Nuovi Orizzonti: in Seminario “L’arte di amare”

Un percorso di conoscenza di sè e guarigione del cuore in Seminario a Pistoia

 

Riprende anche quest’anno a Pistoia l’Arte di Amare, il percorso di conoscenza di sé e guarigione del cuore proposto dall’Associazione “Nuovi Orizzonti”, da diversi anni presente nella nostra diocesi.

Il percorso formativo di Nuovi Orizzonti nasce dall’esperienza pluridecennale di Chiara Amirante nel mondo del disagio, soprattutto giovanile, e si fonda sulla constatazione che il bisogno fondamentale della persona umana è quello di amare ed essere amati.

Nel suo viaggio iniziale, a Roma, nei baratri infernali di strade desolate anche se affollate, Chiara ha conosciuto un popolo di sbandati, emarginati, disperati, ragazzi morti nell’anima pur se nel pieno della loro giovinezza. Ha ascoltato le loro storie, le loro aspirazioni, i loro sogni infranti, scoprendo così che il male più diffuso che accomuna un numero sempre crescente di persone è la solitudine, che rivela un cuore ferito in profondità. Infatti, siamo tutti sensibili a curare subito le ferite fisiche, ma pochi si prendono cura delle ferite del cuore. Perciò, come risposta a questo diffuso disagio, Chiara ha iniziato a proporre un percorso di conoscenza di sé e guarigione del cuore sull’Arte di amare (Spiritherapy) a migliaia di persone che in questi anni le hanno consegnato le loro lacrime, la loro sofferenza, le ferite profondissime del loro cuore.

Tale percorso, pur trovando le sue principali fondamenta nel Vangelo, è rivolto a tutti, credenti e non, e ha permesso a tutti coloro che lo hanno fatto con impegno e serietà di scoprire nuovi meravigliosi orizzonti e di trovare un fondamentale cammino di guarigione di ferite che da anni continuavano a sanguinare dolorosamente e a condizionare negativamente la loro vita.

È dunque un percorso di consapevolezza di quelle ferite condizionanti e di quegli atteggiamenti non sani che, diventando trappole, rischiano di imprigionarci nel malessere. Gli esercizi concreti da fare con costanza, proposti da Chiara, aiutano ad interiorizzare nuove abitudini risanatrici, liberanti, potenzianti e portano alla riscoperta delle infinite potenzialità racchiuse nel nostro spirito. Per chi ha il dono della fede, questo avviene grazie anche alla preghiera del cuore che ci permette di fare l’esperienza risanante dell’Amore di un Dio a cui niente è impossibile, che ci ama personalmente, si prende cura di noi con immensa tenerezza se solo glielo permettiamo.

A Pistoia è possibile partecipare agli incontri di formazione e alla proiezione dei video il martedì sera dalla 21:00 alle 22:00 presso il seminario vescovile, in via Puccini n. 36. Ecco di seguito le date: 10 dicembre, 07 e 21 gennaio, 04 e 18 febbraio, 03, 17 e 31 marzo, 21 aprile e 05 maggio.

Lo stesso percorso sarà proposto anche ai giovani, i quali potranno partecipare agli incontri dedicati che si terranno il giovedì sera dalle 18:45 alle 19:45 presso la Comunità Nuovi Orizzonti di Casore del Monte (PT) in via della Castellina n. 20. Ecco di seguito le date: 05 e 19 dicembre, 16 e 30 gennaio, 13 e 27 febbraio, 12 e 26 marzo, 23 aprile e 07 maggio.

