Tornano i monaci in monastero

La fraternità apostolica di Gerusalemme si è insediata nell’antico monastero di san Bartolomeo

Dopo duecento anni l’antico monastero di san Bartolomeo rivede nelle sue mura una fraternità d’ispirazione monastica. Ritornerà nell’antica chiesa abbaziale il canto delle lodi e dei vespri e dei religiosi ritorneranno a vivere, e a far rivivere, la spiritualità monastica che per la prima volta da qui fece ingresso nella città di Pistoia.

Il monastero di san Bartolomeo infatti, fu fondato nel 727 e abitato da monaci benedettini fino al 1440 circa; successivamente arrivarono i Canonici Lateranensi dell’ordine di s. Agostino, una sorta di monaci apostolici, che tennero l’abbazia prodigandosi in tante opere di apostolato, di carità e di aiuto sociale fino alla metà del 1700. A loro si deve l’introduzione dell’usanza di praticare nel giorno della festa del santo titolare, il 24 agosto, un’unzione sulla fronte dei bambini (per preservarli dalle insidie degli spiriti).

Dopo la soppressione dei Canonici Lateranensi nel 1779, l’abbazia ritornò ad essere benedettina con i Vallombrosani, i quali rimasero fino al 1834, anno in cui morì l’ultimo monaco e abate. Da quel momento la grande abbazia rimase disabitata e fu smembrata in diverse parti. L’antica Abbazia successivamente fu soppressa e la chiesa trasformata in parrocchia (di san Bartolomeo) fu retta dal clero diocesano.

Il vescovo di Pistoia monsignor Tardelli ha voluto, da qualche anno, affidare questo luogo alla Fraternità apostolica di Gerusalemme, realtà di ispirazione monastica la quale si è insediata il giorno 18 luglio, nella pur ridotta dimora dell’abbazia. È abbastanza normale per i luoghi monastici essere abitati alternativamente da comunità fra loro diverse come origine e spiritualità, pur avendo in comune l’ispirazione monastica del servizio di Dio tramite la preghiera e l’accoglienza. Il monachesimo è un fenomeno antico ed è presente anche nelle religioni non cristiane, e rappresenta l’anelito dell’uomo alla ricerca dell’Assoluto e a stabilire un contatto con Lui attraverso una vita di preghiera e di obbedienza pacifica alla Sua Parola.

Chi sono i monaci nella città

La fraternità apostolica di Gerusalemme: “nel cuore della città nel cuore di Dio”

La nostra fraternità di Gerusalemme è nata a Pistoia nel 2000 con P. Giordano Maria Favillini. Siamo un piccolo ramo della Fraternità Monastica fondata da P. Pier Marie Delfieux nel 1975 a Parigi (dopo un’esperienza di due anni nel deserto dell’Assekrem) e oggi presente in vari paesi d’Europa. P. M. Delfieux nel silenzio e nella solitudine del Sahara ebbe la chiamata verso un monachesimo cittadino che potesse costituire un’oasi nel deserto urbano delle nostre città contemporanee.
Le nostre comunità, poste e volute nel cuore delle città dal nostro fondatore, hanno la missione -oggi più che mai urgente- di essere luogo di preghiera e silenzio, offrendo a tutti coloro che lo desiderano la possibilità di fermarsi per trovare nella quotidianità un momento di pace e di ristoro spirituale attraverso l’adorazione eucaristica, le liturgie cantate a quattro voci in polifonia e la bellezza dei luoghi di culto che con la loro arte hanno il potere di elevare lo spirito e di rinfrancare l’anima.

Il nostro “Libro di vita”, che è il tracciato della nostra vita spirituale, al capitolo “Nel cuore della città, nel cuore di Dio” riprendendo le parole di Gesù «Padre, non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal maligno» (Gv 17,15) dice: «queste sono le parole che orientano tutta la nostra vita. Poiché l’uomo è la più bella immagine di Dio, monaci e monache vogliono pregare ed incontrare Dio attraverso la città degli uomini, vogliono servire gli uomini, testimoniando con una vita attiva, contemplativa e fraterna la presenza di Dio nel cuore del mondo. Monaci e monache desiderano mettere la preghiera nella città e portare la città nella loro preghiera».

La nostra fraternità ha una dimensione apostolica che la colloca in mezzo alla gente per annunciare il Vangelo e guidare le persone all’incontro con Gesù. Nel nostro carisma c’è una missione che ci spinge all’annuncio e ad un apostolato nelle città in accordo con le indicazioni del nostro vescovo. La missione apostolica che monsignor Tardelli affida alle nostre Fraternità (maschile e femminile) in San Bartolomeo contiene la novità di non essere più strettamente parrocchiale, per aprirsi ad esigenze diverse e più urgenti del quartiere e dell’intero centro città. Quello che possiamo donare alla città sarà attinto dalla radice del nostro carisma, attraverso una preghiera intensa e prolungata, sia personale, sia comunitaria e nel canto dell’ufficio divino siamo chiamati a donare accoglienza e ascolto a tutti coloro che sentono il desiderio di riposarsi e ristorarsi in Dio.

