Natale 2020: gli auguri del direttore

NATALE 2020

Perché ho scelto questa immagine* come espressione di auguri per  questo Natale 2020?

Ne ho scartate molte; alla fine, mi sono fermato su questa, perché mi è sembrata interpretare il tempo che viviamo: l‘immagine di questa Nascita (con la croce che viene portata via) meglio di altre, visivamente parlando, annuncia  la liberazione dalla morte e dal dolore.

Perché è quanto che ci auguriamo.

Certo, questo è il kairòs, il tempo opportuno, che ci è dato di vivere: un tempo di immenso dolore, di vera e inconsolabile strage, di lutti non vissuti, di progressiva caduta di certezza in campo scientifico, ma senza dubbio è l’occasione – da non sprecare – per tornare a fare di termini come ‘insieme, ‘comunità, ‘comunione’ il timone del nostro viaggio, tracciato tra confronti e riflessioni, nello scambio continuo tra identità personale e dimensione collettiva.

È il momento del “noi”, come scrive Massimo Recalcati, il momento in cui “la libertà non può essere vissuta senza il senso della solidarietà”; è il momento in cui siamo chiamati a ribaltare la nostra idea superficiale di libertà che “non è nostra proprietà”, che “non esclude affatto il vincolo ma lo suppone”.

La libertà non è liberazione dall’altro, ma è sempre iscritta in un legame.

La lezione che riceviamo dal ‘virus’ ci introduce nella “porta stretta della fratellanza”. Ed è per il ciclone di emozioni contrastanti, di gioie e di dolori, di soddisfazioni e di sconfitte, che dobbiamo imparare a dire grazie a quanti – in prima persona – si sono fatti e si fanno carico di tutte le fragilità di chi è colpito da un incubo mai visto.

“Con il Natale abbiamo capito … che non bisogna salire per incontrare il Signore, ma scendere, perché in Gesù Dio si è fatto profondamente umano e si è messo al servizio di tutti. Con Gesù Dio non deve essere più cercato, ma semplicemente accolto  (Gv 1,21). Egli è il Dio con noi (Mt 1,23), che chiede di andare, con lui e come lui, verso ogni persona”. (A. Maggi).

In fondo, il nostro destino più vero – come dice Papa Francesco – “è di essere trasformati dall’amore. Lungo il cammino della storia, la luce che squarcia il buio ci rivela che Dio è Padre e che la sua paziente fedeltà è più forte delle tenebre. In questo consiste l’annuncio della notte di Natale”.

Solo la follia di Dio (1Cor 1,25) ha potuto spingere l’Altissimo non solo a diventare un uomo, ma addirittura a rimanerlo. Con la nascita di Gesù, Dio non è più lo stesso e neppure l’uomo.

Più si è uomini, più si libera il divino che è già in noi.

 

Buon Natale a voi tutti e alle vostre famiglie.

 

Armando Bartolini

Direttore USD

 

*Marc Chagall, Natività (collezione privata) 1911.