SACRO CUORE DI GESU’
Chiesa di San Paolo – Pistoia 3 giugno 2016
La festa del Sacro Cuore di Gesù ci parla dell’infinito amore di Dio per noi, sue creature. L’immagine del Buon Pastore evocata nella prima lettura e nel Vangelo, dove il Pastore va in cerca della pecora che si era perduta, ci fa pensare alla tenerezza e alla forza della misericordia di Dio. E come ci ha ricordato San Paolo, Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
1.
Non so se ce ne rendiamo conto per davvero, di questo amore che è senza limiti. Dio è misericordioso, ma questa cosa, a son di ripeterla, potrebbe diventare un’abitudine, e alla fine, potrebbe non dirci più niente. E’ necessario perciò che ci fermiamo, rientrando in noi stessi, come stasera vogliamo fare e metterci di fronte alla infinita Misericordia di Dio per ciascuno di noi. Questo amore è per noi e per tutta l’umanità, quella di oggi, di ieri e di domani.
La Misericordia di Dio bussa con insistenza alla porta del nostro cuore, alla porta del cuore di ogni uomo. Bussa sempre e non si stanca di bussare. Sono battiti d’amore, sono i battiti di un cuore che ci ama e vuole il nostro bene, la nostra felicità, che vuole per noi la pienezza della vita, la comunione piena nella vita stessa di Dio. Alla porta del nostro cuore bussa Dio con il cuore di Gesù Cristo e desidera darci tutto di sé. Questo infatti è il fine della Misericordia di Dio. Non certo di darci ricchezze e beni di questa terra, non di farci felici in terra ma neppure semplicemente di realizzare una società più giusta e pacifica. Questa ultima cosa è importante ed è nel pensiero di Dio. E’ senz’altro oggetto del suo amore misericordioso. Non basta però. La Misericordia di Dio ci vuole far partecipi della vita divina, della comunione perfetta con lui, ci vuole trasfigurare totalmente nell’amore e ci vuole portare in paradiso, appunto nella pienezza della luce e della gloria. Cosa varrebbe infatti all’uomo conquistare il mondo intero se poi perdesse l’anima sua?
Allora stasera fermiamoci a contemplare la Misericordia di Dio per noi. Osserviamo ciò che avviene sull’altare, dove il pane e il vino vengono trasformati nel corpo e sangue del salvatore dati per noi. Per me Dio ha creato il cielo e la terra; per me ha creato la Vergine Maria per dare se stesso a noi; per noi si è fatto uomo condividendo tutto di noi. Come diremo tra poco nel prefazio: “Il Figlio di Dio innalzato sulla croce, nel suo amore senza limiti donò la vita per noi, e dalla ferita del suo sangue effuse sangue ed acqua, simbolo dei sacramenti dellka Chiesa, perché tutti gli uomini, attirati al Cuore del salvatore, attingessero con gioia alla fonte suprema della salvezza”.
Carissimi fratelli e solle, contempliamo, lodiamo e ringraziamo perché la Misericordia dio Dio bussa alla porta del nostro cuore e ci offre la fonte della vita.
2.
Se tutto questo è vero, fratelli e sorelle, è pur vero però anche che la Misericordia di Dio piange. Si piange, perché spesso l’amore non è amato. Gli uomini sono sordi e non vogliono aprire la porta del loro cuore. Non odono il battito del cuore del Salvatore. Questa è una triste realtà, tanto evidente, quanto è evidente la situazione drammatica in cui versa il mondo e lo scempio che vediamo ogni giorno consumarsi in terra, in mare e in cielo. E a poco valgono, lasciatemelo dire, gli appelli a essere più giusti e più buoni, il richiamo ai doveri di solidarietà e di fraternità. A poco davvero valgono i lamenti contro le guerre e le ingiustizie; a poco vale la ripresentazione continua dei doveri imprescindibili di chi voglia ancora dirsi uomo; a poco valgono gli inviti all’impegno sociale o caritativo… Non parole servono ma conversione! Tutto vale ben poco se non si apre il cuore alla Misericordia di Dio, se non si riconosce il nostro peccato e non ci si riconcilia con Dio, aprendo le porte di ciascuno di ciascuno di noi all’amore di Dio. Il male è dentro di noi, non fuori. La questione veramente seria del mondo è che spesso gli uomini si ritengono a posto e non bisognosi della misericordia di Dio. Il fatto è che spesso gli uomini non sanno che farsene della misericordia di Dio. E’ l’ultima cosa a cui pensano, l’ultima cosa che desiderano. Nei cuori c’è l’indifferenza nei confronti di Dio e questa diventa subito indifferenza nei confronti del prossimo.
In una pagina del diario di Santa Faustina Kowalska, l’apostola della divina misericordia, si legge questo affranto lamento del Signore Gesù: “Il mio cuore è stracolmo di tanta Misericordia per le anime e soprattutto per i poveri peccatori. Oh! Se riuscissero a capire che il sono per loro il migliore dei Padri; che per loro è scaturito dal mio cuore sangue e acqua, come da una sorgente strapiena di Misericordia; che per loro dimoro nel tabernacolo e come Re di Misericordia desidero colmare le anime di grazie, ma non vogliono accettarle. Oh! Quanto è grande l’indifferenza delle anime per tanta bontà, per tante prove d’amore! Il mio cuore è ripagato solo con ingratitudine e trascuratezza da parte delle anime che vivono nel mondo. Hanno tempo per ogni cosa; per venire da Me a prendere le grazie non hanno tempo”.
3.
Se questa è la realtà, purtroppo, ecco che si fa urgente che diventiamo tutti noi, apostoli della divina misericordia. La Misericordia di Dio ci chiama a questo.
Ci chiama innanzitutto a fare noi per primi l’esperienza della Misericordia. Ci offre la possibilità di rinascere ogni giorno a vita nuova, in un cammino permanente di conversione dalla tristezza della malattia, alla gioia di chi è risanato. Solo sperimentando concretamente questa cosa nella nostra vita potremo essere davvero “misericordiosi”. Innanzitutto dunque siamo chiamati a fare esperienza personale della Misericordia di Dio e del perdono che guarisce la nostra vita di peccatori. Nello stesso tempo, il Signore ci chiama ad essere apostoli della divina Misericordia. Come chiamò suor Faustina, così possiamo dire chiama anche noi.
Riascoltiamo ancora un bel passo del diario dove Gesù parla e dice: “Oh se i peccatori conoscessero la mia Misericordia, non ne perirebbe un così gran numero! Dì alle anime peccatrici che non abbiano paura di avvicinarsi a me; parla loro della mia grande Misericordia. La perdita di un’anima m’immerge in una tristezza mortale. Mi consoli sempre – Gesù rivolto a suor Faustina – quando preghi per i peccatori. La preghiera che mi è più gradita è la preghiera per la conversione dei peccatori. Sappi, figlia mia, che questa preghiera viene sempre esaudita”.
Che aspettiamo dunque fratelli e sorelle? La Misericordia di Dio bussa alla porta del nostro cuore, la Misericordia di Dio piange per ostinazione nostra e del mondo, la Misericordia di Dio ci chiama a testimoniarla. Diamoci da fare dunque, con la vita e con la preghiera assidua e fervorosa, diventando anche noi come suor Faustina, apostoli della divina Misericordia.