L’antico monastero di S. Bartolomeo da poco abitato dalla Fraternità Apostolica di Gerusalemme, non dovrà rappresentare solo l’abitazione dei monaci, né solo un luogo di culto e di preghiera, ma vorremmo che diventasse un centro spirituale, un cuore vivo e pulsante di carità capace di armonizzare e tenere insieme azione e contemplazione, apostolato e preghiera, una base da cui partire verso le strade delle città per evangelizzare, portando nei contesti che incontreremo la gioia del Dio vivo e risorto.

Fr. Antonio Benedetto Sorrentino




Nuova vita per la canonica di Popiglio

Sabato 21 settembre è stata inaugurata la casa canonica della pieve di S. Maria Assunta dopo gli interventi di restauro. Un intervento che restituisce alla “cattedrale della montagna” uno spazio importante per la parrocchia e l’intero paese.

La canonica di Popiglio si inserisce nel contesto monumentale della Pieve di Santa Maria Assunta che, per la sua importanza storica-artistica e testimoniale, è stata ribattezzata “la cattedrale della montagna pistoiese”. Un po’ di storia può aiutare a cogliere il valore del complesso e dell’edificio oggi restaurato.

Nel 1226 Popiglio era un libero Comune con 970 abitanti, secondo solo a Lizzano che ne aveva 1030. In origine, però, il paese era suddiviso in cinque grosse borgate: Canale, San Giovanni, Buttona, Gencio e Castello (Popiglio). Quest’ultimi furono distrutti dalle truppe lucchesi nel 1347, ma ci sono notizie certe che ciascuno di essi aveva una propria chiesa: San Lorenzo in Gencio, San Giovanni in Cafaggio e la chiesa di San Jacopo e Santa Caterina di Buttona. Si presume, pertanto, la presenza di una chiesa anche a Popiglio, in quanto alcuni cronisti rammentano la presenza di un sacerdote nel 1234; la pieve attuale, tuttavia, fu inaugurata nel 1271 dal vescovo Guidoloste Vergiolesi. Alla costruzione della chiesa contribuirono alcuni valenti artisti e artigiani del luogo, i cui nomi erano scolpiti nell’architrave di pietra che sovrastava la porta principale, andato distrutto alla fine del cinquecento quando fu allargata la porta. Nel XVI secolo, mentre la Rocca Sicurana, ormai in abbandono, cominciava ad essere utilizzata come “cava” di materiali da costruzione per gli edici che andavano crescendo nella parte alta del paese, la pieve continuava ad essere significativamente presente per qualità e dimensioni all’interno dell’abitato. Abbiamo nuovamente notizie della pieve di Popiglio alla seconda metà del cinquecento, precisamente al 1547, data d’inizio della stesura delle “Memorie” del pievano Magni il quale sostenne l’esecuzione di importanti lavori sul complesso. Le iniziative del Magni, infatti, si mossero in direzione del rinnovamento totale dell’edificio accompagnato dall’ampliamento degli spazi di servizio annessi (sacrestia e canonica). Nella chiesa di S. Maria Assunta i lavori non mutarono la struttura dell’edificio, ma furono diretti alla riorganizzazione dello spazio sacro e della sua immagine, secondo una rinnovata visione del culto dei santi e della Madonna, anticipando in certo qual modo tutti quei lavori di riedizione dello spazio sacro che attraverseranno le chiese della montagna per tutta la prima metà del Seicento. Nelle memorie del Magni sta scritto che nel 1575 fu finita la sacrestia nuova, l’attuale sede del Museo diocesano, in modo da riservare per lo stesso pievano la vecchia sacrestia ad uso canonica. Troviamo la conferma nella relazione del visitatore apostolico Angelo Peruzzi, inerente la sua visita del 1582, dove si trova annotata la realizzazione della nuova sacrestia e la trasformazione della vecchia in casa del parroco. Quest’ultima, molto probabilmente, fa riferimento all’edificio attiguo all’oratorio della Compagnia nella piazza della chiesa, in quanto già esistente nel Cinquecento.

La canonica attuale si inserisce nel complesso monumentale e ne fa il cuore pulsante di tutta l’attività pastorale. Recentemente è stata sottoposta ad un insieme sistematico di opere di restauro e di miglioramento sismico, i quali le hanno riconferito la piena funzionalità. Di linee estremamente sobrie ed essenziali, la stessa contiene al suo interno , tra gli altri, anche la sede dell’archivio parrocchiale. La canonica è stata soggetta ad un intervento capillare, sia sulle sue strutture, sia su tutte le opere di finitura, nel rispetto delle normative di tutela cui è sottoposta. L’intervento si è protratto per diverso tempo ed è stato possibile grazie ai contributi della Parrocchia, della Diocesi, della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, del Comune di San Marcello-Piteglio e di privati. A costoro va il ringraziamento della popolazione, che ha sempre partecipato e seguito in modo attivo le fasi del restauro. Un ringraziamento anche alle maestranze che hanno prestato il loro lavoro per la realizzazione della stessa.