Per info: Cell. 392 7650016 – pistoia@nuoviorizzonti.orgwww.informa.me




Fare chiesa, fare futuro, fare unità nella diversità

I vescovi della Toscana incontrano le aggregazioni laicali

Un incontro per ascoltarsi e imparare a “fare unità”. Un impegno che sarà al centro dell’incontro tra la Conferenza Episcopale Toscana e la consulta regionale dei rappresentanti delle aggregazioni laicali e delle consulte diocesane. L’incontro, previsto alla Certosa di Firenze per la mattina di sabato 16 novembre prevede un’introduzione del vescovo di Pistoia mons. Fausto Tardelli, che è il segretario e delegato cet al laicato ed all’osservatorio giuridico-legislativo. Seguirà la relazione della segretaria generale della Consulta regionale toscana (Cral) Sandra Cavallini. Il cuore dell’incontro saranno però le testimonianza delle consulte diocesane e delle aggregazioni laicali regionali. Nei loro contributi troveranno spazio le vicende e le tante anime delle aggregazioni laicali toscane, ma anche uno sguardo differenziato su punti di forza e criticità delle nostre diocesi.

In vista dell’incontro aggregazioni e consulte diocesane hanno poi riflettuto insieme su alcuni punti “scottanti” della pastorale: come le aggregazioni laicali possono sostenere il clero locale, che cosa le aggregazioni chiedono al clero, che cosa il clero chiede alle aggregazioni. Domande di peso che invitano ad un dialogo talvolta faticoso se non del tutto assente, che segnalano anche l’importanza di far emergere le voci ecclesiali di un territorio animato da tante sensibilità, carismi e generosa disponibilità umana. L’incontro di sabato prossimo sarà dunque un’ottima occasione per avanzare nella sinodalità e nell’unità.

Rosanna Caselli

Cos’è e chi c’è nella Consulta

La Consulta regionale delle aggregazioni laicali (Cral), promossa dalla Conferenza episcopale toscana è l’espressione delle aggregazioni laicali di apostolato e lo strumento per valorizzare la comunione e la collaborazione reciproca.  La Cral è il luogo nel quale esse vivono in forma unitaria il rapporto con le chiese particolari, offrendo la ricchezza delle loro possibilità apostoliche e accogliendo fattivamente i programmi e le indicazioni pastorali dell’Episcopato.

La presidenza della consulta regionale ha per presidente il vescovo Fausto Tardelli, che è coadiuvato da quattro copresidenti – tre eletti e uno di diritto appartenente all’Azione Cattolica-, affiancati da un segretario generale e dal tesoriere.

Nella Cral sono poi raccolte tutte le aggregazioni laicali che hanno un risvolto regionale più i rappresentanti delle singole consulte diocesane. Queste sono le realtà raccolte nella Cral: Acli, Acos (associazione cattolica operatori sanitari), Agesc (associazione genitori scuole cattoliche), Aimc (maestri cattolici), Amci (medici cattolici), Azione Cattolica, Centro italiano femminile, Centro Sportivo italiano, Coldiretti Tocana, conferenza di san Vincenzo de’ Paoli, confederex (confederazione italiana ex alunni ex alunne della scuola cattolica), Fuci, federazione misericordie toscane, gruppi di preghiera di Padre Pio, Gruppi di volontariato vincenziano, Mac (movimento apostolico ciechi), Masci (movimento adulti scout cattolici Italiani), opera di Maria focolari, opera gioventù La Pira, rinnovamento nello Spirito, rinascita cristiana, Serra club, Uciim (unione cattolica italiana di insegnanti, dirigenti, educatori e formatori), Ucsi (unione cattolica stampa italiana), Unitalsi, Agesci, rete mondiale di preghiera.




La consulta si rinnova: nuove nomine regionali

Si è tenuta sabato 28 settembre, presso il seminario di Pistoia, l’Assemblea elettiva della CRAL (Consulta regionale delle aggregazioni laicali) Toscana. Monsignor Fausto Tardelli, assistente della CRAL Toscana, nel discorso di apertura ha ricordato l’importanza e l’impegno dei laici nella Chiesa, rifacendosi alle linee programmatiche dell’esortazione apostolica Evangelium gaudium di Papa Francesco. È stato poi presentato il prossimo incontro del 16 novembre presso la Certosa di Firenze dove tutte le consulte laicali diocesane e le aggregazioni regionali incontreranno i vescovi toscani, per un confronto sul ruolo dei laici nella Chiesa e per cercare nuove vie per una presenza che sia lievito nella società in ambito politico, sociale ed economico.

