Giubileo dei Malati e visita vescovo in Ospedale

Domenica 7 febbraio è in programma la seconda importante tappa del cammino del giubileo.

In piazza duomo si svolgerà infatti il Giubileo dei malati e degli operatori sanitari. I malati, con i propri accompagnatori, si ritroveranno per il passaggio attraverso la porta Santa alle 15.30. In Cattedrale è prevista la recita del Santo Rosario accompagnato dalle riflessioni e citazioni di Papa Francesco.

Seguirà la Santa Messa presieduta dal vescovo Tardelli che si concluderà, dopo un breve momento di adorazione, con la benedizione eucaristica.

Giovedì 11 febbraio inoltre, nella memoria della Madonna di Lourdes, il vescovo sarà in visita all’Ospedale San Jacopo di Pistoia, dove alle 15.30 celebrerà la Messa, visitando alcuni reparti. La celebrazione, aperta a volontari e operatori sanitari, sarà un momento di prossimità spirituale del vescovo e della Chiesa di Pistoia ai sofferenti, medici e infermieri.

 

Mercoledì 10 febbraio, dalle 16 alle 17, in tutte le cappellanie Ospedaliere d’Italia sarà esposto il SS. Sacramento per un’ora di ringraziamento e preghiera per tutti coloro che si sono presi cura dei malati di Covid in questo anno così difficile. Anche nella cappella dell’Ospedale di San Jacopo i sacerdoti e i volontari si raccoglieranno in preghiera per questo momento che unisce l’Italia.




Il pellegrinaggio comincia online: il sito web per il Giubileo diocesano

Uno strumento indispensabile per fedeli e visitatori. Gli orari di apertura della Porta Santa e della Messa in Duomo

Per seguire gli eventi dell’anno santo iacobeo e conoscerne meglio gli aspetti fondamentali è ora disponibile un nuovo sito web a cura della Diocesi di Pistoia: www.annosantoiacobeo.it.

Nel sito è possibile recuperare tutte le informazioni per i pellegrini, dagli orari di apertura della Porta Santa e delle chiese del centro storico, a quelle su san Jacopo e il suo culto pistoiese. Online sono disponibili anche tutti i documenti relativi all’anno santo: le lettere pastorali del vescovo, la lettera di indizione e le disposizioni per l’anno santo redatte dal vescovo Tardelli.

Anche il Comune di Pistoia ha pubblicato recentemente un portale legato all’anno giubilare (www.pistoiaiacobeo.it) nel quale sono segnalate le iniziative ufficiali di quest’anno e molto altro. Entrambi i siti sono stati realizzati dall’agenzia di comunicazioni Todo Media.

Sul sito della Diocesi si può trovare anche il pdf della Guida del Pellegrino, uno strumento utile alla visita e alla preghiera per chi intendesse compiere in uno o più giorni un mini-percorso attraverso le chiese del centro storico (e non solo) in sette tappe. Una traccia che propone alcune riflessioni sulle opere di misericordia, spunti di preghiera e meditazione personale. L’itinerario conduce alla Porta Santa della Cattedrale, dove sono illustrate le condizioni richieste per ricevere l’indulgenza.

A partire da questa settimana, presso la libreria San Jacopo in via Puccini 32, sarà disponibile la lettera pastorale del vescovo in formato cartaceo.

Per pellegrini e fedeli ricordiamo gli orari della messa in Cattedrale: tutti i feriali alle 9.30 e alle 18, la domenica alle 11 e alle 18.

La Porta Santa è accessibile fino al 1 di marzo 2021 con i seguenti orari: lunedì-venerdì: 8.30- 12.30 / 15.30-18 – Sabato e domenica: 8.30-18. Ricordiamo che nel corso delle celebrazioni eucaristiche festive e prefestive non sarà possibile accedere alla Porta Santa.

