Quale sicurezza senza umanità?

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato

Una serata per riflettere sul decreto sicurezza

Sabato 16 febbraio a Pistoia, presso la Sala Soci Unicoop Firenze (accanto al COOP.fi di Viale Adua), si svolgerà un incontro pubblico sul tema “Quale sicurezza senza umanità?” organizzato da numerose realtà pistoiesi per condividere un momento di riflessione sulle concrete conseguenze del decreto sicurezza sulla vita di tanti migranti, sulle buone pratiche di accoglienza e di inclusione sociale costruite nel nostro territorio e sulla sicurezza dei cittadini.
All’iniziativa interverranno Annalisa Camilli, Domenico Gallo e mons. Roberto Filippini, vescovo di Pescia.

Annalisa Camilli è inviata della rivista Internazionale che negli ultimi anni ha seguito le rotte dei migranti e i loro viaggi verso l’Europa e gli episodi più gravi di razzismo in Italia. Domenico Gallo è magistrato, giudice presso la Corte di cassazione, impegnato nel mondo dell’associazionismo, del movimento per la pace ed attivo nei Comitati per la difesa della Costituzione. Mons. Roberto Filippini, vescovo della Diocesi di Pescia è anche il delegato della conferenza episcopale toscana per il servizio della Carità; agli studi biblici ha unito l’impegno nonviolento come membro del gruppo “Franz Jägerstätter per la nonviolenza”.

L’incontro è promosso da: AGESCI Pistoia, Associazione Il Granello di senape, Associazione Palomar, Associazione PortAperta, Associazione San Martino de Porres, A.P.S. Oscar Romero, Bottega del Mondo L’Acqua Cheta, CeIS Pistoia, CGIL Pistoia, CNGEI Pistoia, CO&SO, Comitato provinciale ANPI Pistoia, Cooperativa Gli Altri, Coordinamento provinciale di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, Diocesi di Pistoia, Rete 13 Febbraio Pistoia, Rete Radié Resch – Casa della Solidarietà, Parrocchia di Marliana e Parrocchia di Santomato.

Alessandra Pastore
Referente Coordinamento provinciale Libera Pistoia




…sono immigrato e non so a chi rivolgermi?

Cosa devo fare se…

…Se sono immigrato e non so a chi rivolgermi?

La Caritas Diocesana di Pistoia invita tutti i cittadini con qualche difficoltà a fare accesso al proprio Centro di Ascolto, nel caso di situazioni particolari e specifiche come quelle relative alle problematiche legate al tema dell’immigrazione sono attivi diversi servizi (alfabetizzazione, accoglienza, assistenza legale) e sarà cura dei volontari indirizzare le persone verso quelli più adatti all’esigenze specifiche.

Caritas Diocesana di Pistoia
via Puccini 36 – 51100 Pistoia
Telefono: 0573 359610
E-mail: caritas@diocesipistoia.it
Orari: dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 13.00

Prova anche a contattare l’ufficio Migrantes diocesano

Via Puccini 36 – 51100 Pistoia (PT)
Telefono: 0573 359610
E-Mail: el_logos@live.it




IL FENOMENO DELLE MIGRAZIONI CON GLI OCCHI DELLA FEDE

ROMA – «Venticinque anni fa, la Commissione ecclesiale per le migrazioni pubblicava il documento Ero forestiero e mi avete ospitato, interpretando e accompagnando il fenomeno dell’immigrazione nei suoi inizi e sviluppi in Italia “con gli occhi della fede”. A venticinque anni di distanza avvertiamo la necessità, come pastori, di condividere una riflessione sul tema dell’immigrazione». Così i vescovi italiani si rivolgono alle comunità cristiane, nella lettera pubblicata lo scorso 20 maggio, che ricorda i venticinque anni del documento scritto nel pieno della prima grande crisi migratoria nel cuore del mediterraneo.

«L’immigrazione nel 1993 era un fenomeno “nuovo” ed emergente – si legge nel documento – di cui non si riusciva ancora a cogliere le dimensioni e le prospettive. Secondo i dati del Ministero dell’Interno gli immigrati regolari in Italia erano infatti 987.405, in maggioranza europei dell’Unione Europea e dell’Europa orientale». Oggi il totale dei migranti supera i 5 milioni, di cui, va detto, oltre la metà è rappresentato da donne, bambini e minori non accompagnati. Una semplice rassegna dei dati può smontare alcuni luoghi comuni e mettere a fuoco il fenomeno migratorio.

Chi sono i migranti presenti nel nostro paese? Forse sorprende sapere che oltre il 50% dei migranti proviene principalmente dall’Europa Centro-Orientale; capolista la Romania con il  22,9% del totale e a seguire Albania, Marocco, Cina e Ucraina. La nota della CEI ci illustra altri dati significativi: «Nel 2016 circa 24.000 sono stati i matrimoni misti o tra immigrati (14,1% del totale dei matrimoni); 72.000 i nuovi nati da famiglie straniere (14,8% sul totale)». Numeri importanti che rivelano, per contrasto, la flessione di matrimoni e nascite in un paese sempre più vecchio.