Al termine si è rinnovato l’ufficio di presidenza con l’elezione a segretaria generale della CRAL Toscana di Sandra Cavallini dell’AIMC, proveniente dalla consulta di Livorno, e dei copresidenti Rosanna Caselli del Movimento dei Focolari dalla Consulta di Pistoia, di Mario Battiato dell’UCIIM dalla Consulta di Prato e di Massimo Guerrieri dell’AIMC dalla consulta di Pistoia. Tesoriere in carica è Alberto Toccafondi, che potrebbe essere riconfermato dalla neopresidenza. La neoeletta Sandra Cavallini, ringraziando per la fiducia accordata, ha rivolto un commosso ricordo di Mario Macaluso, prematuramente scomparso di recente che con tanto zelo ha operato all’interno della CRAL e del Forum delle famiglie toscane. Quindi, riprendendo da dove lui improvvisamente ha lasciato, ha così sintetizzato il proprio mandato: «il sogno di fare unità tra le anime dell’associazionismo cattolico».

S.C.




A Pistoia per avviare un cammino di comunione

Un incontro in seminario per le consulte diocesane delle aggregazioni laicali di Firenze Prato e Pistoia

Si è svolto presso il seminario vescovile un primo incontro per condividere il cammino delle consulte delle aggregazioni laicali delle diocesi di Firenze, Prato e Pistoia. Quello pistoiese è stato il primo di tre appuntamenti dedicati alle consulte delle aggregazioni laicali; i prossimi si svolgeranno infatti il 23 marzo a Orbetello, l’11 maggio a Pisa e il 15 giugno ad Arezzo, in vista di un appuntamento finale con la conferenza episcopale toscana previsto per il 16 novembre a Firenze. Questo itinerario di incontri ha lo scopo di raccogliere la vita delle varie Consulte, conoscere le iniziative regionali, rinnovare la comunicazione fra tutte e -in comunione con i vescovi toscani- trovare nuovi stimoli da portare nelle varie diocesi.

Sabato 16 febbraio l’incontro è stato accompagnato dalla presenza del nostro vescovo Fausto Tardelli, presidente della consulta regionale delle aggregazioni laicali e dal vicario diocesano don Patrizio Fabbri.

Dopo un momento introduttivo di preghiera le tre Consulte si sono brevemente presentate. «La Consulta di Firenze -ha ricordato il segretario Mario Macaluso– accoglie ottanta associazioni divise in otto settori e si muove cercando di raccogliere quelle che hanno più difficoltà, nel desiderio di uscire da ogni individualismo e coinvolgere i giovani». Macaluso ha ricordato alcune belle iniziative di Firenze come la “Camminata” del 3 febbraio scorso per rendere visibile la presenza dei cristiani nel quotidiano verso i luoghi di culto della città.

Mario Battiato, segretario della Consulta di Prato, ricorda che «in Diocesi ci sono una quarantina di associazioni, ma solo venti sono presenti nella Consulta e partecipano con continuità ai vari appuntamenti» (veglia di Pentecoste, messa per San Francesco, messa del malato…). «La presenza dei giovani -ha aggiunto- è molto limitata», tuttavia ci sono anche realtà significative, come il Fondo Santo Stefano a sostegno dell’imprenditoria locale.

Per la Consulta di Pistoia (una quarantina le associazioni che ne fanno parte) è stato rilevato come negli incontri ci sia una bella intesa ma, per andare avanti insieme, l’impegno e la partecipazione dovrebbero essere più vivi. A Pistoia un appuntamento importante sarà la veglia in memoria dei missionari martiri in programma il prossimo 23 marzo in Cattedrale con la presenza di mons. vescovo, per la quale tutte le associazioni stanno lavorando insieme. Un cammino comune sempre più necessario per per non raddoppiare le iniziative ed essere, secondo le indicazioni del Papa, laici a servizio della nostra chiesa locale.

