Sinodo diocesano. Il Vescovo Tardelli: «Lo stile sinodale caratterizzi d’ora in poi tutta la nostra Chiesa». Il 25 luglio, per la solennità di San Jacopo, la promulgazione dei risultati della prima sessione.
La festa del santo patrono aprirà la seconda sessione del Sinodo diocesano per rispondere alle attese e alle sfide individuate finora. La promulgazione dei risultati della prima sessione del XX Sinodo della Chiesa di Pistoia – che raccoglie le proposizioni frutto del lavoro svolto nelle parrocchie e dei circa 400 sinodali – avverrà nel giorno di San Jacopo, il santo patrono della città e della Diocesi, il prossimo 25 luglio. In quel giorno avvierà la seconda sessione del Sinodo dedicata a elaborare concrete risposte ai contenuti emersi finora.
Questi, in sintesi, i prossimi passaggi del XX Sinodo della Chiesa di Pistoia annunciati dal Vescovo, Monsignor Fausto Tardelli, in occasione della concelebrazione eucaristica per la chiusura della prima sessione che si è svolta sabato 24 giugno in Cattedrale.
«Ho chiesto a tutta la diocesi, convocandola in Sinodo – ha affermato il Vescovo Tardelli – di imparare ad assumere lo sguardo di Cristo sull’umanità e sul mondo. Quello sguardo pieno di misericordia e di tenerezza che commuove il cuore di Cristo e lo spinge alla missione di salvezza».
Nell’omelia pronunciata sabato 24 luglio il vescovo ha fatto ricordato alcuni punti importanti del lavoro svolto dal Sinodo: «Abbiamo sperimentato di essere Chiesa, popolo santo di Dio, pur con tutti i nostri limiti»; «Insieme abbiamo cercato di ascoltare le attese di Vangelo presenti nella nostra vita e in quella delle persone che vivono nei nostri territori. Abbiamo individuato quindi alcune sfide che lo Spirito del Signore ci mette davanti e alle quali occorrerà rispondere con generosità e fantasia». «L’esperienza che abbiamo fatto insieme e che ripeteremo ancora – ha aggiunto – non passerà facilmente nel dimenticatoio della nostra Chiesa. Rimarrà anzi come una pietra miliare che l’ha segnata in un passaggio storico decisivo ed epocale.
Nella sua omelia il vescovo è stato perentorio: «è l’ora veramente di finirla di andare avanti ognuno per conto suo, come se fossimo un organismo sezionato in mille pezzi. Pensiamo forse di poter vivere, staccandosi e non relazionandosi con gli altri? La morte dell’organismo è il destino di un organismo sezionato e disperso! L’esperienza sinodale che stiamo facendo è illuminante in proposito: conta il camminare insieme. Conta il mettersi insieme in ascolto dello Spirito che parla a noi in tanti modi, anche nella storia, nella vita dei nostri fratelli e di noi stessi, come nella chiesa universale guidata dal santo Padre».
Questo l’indice del testo votato e approvato definitivamente sabato scorso che sarà reso noto il 25 luglio: Introduzione. Una memoria riconoscente; Le proposizioni: 1. L’attesa di Vangelo; 2. Il tempo che stiamo vivendo; 3. L’attesa di relazioni umane significative; 4. L’attesa di comunità fraterna e missionaria; 5. L’attesa di famiglia; 6. La donna. Dono e corresponsabilità; 7. Le attese dei giovani e degli anziani: ascolto, cura e intergenerazionalità; 8. Le attese dei migranti; 9. L’attesa di una Chiesa “nuova”.
Il documento finale che verrà presentato il 25 luglio – spiega il Vicario don Cristiano D’Angelo – «non è un trattato di teologia né una legge. Le indicazioni che contiene servono ad aiutare il Vescovo nel suo lavoro di discernimento. Il testo è importante, proprio perché frutto del lavoro comune; ma non dobbiamo aspettarci che esso rifletta tutte le questioni della vita della Chiesa, né che sia espressione dell’opinione di uno o di un altro».
«Con la seconda sessione del Sinodo che si apre tra poco, il 25 di luglio – precisa Tardelli – cercheremo anche noi di fare esattamente quello che fece Gesù: rispondere cioè alle sfide, con la missione di tutta la nostra Chiesa; con una conversione missionaria».