E i rifugiati e richiedenti asilo? «Alla fine del 2017 erano in accoglienza nel nostro Paese 183.681 richiedenti asilo e rifugiati: appena il 3 per mille dei residenti».

Se i migranti crescono, occorre tenere presente anche gli italiani hanno lasciato il paese con una cifra in costante aumento. In 25 anni circa 5 milioni sono emigrati, raggiungendo il numero dei nuovi arrivati.

I Vescovi italiani – negli Orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020 – hanno ricordato che il fenomeno delle migrazioni è «senza dubbio una delle più grandi sfide educative».  D’altra parte non si possono negare le criticità di un contesto socio economico per niente roseo in cui «l’altro è visto come un concorrente e non come un’opportunità per un rinnovamento sociale e spirituale e una risorsa per la stessa crescita del Paese». Eppure, affermano i vescovi «l’opera educativa deve tener conto di questa situazione e aiutare a superare paure, pregiudizi e diffidenze, promuovendo la mutua conoscenza, il dialogo e la collaborazione».

«Riconosciamo – si legge nel documento – che esistono dei limiti nell’accoglienza. Al di là di quelli dettati dall’egoismo, dall’individualismo di chi si rinchiude nel proprio benessere, da una economia e da una politica che non riconosce la persona nella sua integralità, esistono limiti imposti da una reale possibilità di offrire condizioni abitative, di lavoro e di vita dignitose».

Allo stesso tempo, si precisa nel documento che «il primo diritto è quello di non dover essere costretti a lasciare la propria terra. Per questo appare ancora più urgente impegnarsi anche nei Paesi di origine dei migranti, per porre rimedio ad alcuni dei fattori che ne motivano la partenza e per ridurre la forte disuguaglianza economica e sociale oggi esistente». Non è pensabile leggere il fenomeno migratorio senza questo sguardo globale, in cui molti fattori dell’immigrazione sono frutto di scelte politiche ed economiche discutibili dei paesi più ricchi. «Occorre dunque – è uno dai passi più forti del documento – pensare in grande per agire “politicamente” in senso forte e responsabile, così da colpire efficacemente, ovunque si trovino, poteri e persone che prosperano sulla morte degli altri, cominciando dai trafficanti di armi fino a quelli di esseri umani».

Le migrazioni, d’altra parte sono un inequivocabile segno dei tempi. «Leggere le migrazioni come “segno dei tempi”» e un presupposto necessario che chiede «uno sguardo capace di andare oltre letture superficiali o di comodo, uno sguardo che vada “più lontano” e cerchi di individuare il perché del fenomeno». La lettura della realtà invita a comprendere che non c’è altra via rispetto all’integrazione; un obiettivo che il documento propone di raggiungere a tappe.

  1. Dalla paura …all’incontro

Il primo passo è individuato nel primo incontro, dove ci si deve confrontare con la diversità. Ed è in questa diversità che emerge la paura: «la mia paura e quella che prova lo straniero. La sua paura – si precisa nella nota– è quella di chi è venuto in un mondo a lui radicalmente estraneo, dove non è di casa e non ha casa, un mondo di cui non conosce nulla. La mia è quella di ritrovarmi di fronte ad uno sconosciuto che è entrato nella “mia” terra, che è presente nel “mio” spazio e che, nonostante sia solo, mi lascia intravvedere che forse molti altri lo seguiranno». «Queste paure sono legittime, – ha ricordato recentemente papa Francesco – Avere dubbi e timori non è un peccato. Il peccato è lasciare che queste paure determinino le nostre risposte, condizionino le nostre scelte, compromettano il rispetto e la generosità, alimentino l’odio e il rifiuto».

Per passare dalla paura all’incontro occorre intraprendere «un cammino esigente e a volte faticoso a cui le nostre comunità non possono sottrarsi, ne va della nostra testimonianza evangelica. Si tratta di riconoscere l’altro nella sua singolarità, dignità, valore umano inestimabile e desiderare di fargli posto, di accettarlo. Tutto ciò senza rinnegare la nostra cultura e le nostre tradizioni, ma riconoscendo che ve ne sono altre ugualmente degne».

  1. Dall’incontro …alla relazione

Solo «da un incontro vero nasce la relazione e il dialogo (…) Un dialogo che non ha come fine l’uniformità, ma il camminare insieme, il ricercare un “consenso”, un senso condiviso a partire da presupposti differenti. È nel dialogo, allora, che si modificano i pregiudizi, le immagini, gli stereotipi (…) siamo interrogati sulle nostre certezze e sulla nostra identità». Le reazioni di rigetto che talvolta suscita l’immigrazione, in altre parole, non fa altro che mettere in luce «un atteggiamento presente nelle società occidentali e che non le è direttamente connesso: il crescente individualismo».