Il recupero consentirà lo svolgimento delle attività pastorali,culturali, attività di aggregazione dei giovani, acquisendo in tal senso una notevole importanza per la mancanza di spazi analoghi all’interno del paese. L’intervento è stato progettato e diretto dallo studio dell’architetto Lorenzo Niccoli. I recenti lavori di restauro saranno inaugurati sabato 21 settembre alle ore 10.00 alla presenza del vescovo di Pistoia monsignor Fausto Tardelli, del presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e del sindaco del Comune di San Marcello-Piteglio.

 

Ilaria Bandini




Il nuovo anno della Scuola diocesana di teologia

Un’occasione per approfondire, aggiornarsi, imparare a pensare e comunicare la fede oggi

Approfondire la fede cristiana, aggiornarsi intorno alle recenti acquisizione teologiche, imparare a comunicare gli elementi fondamentali del cristianesimo in forma corretta e idonea alla mentalità contemporanea, esercitare il “pensare cristiano”, agevolare  l’ascolto della Parola, sono alcuni degli obiettivi che la Scuola di formazione teologica diocesana pone, sin dalla costituzione, nel suo piano di lavoro. Si può usare, per sintetizzare, anche l’espressione “evangelizzazione verticale”, nel senso di approfondimento personale del Vangelo, per poterlo incarnare in forma sempre più adeguata nel modo di pensare, di giudicare, di agire.

Rivolto, pertanto, a tutti i cristiani, nonché a coloro che, pur non sentendosi cristiani, hanno piacere di conoscere seriamente i contenuti del cristianesimo e, al contempo, delineare in modo più marcato la propria identità religiosa, la Scuola offre i consueti tre anni di formazione, con una lezione alla settimana, in orario serale, per un totale di 21 incontri annui.

Ogni anno vengono introdotte 7 discipline fondamentali e a ciascuna sono dedicate tre incontri, per tratteggiarne, in sintesi, i concetti di riferimento fondamentali,

Le classi, solitamente composte da 15/20 iscritti, permettono un dialogo educativo aperto, creando anche relazioni interpersonali spesso gratificanti non meno della crescita culturale.

Al termine di ogni corso è possibile confrontarsi con i docenti tramite un esame non obbligatorio, inteso proprio come occasione per verificare il grado di acquisizione dei contenuti.

Martedì 8 ottobre, data della Prolusione, la segreteria è disponibile per ogni informazione.

Andrea Vaccaro

 

Il calendario del nuovo anno accademico

Scuola di Formazione Teologica

Prolusione della scuola teologica

martedì 8 ottobre, ore 21,00

Prof. don Piero Ciardella, docente di filosofia teoretica all’ISSR di Pisa

La fede… sotto inchiesta

Una lettura teologica dell’opera “Mass” di Leonard Bernstein

 

 

Calendario delle lezioni del primo anno

Teologia fondamentale
Prof. Andrea Vaccaro
15-22-29 ottobre

 

Storia della Chiesa/1
Prof. Mariangela Maravigia
5-12-19 novembre

 

Introduzione alla Liturgia
Don Luca Carlesi
26 nov.  3-10 dic

 

Cristologia
Prof.ssa Edy Natali
14-21-28 gennaio

 

L’uomo nella cultura contemporanea
Don Italo Marcantelli
4-11-18 febbraio

 

Introduzione alla Morale
Mons. Fausto Tardelli
25 febbraio 3-10 marzo

 

Introduzione alla S. Scrittura
Prof. Andrea Vaccaro
17-24-31 marzo

 

Calendario delle lezioni del secondo e  terzo anno

Sacra Scrittura:  Libro di Giona
Don Cristiano D’Angelo
15-22-29 ottobre

 

Liturgia: Preghiera liturgica
Don Luca Carlesi
5-12-19 novembre

 

Cristo rivelatore di Dio
Prof.ssa Edy Natali
26 nov.  3-10 dic.

 

Patrologia
Don Italo Marcantelli
14-21-28 gennaio

 

Morale familiare
Mons. Fausto Tardelli
4-11-18 febbraio

 

Ecclesiologia
Prof.ssa Francesca Ricci
25 febbraio 3-10 marzo

 

Storia della Chiesa/2
Prof. Mariangela Maraviglia
17-24-31 marzo 7 aprile

 

Sede: Seminario di Pistoia
Via Puccini, 36 – 51100 Pistoia
Martedì dalle ore 20,45 alle ore 22,15

 




La vecchia chiesa di San Biagio riapre i battenti

Dopo anni di danni e lavori è finalmente riaperta ai fedeli

Terminati i lavori di restauro ha finalmente riaperto i battenti la vecchia chiesetta di San Biagio in Cascheri. La chiesa fu edificata sul finire del XIX secolo, al posto di un antico luogo di culto medievale. L’edificio attuale fu consacrato dal vescovo Sozzifanti nel 1879. È davvero sorprendente e sconcertante scoprire come nell’ultimo cinquantennio ben quattro volte la chiesetta abbia subito ferite micidiali. Sul finire degli anni sessanta del secolo scorso cadde una grossa parte del tetto e la chiesa per anni rimase chiusa; nel 1995 un incendio devastò tutto l’interno fondendo fra l’altro l’antico organo a canne della ditta Tronci collocato sulla cantoria di ingresso; un tremendo fulmine nel maggio del 2001 distrusse il campanile e danneggiò le coperture di tutto il complesso parrocchiale; infine, nel marzo 2018, si è verificata la caduta di una parte notevole della volta del tetto con la necessità di mettere sicurezza tutta la superficie. A seguito di questo incidente la chiesa è stata chiusa immediatamente in attesa delle indagini statiche e dei permessi delle autorità preposte.