Rosanna Caselli




CON SAN FRANCESCO ALLA SCOPERTA DI CRISTO POVERO

Una sintesi del ritiro spirituale con il vescovo a Bocca di Magra

Il monastero Santa Croce di Bocca di Magra è sempre il luogo perfetto per il ritiro spirituale che il Vescovo Tardelli anche quest’anno ha predicato alle aggregazioni laicali della Diocesi. Il luogo è meraviglioso, carico di spiritualità, di silenzio e preghiere, ma anche di bellezze naturali e vedute impareggiabili, di profumi intensi e colori delicati; con il rumore del mare che accompagna il riposo notturno!

È dunque il luogo ideale per uno degli atteggiamenti fondamentali indicati dal vescovo per questo ritiro: il silenzio, interiore ed esteriore, un “luogo privilegiato” per l’ascolto di Dio; non tanto perché le vicende della quotidianità non abbiano valore in sé, quanto perché talvolta occorre allontanarsene per fare come anche Gesù faceva: cercare un luogo in disparte e dialogare con il Padre.

Anche noi ci siamo allontanati dalla quotidianità e dalla famiglia, nella convinzione che questi pochi giorni – da domenica 28 aprile a martedì 1 maggio u.s. – siano un dono, un tempo di grazia nei quali Dio ci può cambiare, perché possiamo portare frutti anche nella nostra vita una volta tornati a casa.

Il tema del ritiro era il seguente: «Alla sequela di Gesù povero». Il Vescovo ci introdotto alla meditazione con un celebre brano della lettera ai Filippesi di Paolo (Fil 2-5,11): «Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce».

In San Francesco d’Assisi il vescovo Tardelli ci ha indicato l’esempio più luminoso per illustrare cosa significhi vivere alla sequela di Gesù povero, innamorarsi di Lui, lasciarsi guidare da Lui. Chi guarda Francesco impara a lasciarsi cambiare la vita, alla ricerca continua di Colui che già ci ha trovato.

La nascita di Gesù è un segno grande di povertà e umiltà e Francesco ci si è soffermato talmente a fondo che ha ideato il Presepe vivente di Greccio. Francesco, infatti, «meditava continuamente le parole del Signore e non perdeva mai di vista le sue opere, ma soprattutto l’umiltà dell’Incarnazione e la carità della Passione aveva impresse così profondamente nella sua memoria, che difficilmente gli riusciva di pensare ad altro». (Tommaso da Celano, Vita Prima, cap. 30, 84). Una nascita nella povertà – ci ha ricordato il vescovo – che è segno di uno stile di vita povero. Molto probabilmente Gesù ha lavorato con il padre e condotto una vita modesta e sobria, senza lussi. Con l’inizio della vita pubblica prende a vivere come un pellegrino, sempre in viaggio, ospite di questo e di quello, sostenuto dalla carità di pie donne (Luca 8-1,4). Una vita modesta, senza potere: Gesù agli occhi del mondo non conta nulla e non ha nessuno che lo difenda; per sua scelta fa a meno di esercitare il potere e accetta di non contare niente, egli è «mite ed umile di cuore» ed è venuto nel mondo «non per essere servito ma per servire» (Mt 20,28).

Sbaglieremmo però, se considerassimo la povertà di Gesù solo secondo un aspetto materiale o di potere; perché in realtà la povertà vera e profonda è la povertà di sé, la rinuncia a sè stesso e l’abbandono totale nelle mani del Padre. La volontà di Gesù – ci ha ricordato mons. Tardelli – è assorbita completamente da quella del Padre al punto che Egli vuole ciò che vuole il Padre.

La povertà materiale e di potere è solo il segno esteriore della povertà interiore che rappresenta l’amore per il Padre e per noi; è abbandono al Padre che non vuole che alcuno si perda e il calice amaro dell’orto dei Getsemani; è il calice pieno dei nostri peccati che Cristo accetta di bere sino in fondo per amore nostro.

Ma cosa significa seguire Gesù povero?

Il Vescovo ci ha indicato quattro modi: il primo è capire che la povertà è una beatitudine; il secondo è riconoscere quali sono le nostre false ricchezze, terzo fare i conti con le nostre povertà e ultimo, ma non meno importante, servire i poveri.