Le confessioni in Cattedrale seguono invece il presente orario: 9-12 e 16.30-17.30 eccetto, giovedì domenica e feste.

È possibile restare aggiornati anche attraverso i canali social della Diocesi di Pistoia: da Facebook (@diocesipistoia) a Instagram (diocesipistoia) al nostro canale YouTube (Diocesi Pistoia). Chi invece avesse bisogno di informazioni più puntuali può rivolgersi a info@annosantoiacobeo.it.




Il vescovo apre l’anno santo iacobeo

Il vescovo Tardelli ha aperto la Porta Santa. Un tempo di grazie per la Chiesa di Pistoia

Prende il via l’anno santo iacobeo!

Così il vescovo nell’omelia della santa messa.

«Nel giorno in cui si ricorda il Battesimo del Signore nelle acque del Giordano, diamo inizio all’anno santo in memoria dell’apostolo San Giacomo il Maggiore, di cui, fin dal 1145 si conserva in questa Cattedrale una reliquia del suo corpo, proveniente direttamente da Santiago di Compostela in Spagna, dono prezioso del vescovo del tempo di quella città al Santo Vescovo Atto di Pistoia. Apertosi a Santiago, come da tradizione, il 31 dicembre, in comunione con quella Chiesa, per concessione del Santo Padre Francesco, abbiamo anche noi in questa città, questa sera, dato avvio a quest’anno di grazia, con il suggestivo e significativo rito dell’apertura della porta santa: segno della misericordia, la porta si apre ad accogliere chiunque cerchi ristoro per la sua vita, sollievo per la sua anima, energia per ricominciare a sperare, forza per continuare a lottare per la giustizia e la pace, riprendere il cammino della vita verso la patria eterna del cielo.

Davanti ai nostri occhi questa sera è la scena di Gesù che si presenta a Giovanni Battista per essere battezzato. E’ insieme a tutti coloro che, mossi dall’invito alla penitenza del Battista, sono in. Attesa di essere immersi nelle acque del fiume Giordano. Gesù è insieme agli altri, insieme ai peccatori. E’ venuto nel mondo per servire, non per essere servito. Egli è l’agnello innocente che porta su di sé il peccato degli uomini. Con divide la sorte dei peccatori. Non si distingue in niente da essi e come un peccatore, nonostante la riluttanza di Giovanni il Battista, si fa battezzare, compiendo un gesto che indica il caricarsi sulle spalle di tutti i peccati degli uomini. Dal cielo una voce n misteriosa conferma che quello è il Figlio unigenito del Padre inviato proprio per riscattare i prigionieri dalle catene del male, rinnovare la vita, a dare speranza all’umanità, infondere amore laddove regna spesso l’odio e il rancore.

Le acque del giordano ricevono il Cristo, Colui che è senza peccato e ricevono in quel momento la forza per santificare gli uomini e farli nuovi. Esse prefigurano le acque del battesimo che fanno rinascere gli uomini alla vita divina di figli di Dio.

Gesù da così inizio alla sua missione redentrice, condividendo la sorte dei peccatori e aprendo un cammino di speranza e di vita nuova per coloro che si affidano a lui.

Poco dopo, Giacomo insieme ad altri uomini, sarà chiamato a seguire il Signore, ad iniziare un cammino dietro di lui verso una vita nuova. Sarà chiamato ad essere pescatore di uomini insieme al fratello Giovanni, ad assumere cioè la stessa missione del Figlio di Dio, manifestatosi nelle acque del Giordano.

L’anno santo che abbiamo aperto stasera lo celebriamo nella memoria proprio di lui. L’apostolo San Giacomo il maggiore è un nostro fratello e amico. In lui abbiamo un grande testimone della fede, fino all’effusione del sangue. Egli fu infatti il primo degli apostoli a subire il martirio, ucciso di spada per le mani del re Erode, come ci dice il libro degli Atti. Fratello di Giovanni l’evangelista, fu pronto a lasciare le reti quando il Signore Gesù lo chiamò sulle rive del lago di Tiberiade per divenire pescatore di uomini. Spesso fu con Gesù nei momenti salienti della vita del salvatore e imparò da Lui, la via dell’umiltà e del servizio. Un’antica tradizione dice che sia andato fino in Spagna a portare il Vangelo, secondo il mandato apostolico ricevuto da Gesù di andare fino ai confini della terra.