Finalmente, dopo la gara di appalto e l’affidamento dei lavori alla ditta Cesare di Città di Castello, sotto la direzione dell’architetto Marco Biagini e la consulenza alla sicurezza dell’architetto Gabriele Niccolai, il tetto è stato ripristinato. Completati i lavori restano da coprire le spese; a tal proposito è stata indetta una speciale sottoscrizione popolare.

La parrocchia di San Biagio in Cascheri celebra la riapertura della vecchia chiesa e festeggia il cinquantesimo anniversario della nuova chiesa parrocchiale. La nuova chiesa prossima a Viale Adua, progettata dall’architetto Roberto Nardi, fu aperta ai fedeli nel 1969.

La nuova chiesa di San Biagio ha 50 anni: un pezzo importante di storia della popolazione di San Biagio punteggiato di luci ed ombre, eventi lieti e tristi, soddisfazioni e problemi come nelle vicende di ogni persona, di una famiglia e di una comunità.

La chiesa parrocchiale, d’altra parte, non è un edificio a sé stante avulso dalla vita reale della gente: è un po’ la cassa di risonanza dei sentimenti e degli eventi di un popolo: è una casa comune,un luogo che ci appartiene, una tenda che ci offre una sosta benefica nel cammino variegato e spesso complicato della vita. Ed è per questo che ripercorrere momenti significativi di questa storia collettiva potrebbe essere l’occasione per riscoprire o rarrivare il nostro senso comunitario, per gustare la bellezza e utilità di sentirsi membri di una grande famiglia. Nella vita di una famiglia, nello svolgersi delle situazioni familiari, accanto al padre c’è sempre una mamma, così sullo sfondo delle nostre riflessioni delle varie iniziative c’è lei: la Vergine Santa!

Don Piero Vannelli

PROGRAMMA DEI FESTEGGIAMENTI

Sabato 7 settembre, ore 20
Cena su prenotazione; ore 21 serata musicale con il coro polifonico di San Biagio. Festeggiamo con i brani che hanno fatto cantare più di una generazione.

Domenica 8 settembre
sante messe alle ore 9 ,11 e 19.
La Santa messa delle ore 11 sarà presieduta da Monsignor vescovo Fausto Tardelli. Alle ore 12 benedizione della chiesina vecchia e pranzo comunitario.

Da Lunedì 9 a giovedì 12 settembre, ore 21
Preghiera del Rosario nel giardino della chiesa, con riflessione sulla Madonna e sulla chiesa di Papa Francesco a cura del prof. Andrea Vaccaro

Giovedì 12 e venerdì 13 settembre, ore 21
Santa messa in suffragio di tutti i parrocchiale parrocchiani defunti, con particolare menzione di quelli deceduti nel 2018.

Sabato 14 settembre, ore 15.30
Pomeriggio di giochi con i ragazzi: ore 20 cena. A seguire serata animata dal duo Claudio e Stefania.

Domenica 15 settembre
Santa messa ore 9 e 11. Al termine della messa delle 11, benedizione delle automobili.
ore 15.30: Santa messa con processione accompagnata dalla banda Borgognoni sul seguente itinerario: Piazza della Chiesa, via fratelli Rosselli, via Allende, via San Biagio in Cascheri; alla vecchia chiesa ritorno in via Masaccio e poi in Piazza della Chiesa.

 




L’addio a un vero maestro. Il vescovo ricorda mons. Frosini

Non ho conosciuto don Frosini che in questi ultimi tempi, quando ormai gli anni si facevano sentire senza però riuscire ad intaccare la sua mente, sempre pronta e vigile nel domandare e domandarsi, curiosa e incline a questionare e a combattere, fino all’ultimo. Mente e cuore coinvolti insieme, intelligenza acuta e passione, risvolti di fanciullo e profondità di pensiero. Un mix originale e indubbiamente oltre la banalità della mediocrità.

Come il cavaliere del “Settimo sigillo” di Bergman, da sempre si è confrontato col mistero della morte e lo ha fatto ogni giorno di più con l’avanzare degli anni e dell’infermità, in una lotta dura che era nello stesso tempo combattimento e abbraccio, rispetto a quella che era percepita come una minaccia ma insieme come il necessario passaggio per il compimento in pienezza della vita in Dio.

Avevo letto di lui soprattutto le prime opere dedicate alla teologia delle realtà terrestri e ne avevo apprezzato la chiarezza, la lucidità e l’impostazione apertamente conciliare. È stato sicuramente uno dei maestri che ha segnato anche la mia formazione, quella di chi troppo giovane nei giorni del Concilio, ha avuto però modo di approfondire il mistero cristiano e la testimonianza della chiesa nel mondo in quello straordinario e complesso tempo che fu il post concilio. E proprio del Concilio don Frosini è stato un appassionato cultore, un instancabile comunicatore, direi quasi bruciato interiormente dal desiderio di vederne fluire le intuizioni nella vita della chiesa e della sua diocesi; amareggiato ma mai rassegnato quando, secondo il suo giudizio, ne vedeva ostacolata la sua attuazione o tradita l’ispirazione. E l’altra sua grande passione è stata indubbiamente l’insegnamento, al quale ha dedicato una vita insieme allo studio continuato nel tempo fino in fondo. Molti lo hanno avuto come maestro e sicuramente lo è stato, anche per i discepoli che hanno poi preso la loro strada, segno distintivo questo del vero maestro.