Francesco ci indica la via che dobbiamo seguire con il discernimento guidato dallo Spirito Santo. Per il poverello di Assisi, infatti, abbracciare Madonna Povertà è stata la strada della beatitudine, quella che gli ha ispirato il Cantico delle Creature, che non è il canto non di uno sconfitto, ma di un uomo felice.

Come Francesco ha abbandonato le false ricchezze anche noi possiamo farlo, riconoscendo le persone o le realtà che prendono e trattengono il nostro cuore, allontanandolo dal vero amore che ci rende liberi: denaro, prestigio, posizione sociale e culturale, affetti. «Se mi togliessero tutto questo sarei forse perduto?». È la domanda che il vescovo ci ha invitato a rivolgerci più spesso, riconoscendo le nostre povertà. Questo riconoscimento permette di aprirci a Dio, di abbracciare Cristo povero sentendosi sorretti da Lui.

Il Vescovo, infine, ci ha anche ricordato l’importanza di servire i poveri. Ancora una volta Francesco d’Assisi ci insegna: l’abbraccio con il lebbroso è un atto di misericordia mosso dalla Grazia, compiuto senza paura, con un atteggiamento di compassione, ma anche di contemplazione di Gesù povero e desiderio di partecipazione alla sua vita. Il gesto di Francesco riconosce nelle piaghe dei poveri quelle di Gesù: è consapevolezza che tutti abbiamo bisogno della Misericordia di Dio.

«Domandiamoci – ha concluso il Vescovo-, se stiamo servendo i poveri e come lo facciamo; se siamo poveri ed innamorati di Gesù povero, se siamo capaci di stare accanto ai nostri fratelli poveri con quella compassione che Dio mostra per noi. Gesù non è accanto ai poveri ponendosi dall’alto in basso, ma in una posizione fatta di partecipazione e condivisione. Gesù si è fatto compagno di strada e cerca il rinnovamento profondo di  ogni uomo, a cui va incontro con lo scopo di farlo ricco del Suo amore e di quello del Padre, per servire i poveri e non servirsi di loro».

Chiara Geri Romagnani (Centro Famiglia Sant’Anna)




NASCE A PISTOIA “L’ORDINE FRANCESCANO SECOLARE” DON TONINO BELLO

Domenica 21 gennaio le fraternità francescane della città di Pistoia vivranno un momento molto importante: la messa che sarà celebrata alle ore 11.15 presso la Chiesa di San Francesco dal vescovo Fausto Tardelli accompagnerà la costituzione della nuova fraternità dell’Ordine Francescano Secolare” don Tonino Bello” in Pistoia. Abbiamo incontrato Ilaria Petri dell’OFS di Pistoia per un approfondimento.

Nella nostra diocesi di Pistoia come è organizzato l’ordine secolare francescano?
L’ordine Francescano Secolare ha da sempre accompagnato, a Pistoia, la presenza dei frati francescani. Si erano formate tre fraternità: una presso il convento dei cappuccini, una presso la chiesa di San Francesco con la presenza dei frati conventuali e l’altra, dopo che i frati minori hanno lasciato la città, presso le sorelle clarisse del monastero Santo Stefano.
Un’altra fraternità Francescana Secolare è presente a Montale.

Da quanti anni è presente nella nostra diocesi? Dove è nato e cresciuto?
Nella nostra diocesi l’Ordine Francescano Secolare, che prima era chiamato terzo ordine francescano, è presente a Pistoia ormai da centinaia di anni.
L’Ordine Francescano Secolare è stato fondato da San Francesco d’Assisi per i laici che, spinti dallo Spirito Santo, si sentono chiamati a vivere il Vangelo in fraternità rimanendo nel proprio stato secolare. È un progetto di vita rivolto a tutti indistintamente: uomini, donne, lavoratori, studenti, coniugati, coppie e single… Una vocazione specifica che prevede un periodo di formazione e discernimento spirituale, con una propria forma di vita approvata dalla chiesa. La prima regola risale al 1221, l’ultima è stata approvata da Paolo VI nel 1978 dopo il Concilio Vaticano II.
L’ordine francescano secolare è quindi una delle tre componenti fondamentali della grande Famiglia Francescana che è formata dai tre ordini costituiti da San Francesco: il Primo Ordine (i frati), il Secondo Ordine (le sorelle clarisse) e noi laici (ofs).