Discepolo fedele di Cristo, membro del collegio apostolico, evangelizzatore, testimone di amore con il dono della propria vita: sono tanti i motivi per sentirci onorati di avere un così nobile e grande patrono. Non va dimenticato poi il forte richiamo alla carità che il culto iacobeo porta con sé: infatti, dopo il ritrovamento dei resti mortali dell’apostolo a Compostela, si sviluppò un vasto movimento di pellegrini che portò a quella singolare pratica dell’ospitalità e dell’accoglienza che fece fiorire ospizi, ospedali e luoghi di servizio e carità un po’ dovunque, lungo le antiche vie di comunicazione. La nostra città si onora di averlo da secoli come speciale patrono.

L’anno Santo jacobeo si celebra in un tempo davvero particolare e molto critico. La pandemia è stata la sorpresa di questo tempo. Ci ha costretto e ci costringe a ridimensionare i progetti, anzi direi quasi ad azzerarli. Dovremo per forza di cose ridurre le manifestazioni esterne. Ciononostante, proprio di questi tempi, credo che celebrare un anno santo sia qualcosa di provvidenziale. Con la pandemia siamo stati messi di fonte al dolore, alla morte, alla nostra umana impotenza e insieme grandezza; siamo spinti a guardare alle sorti del mondo e al futuro che vorremmo. Tutto questo ci costringe ad entrare più in profondità nelle cose, a guardare dentro noi stessi, a ripensare a tutta la nostra vita. E forse è proprio questo il senso di un anno santo.

Questo anno può essere allora davvero un tempo di ripensamento interiore; un tempo cioè di conversione; per riporsi le domande di fondo sulla vita; un tempo anche di potatura sicuramente, per buttar via il superfluo e tutte quelle incrostazioni che le nostre debolezze e i nostri peccati ci lasciano addosso; un tempo anche per riscoprire il valore del prossimo e per comprendere sempre di più che è solo nell’amore che si salva il mondo, imparando a prenderci concreta cura l’uno dell’altro e insieme, della casa comune; un tempo infine anche per imparare a condividere le tante sofferenze che questa pandemia ha portato e sta portando alla luce.

Per la chiesa di Pistoia, si tratta di una grande occasione per rimettersi in cammino. Non ci siamo fermati in questi anni, però ora è giunto il momento di fare il punto per ripartire con un nuovo impegno e la speranza nel cuore. Un anno santo dunque per rinnovare il nostro rapporto col Signore nell’ascolto più attento della sua Parola, con una preghiera più vera e autentica. Un anno per ripensare tante cose della vita delle nostre comunità, per radicarci sull’essenziale e diventare sempre più una chiesa che è lievito di speranza dentro la pasta del mondo.

Per la città di Pistoia, credo sia l’occasione per riscoprire le proprie radici, quelle che hanno segnato la sua storia, conoscere quindi più se stessa e scoprire la bellezza di una maggiore coesione per affrontare i problemi economici e sociali dell’oggi. Un anno anche per riprendersi e ritrovare fiducia.