Chiamato a servire la chiesa di Pistoia come vescovo, solo a quel punto ho avuto modo di incontrare don Frosini di persona e di riconoscerne così lo spessore umano e teologico che ne ha fatto un protagonista di primo piano della vita della chiesa pistoiese. Ho incontrato un uomo ancora ferocemente giovane, attaccato alla vita, mai domo o rassegnato, anche se duramente provato e attraversato da qualche tristezza e sconforto. E’ stato sicuramente un grande e lascia una traccia profonda e indelebile nella nostra chiesa. Un uomo inquieto e pensoso, sognatore e concreto al tempo stesso, testardo e orgoglioso ma con un cuore di bambino e una profonda e timorosa nostalgia di Dio, alla ricerca continua del suo volto pieno di misericordia. Questo Dio ora lo accolga nelle sue braccia, mentre per noi sarà eredità tutto il bene che egli è riuscito a seminare.

+ Fausto Tardelli, vescovo




Mons. Giordano Frosini è tornato alla casa del Padre

Mons. Giordano Frosini è tornato alla casa del Padre nel pomeriggio del 2 settembre 2019, circondato dall’affetto dei suoi amici e collaboratori, nella sua abitazione all’interno del seminario vescovile di Pistoia.

Nato a Casalguidi  il 4 giugno 1927, don Giordano entra in seminario a Pistoia e viene ordinato sacerdote dal vescovo Debernardi il 29 giugno del 1950. Frequenta in seguito la facoltà di filosofia alla Pontificia Università Gregoriana, dove consegue la laurea in Teologia.

Apprezzato teologo, saggista e giornalista, mons. Frosini ha ricoperto molti incarichi di rilievo in  diocesi. A partire dal 1953 inizia ad insegnare filosofia in seminario e dal 1957 assume l’incarico di prefetto degli studi del liceo ginnasio del seminario. Nel 1963 diventa rettore del seminario di Pistoia. Dal 1965 entra a far parte del capitolo dei canonici della Cattedrale di Pistoia e nel 1968 è chiamato ad insegnare Teologia Canonico nel seminario interdiocesano di Firenze.

Nel 1975 viene nominato vicario per la pastorale. Dal 1982 al 2008 è stato Vicario Generale. Dal 1998 al 2015 è anche Proposto del Capitolo della Cattedrale.

Molte le sue collaborazioni giornalistiche, da Famiglia Cristiana ad Avvenire a Radio Rai, mons. Frosini ha diretto anche il settimanale La Vita, dal 1986 ad oggi.

Fondamentale anche il suo contributo culturale alla chiesa di Pistoia: sua l’intuizione di puntare sulla formazione permanente del clero e dei laici che si realizzerà con la fondazione della scuola di formazione teologica e delle “settimana teologiche” giunte, quest’anno, alla 32ma edizione.

L’ultimo saluto a mons. Frosini è fissato per il 4 settembre alle ore 16 nella Cattedrale di Pistoia. La salma è esposta presso la chiesa di Santa Chiara all’interno del Seminario Vescovile di Pistoia. La chiesa sarà aperta stasera fino alle ore 22.30. Domani, martedì 3 settembre, tutto il giorno dalle ore 9.00 alle 22.30. Mercoledì dalle ore 9.00 fino alle 15.30.




Ufficio Catechistico: gli appuntamenti per il nuovo anno pastorale

Suor Giovanna Cheli, direttrice dell’Ufficio Catechistico presenta il calendario delle principali attività

L’inizio dell’anno pastorale 2019-2020 è il momento di presentare il calendario degli incontri diocesani: alcuni riuniscono tutta la chiesa diocesana di cui i catechisti, gli animatori della Parola, coloro che aiutano la preparazione del battesimo e altri operatori pastorali sono parte integrante. Questi incontri esprimono il senso di questi preziosi servizi: non esistono catechisti per hobby, né per fare volontariato, ma perché inviati dalla Chiesa a compiere un servizio unico di trasmissione del vangelo alle nuove generazioni e alle famiglie.

I principali appuntamenti per tutti sono: la presentazione della lettera pastorale del vescovo per il 2019-2020, il pellegrinaggio ad Assisi per l’offerta dell’olio della lampada collocata di fronte alla tomba del santo e il mandato ai catechisti.

Ci sono anche degli incontri che sono rivolti più specificatamente ai catechisti. Prima di tutto la formazione rivolta a tutti per rivisitare alcuni punti fondamentali di questo compito. Tutti possono trovare motivi sufficienti per partecipare: chi fa la catechesi da anni ha bisogno di confrontarsi per rinnovare il metodo e lo slancio, chi inizia trova le prime indicazioni di base, anche chi si trova già avviato può rinforzarsi e rimotivarsi. Trattandosi di un ciclo di incontri tutti sono invitati a parteciparvi in modo continuo.