Cosa succederà all’OFS di Pistoia a partire da domenica 21 gennaio?
Annunciamo con gioia la nascita a Pistoia della fraternità francescana secolare “don Tonino Bello”, nata dall’unione delle tre fraternità già presenti nella nostra città.
Un sogno che avevamo nel cuore e che piano piano, è cresciuto in questi anni, si realizzerà Domenica 21 Gennaio nella Celebrazione Eucaristica delle ore 11.15 nella Chiesa di San Francesco a Pistoia, presieduta dal Vescovo Fausto Tardelli.
Questa scelta è stata motivata dalla responsabilità di testimoniare il carisma francescano con più fedeltà e impegno nella nostra città.

La vita di fraternità sta a fondamento della scelta nell’ofs. Ci puoi raccontare in breve la tua esperienza?
Vorrei parlare a nome di tutti. Nella nostra forma di vita è scritto “il senso di fraternità li renderà lieti li renderà lieti di mettersi alla pari di tutti gli uomini, specialmente dei più piccoli, per i quali si sforzeranno di creare condizioni di vita degne di creature redente da Cristo” (Reg.13). Questo è quello che vogliamo vivere sia gli uni con gli altri nella nostra esperienza che nelle relazioni con chi incontriamo. I nostri limiti e le nostre fragilità, rendono necessario il perdono e l’aiuto dello Spirito Santo, ma aspiriamo alla “convivialità delle differenze”; come diceva don Tonino Bello “sulla terra gli uomini sono chiamati a mettere tutto in comunione sul tavolo della stessa umanità”. Riuniti in fraternità seguiamo un percorso formativo e ci sentiamo parte della grande famiglia francescana. Viviamo lo Spirito di San Francesco nel lavoro e nella nostra famiglia in un gioioso cammino di maturazione umana e cristiana.
La gioia e la semplicità del nostro stare insieme vogliono essere lo stile con cui cerchiamo di vivere la vocazione francescana nel mondo attuale.

Prossimamente ci sono eventi che intendete promuovere?
Fino al 28 Gennaio (orario 11.00/13.00 e 15.00/19.00), alla chiesa dei Cappuccini, grazie ai frati e all’ofs di Pistoia, che ha accolto con gioia questo evento, si svolgerà la mostra del pellegrino Francisco Sancho “Sette stagioni, uno zaino e tanta provvidenza”.
Un’esposizione fotografica, e non solo, su un’esperienza straordinaria di vita, di fede, di sofferenza, ma soprattutto di gioia, che ha portato il pellegrino Francisco a realizzare un sogno che coltivava da anni: toccare con un pellegrinaggio i maggiori centri di culto della Cristianità.
Francisco, sarà sempre presente alla mostra e vi aspetta per raccontarvi il suo lungo cammino.
Anche noi saremo presenti tutti i giorni così da poterci conoscere meglio, informarsi sulla fraternità e i nostri incontri.

Ogni giorno alle ore 18.30 ci sarà un momento di preghiera

Venerdì 26 Gennaio alle ore 21: Lettura e condivisione del Vangelo;

Sabato 27 gennaio 2018 alle ore 15: Pellegrinaggio ‘francescano’ in città, con partenza dalla Chiesa dei Cappucini che toccherà i luoghi francescani dove San Francesco è passato o dove è presente il carisma di Francesco e Chiara (Chiesa di San Francesco, Chiesa San Vitale, Monastero Clarisse, Chiesa dei Cappuccini). Invitiamo tutti a partecipare! Bambini, famiglie, anziani…. in particolare tutti coloro che vogliono custodire la presenza di Francesco e Chiara nella nostra città.

Per condividere la nostra esperienza o semplicemente per saperne di più su di noi: 3336128642 (Marco); petri.marco70@gmail.com

Daniela Raspollini