  1. Dalla relazione… all’interazione

Il passaggio più difficile è l’ultima tappa del cammino: l’integrazione, ovvero «un processo che non assimila, non omologa, ma riconosce e valorizza le differenze; che ha come obiettivo la formazione di società plurali in cui vi è riconoscimento dei diritti, in cui è permessa la partecipazione attiva di tutti alla vita economica, produttiva, sociale, culturale e politica, avviando processi di cittadinanza e non soltanto di mera ospitalità». Un passaggio in cui la Chiesa non può certamente fare tutto, ma può accompagnare, sussidiariamente, lo Stato e le istituzioni internazionali.




IL FENOMENO DELLE MIGRAZIONI: UN CONVEGNO IN SEMINARIO

“Le politiche migratorie in Italia e in Europa” un convegno a cura dell’Ufficio Migrantes della Diocesi di Pistoia.

Un incontro di approfondimento a cura dell’ufficio Migrantes diocesano

PISTOIA – La complessa e delicata realtà del fenomeno migratorio assume oggi un’importanza cruciale, ed è oggetto di discussione quotidiana a livello istituzionale, sia nazionale che locale. Quali sono le cause del fenomeno migratorio? Quali sono le politiche che Italia e Unione Europa hanno messo in campo per gestire le questioni più critiche?

Di questo e altro si parlerà nel corso di un convegno organizzato dall’Ufficio Migrantes della diocesi di Pistoia, dal titolo: “Le politiche migratorie in Italia e in Europa”, che avrà luogo sabato 10 febbraio a partire dalle ore 10, nell’aula magna del seminario vescovile di Pistoia (Via Puccini 36).

Esperti di livello nazionale affronteranno il tema dell’immigrazione alla luce di diversi punti di vista tematici: giuridici, sociologici, politici. Daranno il loro contributo Cristina Molfetta, responsabile dell’area ricerca sul diritto d’asilo della Fondazione Migrantes e delegata del gruppo tecnico asilo e migrazione della Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea (COMECE); Luca Insalaco, avvocato, reporter autore del Rapporto Immigrazione della Fondazione Migrantes, Alketa Metani, praticante avvocato. Introduce e modera la dr.ssa Ornella Feraci, ricercatrice in diritto internazionale presso l’università di Siena.

Porterà il suo saluto mons. Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia.

 




DOMENICA 14 LA GIORNATA MONDIALE DEI MIGRANTI IN DIOCESI

Appuntamento a domenica 14 gennaio in Cattedrale per la Santa Messa “multietnica” presieduta dal Vescovo

PISTOIA – Una serata di festa e condivisione e una sessione di studi per vivere al meglio la giornata mondiale dei migranti. Queste le iniziative dell’ufficio migrantes in programma per domenica 14 gennaio nella Cattedrale di San Zeno e per il 10 febbraio in seminario vescovile.

«Il fenomeno migratorio come ben sappiamo è assai complesso, anche perché assistiamo ad un passaggio dal mondo multiculturale al mondo interculturale – afferma  don Elia Matija, direttore dell’ufficio migrantes –. Ed è in questo contesto che siamo chiamati a saper leggere i “segni dei tempi” perché spesso si affronta e si interpreta questo fenomeno solo con le categorie sociologiche, politiche ed economiche.

L’ufficio, composto da una èquipe che garantisce un respiro diocesano, coinvolge persone impegnate in diversi ambiti sociali e istituzionali e si propone quale presenza attiva ed efficace per la pastorale dei migranti e dei rifugiati».

Quest’anno la giornata dei migranti prevede due appuntamenti distinti: il primo avrà luogo nel pomeriggio del 14 gennaio. Alle 15.30 sarà celebrata la Santa Messa in Cattedrale presieduta dal nostro vescovo Fausto e animata dalle varie comunità etniche presenti in diocesi, seguita, alle 17, da  un momento di convivialità nell’atrio del Comune con cibi, canti e danze tradizionali delle varie etnie.

Il secondo appuntamento è previsto per il prossimo 10 febbraio alle ore 10 nell’aula magna del seminario vescovile, per una giornata di studi dedicata al fenomeno migratorio e alle sue principali problematiche. Daranno il proprio contributo la prof.ssa Cristina Molfetta, saggista, antropologa esperta di cooperazione internazionale e coordinatrice dell’ufficio migrantes della diocesi di Torino; l’avvocato Luca Insalaco di Palermo specializzato in politiche di immigrazione; l’avvocato Alketa Metani che ci parlerà sul fenomeno migratorio in Toscana.

(redazione)