I catechisti troveranno poi occasioni specifiche di incontro, ad esempio per chi conclude il ciclo della catechesi e si trova a dover accompagnare i ragazzi al tempo dopo la Cresima. Si tratta di una novità sperimentata l’anno scorso che è sfociata nella giornata dei cresimati (W la vita!), ribattezzata dal vescovo «Confirmed day» e che quest’anno viene riproposta rivolgendosi in modo più stretto a tutti i ragazzi che hanno fatto la cresima nel 2019 (se nei gruppi vi fosse qualche altro ragazzo che ha fatto la cresima precedentemente non va certo escluso). All’inizio del 2020 è poi previsto un momento per i catechisti della cresima per accompagnarli nella preparazione prossima del sacramento e all’incontro con il vescovo; così per i catechisti della prima comunione a cui l’Ufficio intende offrire un sostegno per la preparazione prossima alla celebrazione del sacramento.

Gli anni intermedi di catechesi non vanno interrotti e durante gli incontri di formazione sarà possibile parlarne e  confrontarsi su particolari esigenze. Il vescovo nella sua visita pastorale ha insistito sul fatto che il ciclo della catechesi deve svolgersi senza interruzioni da una fase iniziale di precatechesi alla cresima post-cresima, accompagnando i ragazzi nel cammino della vita fino alle soglie della preadolescenza.

I gruppi di ascolto del Vangelo andranno rilanciati e i catechisti sono invitati, laddove è possibile, ad individuare famiglie che vogliono fare questa bella esperienza che genera il tessuto della vita parrocchiale. L’ufficio catechistico presenta anche il cammino di formazione per gli adulti che devono ricevere il sacramento della Cresima, di cui sono indicate di seguito le date.

Già da ora ci preme ricordare i primi appuntamenti per tutti, animatori dei Gruppi di Ascolto del Vangelo,  catechisti e operatori pastorali:

Lunedì 23 Settembre 2019 alle ore 21, in seminario, l’incontro di formazione nel quale sarà presentata la lettera pastorale del vescovo alla diocesi dedicata al tema: «E di me sarete testimoni» e il nuovo Sussidio per i gruppi di ascolto sull’ultima parte degli Atti degli Apostoli (At 21-28).

L’apertura dell’anno pastorale con il mandato ai catechisti e agli operatori pastorali venerdì 18 ottobre 2019 alle ore 21 in cattedrale.

Suor Giovanna Cheli

CALENDARIO ANNUALE 2019/2020




Custodire la casa comune a partire dalla fraternità

In occasione della 14° giornata nazionale del creato la CEI invita a coltivare la ricchezza della biodiversità. A Pistoia il 15 settembre una camminata ecumenica per testimoniare insieme, tra cristiani, l’importanza della custodia del creato.

La conferenza episcopale italiana, in sintonia con le altre comunità ecclesiali europee, anche quest’anno -come ormai da 14 anni-, ha invitato a celebrare il 1° settembre la «giornata dedicata a riaffermare l’importanza e la responsabilità dei credenti chiamati ad essere custodi del creato e a operare per salvaguardarlo e proteggerlo».

I vescovi delle due commissioni interessate – quella per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, e quella dell’ecumenismo e il dialogo-, hanno individuato il tema specifico dal titolo “«Quante sono le tue opere, Signore» (Sal 104,24), Coltivare la biodiversità”, lasciando alle singole diocesi l’iniziativa di sviluppare attività locali durante tutto il mese.

I nostri vescovi ci invitano, dunque, ad imparare a guardare alla biodiversità per prendercene cura: è uno dei richiami dell’enciclica Laudato Si’ di papa Francesco: (nn. 32-42): «Poiché tutte le creature sono connesse tra loro, di ognuna dev’essere riconosciuto il valore con affetto e ammirazione, e tutti noi esseri creati abbiamo bisogno gli uni degli altri». La Giornata per la Custodia del Creato diventa allora quest’anno per la Chiesa italiana un’occasione per conoscere e comprendere quella realtà fragile e preziosa della biodiversità di cui anche la nostra terra è così ricca. Proprio il territorio italiano, infatti, è caratterizzato da una varietà di organismi e di specie viventi acquatici e terrestri: un disegno di ecosistemi che si estendono dagli splendidi boschi delle Alpi – le montagne più alte d’Europa – fino al calore del Mediterraneo.

Tale messaggio è diventato, purtroppo, di grandissima attualità proprio in questi giorni in cui la cronaca ci vede, sgomenti e attoniti, davanti allo smisurato disastro della foresta amazzonica in fiamme: si fa dunque davvero profetica la sollecitudine della Chiesa non solo per la Giornata del creato, ma anche il documento preparatorio per il sinodo che nel prossimo mese di ottobre sarà dedicato all’Amazzonia, una regione che è «un polmone del pianeta e uno dei luoghi in cui si trova la maggior diversità nel mondo» (“Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per un’Ecologia Integrale”, n.9).

