro impegno: lo Spirito del Signore è sopra di noi e ci ha consacrati infatti per «portare il lieto annuncio ai poveri, proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista a rimettere in libertà gli oppressi».
È la missione di Gesù. Quello che Lui ha fatto. Ci viene chiesto di condividerla e farla nostra. Ecco dunque delineato il nostro compito, confidando nella forza dello Spirito. Una missione che riguarda tutti i battezzati, indistintamente. In particolare però noi sacerdoti, chiamati ad essere modello del gregge. Non scoraggiamoci allora carissimi amici! Lo Spirito Santo ci ha scelti. Impegniamoci piuttosto e a fondo! Diamoci da fare per raggiungere ogni persona, accompagnando con affetto ogni persona. Andiamola a cercare. Dobbiamo proclamare a tutti e a ciascuno, speranza, salvezza, liberazione. Sforziamoci di incontrare le persone, tutte, anche quelle che sembrano più lontane. Non per fare proselitismo. Non per attrarla a noi, legarla a noi o far numero! Guai se agissimo così anche solo inconsapevolmente! Invece, per avvicinarla a Cristo e alla chiesa e poi noi metterci subito all’ultimo posto.
E in questo impegno verso ogni uomo che la parola di Dio ci ricorda, la benedizione degli oli santi mi pare indicare anche verso chi dirigersi in particolare: con l’olio dei catecumeni, sono soprattutto le famiglie che dobbiamo avvicinare e coinvolgere; con l’olio degli infermi, si indicano particolarmente i malati e gli anziani. Infine, con il sacro Crisma, ci vien chiesto di rivolgere l’annuncio del vangelo e la cura pastorale, specialmente alle nuove generazioni, ai giovani, perchè scoprano la loro vocazione nel mondo e magari quella del servizio nel ministero sacro.
Sottolineo dunque queste tre attenzioni per la nostra chiesa: esse dovranno sicuramente trovare debito spazio nel cammino sinodale che abbiamo iniziato ma per forza un po’ interrotto ma che ora intendiamo riprendere in modo deciso: le famiglie, i malati e gli anziani, i ragazzi e i giovani. Lavoriamo molto su questi tre versanti. Facciamo in modo che la nostra fantasia pastorale inventi nuove modalità e forme per accompagnare nel cammino della vita le famiglie, i malati e i giovani. E mentre questa sera benediciamo gli oli santi, pensiamo e preghiamo proprio per tutti coloro a cui questi oli santi sono destinati.
E lasciamo infine, carissimi fratelli e sorelle, che il dolce profumo del Crisma ci invada come “olio di letizia” e preghiamo accoratamente con le parole dell’orazione dopo la comunione: Concedi, Dio onnipotente, che, rinnovati dai santi misteri, diffondiamo nel mondo il buon profumo di Cristo.