Con San Giacomo dunque ci mettiamo in cammino. Egli il primo apostolo a dare la vita per Cristo, ci richiama alla fedeltà e al coraggio nel seguire Cristo, via, verità e vita e in Cristo la giustizia e la verità. Come apostolo, andato in missione, forse anche in Spagna, secondo un’antica tradizione, muovendosi dalla sua terra, può insegnare all’uomo di oggi a non aver paura dell’ignoto ma ad avere il coraggio di cercare, di andare e di non arrendersi mai anche di fronte alle situazioni più difficili della vita. Come culto concretizzatosi nei secoli, la figura di San Giacomo ci parla di cammino, del camminare, dell’essere pellegrini. E quanto è importante per l’uomo di oggi riconoscersi come un pellegrino e un viandante! E quanto è importante per ognuno di noi aprirsi all’accoglienza degli altri, viandanti e pellegrini come noi su questa terra!

Quest’anno vogliamo dunque compiere davvero un cammino. Non solo esteriore ma soprattutto interiore che, alla scuola dell’apostolo Sant’Jacopo ci faccia “pregare, ripensare e continuare ad amare”. Che ci faccia innanzitutto pregare di più e più intensamente, ascoltando con maggiore attenzione la parola di Dio e invocando con convinzione il dono dello Spirito Santo; che ci faccia anche ripensare a tutta la nostra vita e al nostro modo essere e di rapportarci con Dio, con gli altri, col mondo e con noi stessi; infine che ci permetta di continuare ed approfondire il nostro amore per il prossimo, spingendoci alla intercessione per i fratelli e le sorelle del mondo e al servizio generoso e disinteressato del nostro prossimo.

Allora, carissimi fratelli ed amici: ultreya! “Più avanti”, “sempre oltre”. Con l’antico e caratteristico grido dei pellegrini di San Jacopo, camminiamo insieme e andiamo avanti nella via della giustizia, della verità e dell’amore».




Anno Santo Iacobeo, La proposta di un cammino: le parole del vescovo Fausto

Una lettera pastorale per spiegare le ragioni e le urgenze profonde che stanno alla base dell’attesa per l’Anno Santo e un cammino di sette tappe – anche interiori – verso il punto di arrivo per la nostra fede: l’incontro con Gesù.

 

In vista dell’anno santo iacobeo che avrà inizio il prossimo 9 gennaio il vescovo Fausto Tardelli ha pubblicato una nuova lettera pastorale intitolata “La proposta di un cammino“. Un cammino che la pandemia chiederà di vivere più interiormente che fisicamente, ma comunque in profondità.

Se l’emergenza sanitaria impone limitazioni ai pellegrinaggi e al movimento dei fedeli l’anno santo resta un’occasione di conversione per tutti. Anzi, afferma il vescovo Tardelli, da questo tempo «siamo spinti a guardare alle sorti del mondo e al futuro che vorremmo. Tutto questo ci costringe ad entrare più in profondità nelle cose, a guardare dentro noi stessi, a ripensare a tutta la nostra vita. E forse è proprio qui che sta il senso di un anno santo.

Questo può essere davvero un tempo di ripensamento interiore; un tempo cioè di conversione; per riporsi le domande di fondo sulla vita».

Un tempo di conversione e rinnovamento che vuole incidere nel cammino della Chiesa pistoiese: «Vedo sempre più urgente ritrovare una fede viva, sentita, personale, gioiosa e missionaria – scrive il vescovo –. È necessario rivitalizzare le comunità parrocchiali perchè siano meno burocratiche e più calde di fraternità e di corresponsabilità; perché ci siano più spazi di familiarità aperta all’accoglienza fraterna. Vedo inoltre la necessità di una maggiore attenzione ai problemi del territorio, al mondo del lavoro, della cultura, dei giovani, al mondo del disagio e della sofferenza; in sostanza, di un dialogo più attento con la società, anche in chiave missionaria e di annuncio della novità del regno di Dio. Infine, mi pare necessario imparare a camminare insieme. La diocesi è fatta di popoli e territori diversi e fa fatica a pensarsi come un insieme, anche a motivo di una accentuata tendenza all’individualismo delle parti».

Continua ancora Tardelli: «Vedo ancora – potrei dire sogno – una chiesa che si radica sull’essenziale. Che seppur si dovesse ridurre nei numeri, acquistasse in capacità attrattiva per la gioia e l’amore che vi si respira.