Come ci ricordano i vescovi nel messaggio indirizzato alla Chiesa italiana in occasione della giornata per il creato di quest’anno occorre, come credenti, assumere uno «sguardo contemplativo rivolto ad alcune aree chiave del pianeta: – dal bacino del Congo, alle barriere coralline, fino alla foresta dell’Amazzonia – sedi di una vita lussureggiante e differenziata, componente fondamentale dell’ecosistema terrestre».

Che fare allora? La stessa Laudato Sì’ ricorda che «siamo chiamati a diventare gli strumenti di Dio Padre, perché il nostro pianeta sia quello che Egli ha sognato nel crearlo e risponda al suo progetto di pace bellezza e pienezza» (n. 53). Siamo chiamati, dunque, a convertirci, facendoci custodi della terra e della biodiversità che la abita.
La lettera ai Romani (8,19) ci ricorda che «la creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio»: attende cioè, che finalmente gli esseri umani manifestino la loro realtà profonda di figli, anche in comportamenti di amore e di cura per la ricchezza della vita. «Solo un’umanità così rinnovata- prosegue il messaggio dei vescovi- sarà all’altezza della sfida posta dalla crisi socio-ambientale. Che lo Spirito creatore guidi ogni uomo e ogni donna ad un’autentica conversione ecologica, secondo la prospettiva dell’ecologia integrale della Laudato Si’, perché – nel dialogo e nella pace tra le diverse fedi e culture – la famiglia umana
possa vivere sostenibilmente sulla terra che ci è stata donata».

Nella nostra diocesi ha preso avvio da alcuni mesi, sui temi della custodia del creato, l’idea di dare corso ad un’iniziativa che coinvolga tutti i cristiani appartenenti alle varie confessioni religiose presenti ed attive sul territorio diocesano: è così che è stata “costruita” l’idea di “camminare insieme” per le strade di Pistoia pregando per la terra, per il nostro pianeta. L’idea è quella di farlo tutti insieme, (cattolici, evangelici battisti, evangelici valdesi, ortodossi del Patriarcato di Mosca, ortodossi del Patriarcato rumeno), nella consapevolezza di riconoscersi figli dello stesso Creatore, riconoscenti per quanto di bello e meraviglioso ha operato per noi e, al tempo stesso, per essere di stimolo alla tutela e alla salvaguardia del creato. Per questo domenica 15 settembre alle ore 21, partendo da Piazza S. Francesco, la “camminata ecumenica” attraverserà via di Ripalta, via Porta san Marco e via s. Bartolomeo, per raggiungere il Battistero in piazza Duomo, “visitando e toccando” tutti i luoghi in cui, da cristiani, esercitiamo e professiamo il nostro culto.

L’evento è promosso da: (in ordine alfabetico) Chiesa cattolica diocesi di Pistoia, Chiesa cristiana evangelica battista di Pistoia, Chiesa evangelica valdese di Firenze, parrocchia ortodossa del Patriarcato di Mosca a Pistoia, parrocchia ortodossa del Patriarcato rumeno a Pistoia.
Ci preme dunque invitare la popolazione a questo appuntamento di fraternità e sensibilizzazione verso la nostra casa comune.

Quest’anno, inoltre, nella nostra diocesi, tramite il vicario per la pastorale don Cristiano d’Angelo, sono state invitate alle singole parrocchie alcune brevi riflessioni sul tema proposto dalla Cei, unite al testo di alcune intenzioni di preghiera da usare nella messa domenicale del 1° settembre, curate dalla rete interdiocesana “nuovi stili di vita”.

Selma Ferrali

 

Intenzioni di preghiera per la custodia del Creato

1 settembre CUSTODIA CREATO 2019 (pdf)




Morto il padre di don Claudio Ciurli

Nella notte di ieri, 25 agosto, è deceduto il sig. Nello (di anni 83) padre di don Claudio Ciurli, sacerdote della nostra diocesi. I funerali saranno celebrati martedì 27 agosto alle ore 10.30, presso la chiesa di San Jacopo a Vicarello, presso Collesalvetti  (Collesalvetti, località Vicarello, Via Galileo Galilei, 130). Concelebrerà le esequie Monsignor Fausto Tardelli.

La diocesi si stringe attorno a don Claudio in questo momento di doloroso distacco.




San Bartolomeo 2019: il programma della festa

Due giorni di preghiera, devozioni e attività per grandi e piccini. Tra le iniziative anche una mostra curata dal giovanissimo servo di Dio Carlo Acutis

Nel prossimo mese di Agosto ricorre la festa di San Bartolomeo una delle tradizioni più care ai pistoiesi. Quest’ anno il programma della festa, a cura della fraternità apostolica di Gerusalemme, sarà dedicato a far scoprire la figura di Carlo Acutis, un giovanissimo venerabile che indica alle nuove generazioni l’ideale più alto: cioè l’amore per Gesù e Maria.

Suor Daniela della fraternità apostolica di Gerusalemme ci aiuta a scoprire il programma del San Bartolomeo 2019.