Una chiesa più missionaria, composta da persone che sanno essere lievito di speranza in mezzo agli altri e non smettono di annunciare il vangelo con le parole e con le azioni, sull’esempio dell’apostolo Giacomo. Tutti questi sono alla fine i frutti che ci dobbiamo attendere da questo anno santo».

Il vescovo poi continua nel suggerire un cammino personale e di riflessione che si snoda in 7 tappe. «Il “cammino” che propongo si può compiere anche in famiglia o nel chiuso della propria camera – afferma – ogni tappa può collegarsi ad un luogo sacro diverso oppure muoversi per le strade di Pistoia, seguendo un percorso che va da una chiesa all’altra per concludersi in Cattedrale davanti all’altare di San Giacomo. Un cammino interiore che, alla scuola dell’apostolo Jacopo ci faccia “pregare, ripensare e continuare ad amare”. Che ci faccia innanzitutto pregare di più e più intensamente, ascoltando con maggiore attenzione la parola di Dio e invocando con convinzione il dono dello Spirito Santo; che ci faccia anche ripensare a tutta la nostra vita e al nostro modo essere e di rapportarci con Dio, con gli altri, col mondo e con noi stessi; infine che ci permetta di continuare ed approfondire il nostro amore per il prossimo, spingendoci alla intercessione per i fratelli e le sorelle del mondo e al servizio generoso e disinteressato del nostro prossimo».




Indizione solenne dell’Anno Santo

PISTOIA 27/12/2020 – Ancora una tappa di avvicinamento al 9 gennaio.  Il 27 dicembre il vescovo ha pubblicato l’indizione solenne dell’ Anno Santo dando mandato ai sacerdoti di leggere la sua lettera:

«Ho ritenuto cosa buona per la nostra Comunità Diocesana, unirsi a questo evento e ciò al fine di un profondo rinnovamento della nostra vita cristiana e della Chiesa pistoiese nel suo insieme – afferma il vescovo -. Questa, composta da persone che sappiano essere accanto a ogni uomo e donna feriti dalla vita e dal peccato come lievito di speranza, annunciando in parole ed opere il vangelo, ha bisogno di radicarsi maggiormente nel Signore, di essere più fraterna e missionaria e quindi più attrattiva per la gioia e l’amore che vi si respira.

Lo stesso triste tempo che stiamo vivendo a causa dalla pandemia, domanda un più di energia spirituale per reagire alla durezza del presente e orientarci al futuro con speranza. Anche per questo, l’Anno Santo viene a proposito».

Nel testo sono contenute le indicazioni descritte nel decreto di concessione inviato dalla Santa Sede: «Tramite la Penitenzieria Apostolica, Il Santo Padre Francesco ci ha con- cesso di celebrare l’Anno Giubilare Compostellano, dal 9 di gennaio al 27 dicembre del 2021, permettendo ai fedeli di poter ricevere in questa occasione l’indulgenza plenaria, alle consuete e note condizioni (Confessione sacramentale, comunione Eucaristica e preghiera per il Sommo Pontefice) e conformemente ai Riti Giubilari e le disposizioni date da me, che prevedono il passaggio attraverso la Porta Santa della chiesa Cattedrale, col compimento di un pellegrinaggio anche soltanto simbolico, per venerare l’apostolo San Jacopo».

«Durante tutto questo tempo di grazia che è l’Anno Santo, ognuno di noi è invitato a pregare più intensamente meditando spesso il Vangelo e le altre Sacre Scritture; a ripensare alla sua vita e a quella della comunità cristiana perché siano più conformi alla volontà di Dio e infine a continuare ad amare, servendo gli altri, in specie gli ultimi, con vera dedizione, ponendosi alla scuola dell’apostolo San Jacopo e chiedendo la sua intercessione».