Quest’anno nell’ambito della festa di San Bartolomeo sarà allestita una mostra ideata dal venerabile Carlo Acutis. Di che si tratta e quale messaggio porta con sé?
Il venerabile Carlo Acutis, pur nella sua brevissima esistenza, ha cercato di trovare modalità sempre nuove per aiutare gli altri a rafforzare la propria fede. Per questo ha lasciato come eredità le sue mostre, tra cui spicca quella dei miracoli eucaristici che abbiamo accolto l’anno scorso nella parrocchia di San Bartolomeo sempre in occasione della festa e che è già stata ospitata in tutti e cinque i continenti.
Nel 2014 l’associazione Carlo Acutis ha portato a termine un’altra mostra dedicata alla Vergine Maria che Carlo aveva iniziato nel 2006, ma che non potè portare a termine a causa di una leucemia fulminante che se lo portò in Cielo in pochi giorni. Il giovane Carlo Acutis fu profondamente segnato nel suo cammino spirituale dalla Vergine Maria, «umile e alta più che creatura», e si pose fin dall’inizio l’obiettivo di imitarla in tutte le sue virtù. La Vergine Maria era per lui il più alto esempio di purezza e di incondizionato amore a Dio. Maria Santissima infatti, ha svelato agli uomini l’immagine di quello che la Chiesa, peregrinante sulla terra, un giorno sarà alla fine di questo mondo. Sappiamo che la santità, per ogni cristiano, si realizzerà solo attraverso una intensa vita di fede, speranza e carità. Di tutte queste tre virtù teologali «Maria -scriveva Carlo- è modello esemplare e il suo esempio di fede, supportato dalla sua carità perfetta, ci deve incoraggiare a proseguire nel nostro cammino verso la santità nonostante le nostre fragilità».
Poiché il compito di Maria è portare Gesù agli uomini e gli uomini a Gesù, nel cuore della mostra ci sarà una stanza adibita all’adorazione con la presenza del Santissimo Sacramento.

Venerdì 23 e sabato 24 agosto sono in programma due giorni di festeggiamenti con celebrazioni religiose e ricreative nella cornice del giardino e della piazza di San Bartolomeo che si anima di bambini in festa. Cosa prevede il programma?

Venerdì 23 agosto il programma religioso prevede: alle 17.30 la recita dei vespri vigilari, alle ore 18.00 la santa messa con la benedizione dell’olio; dalle 19.00 alle 24 le unzioni. Durante le celebrazioni le unzioni verranno sospese.
Il programma ricreativo si svolgerà nel giardino retrostante la chiesa con ingresso da via di Porta Pantano. Dalle ore 10.00 alle 24 saranno disponibili giochi gonfiabili; dalle ore 19.00 alle 24 saranno poi proposti giochi e intrattenimenti vari per grandi e piccini. Dalle ore 19 alle 24 sarà aperta la mostra sulle apparizioni mariane nel mondo ideata dal venerabile Carlo Acutis nei locali di San Bartolomeo. Nella Piazza di San Bartolomeo, dalle ore 21 alle 23 avrà luogo la spettacolo con giochi di prestigio «C’era una volta … “San Bartolomeo”».

Il giorno 24, Festa di San Bartolomeo, alle ore 8.00 sarà celebrata la santa messa; dalle ore 9.00 alle 10.00 ci sarà tempo per le unzioni. Alle ore 10.00 sarà celebrata la messa presieduta dal nostro vescovo Fausto Tardelli; al termine proseguiranno le unzioni fino alle 13.00. Le unzioni riprenderanno alle ore 15.30 fino alle 24.

Nel giardino retrostante la chiesa proseguirà il programma ricreativo dalle ore 9 fino alle 24, infine ci sarà l’estrazione dei numeri vincenti della lotteria di San Bartolomeo: il ricavato della lotteria sarà devoluto al sostentamento della parrocchia di San Bartolomeo e per l’assistenza ai piu bisognosi.

Il programma prevede un ricco programma di giochi, racconti e storie: è possibile saperne di più?
Ci sarà il gruppo “Magi Show” formato da alcuni parrocchiani, persone che ogni anno si impegnano insieme a noi per rendere questa festa sempre più un’occasione per le famiglie di incontro vivo con il Signore, e che riproporrà anche quest’anno uno spettacolo di giochi di prestigio per i bambini con animazioni, sketch e musica intorno alla figura e storia di San Bartolomeo. Inoltre ci sarà anche la possibilità di scoprire i giochi dei nostri nonni e anche tanti altri giochi sorprendenti grazie a un nostro parrocchiano, Maurizio, che da anni mette a disposizione della comunità parrocchiale la sua passione e creatività eccezionali.

Già da tempo come fraternità vi occupate di questo momento forte di devozione popolare: qual è, dunque, il tuo messaggio per la festa?
Il nostro desiderio è invitare le persone che verranno per la tradizionale unzione a prendersi un po’ di tempo, grazie ai momenti di preghiera proposti, alla mostra e alle diverse animazioni di strada, per incontrare Gesù vivo e presente nella loro vita ed entrare così in relazione con la sua persona. Sentiamo infatti l’urgenza di far capire ai cristiani l’importanza di non limitarsi a ricevere una volta all’anno una semplice benedizione, che sicuramente non fa male ma certamente non salva e non cambia in meglio e in profondità la vita quanto un cammino di fede serio e continuativo.

Daniela Raspollini