Tardelli: Nella Pasqua la novità che cambia la storia
Nell’omelia del giorno di Pasqua il vescovo ricorda che «La Resurrezione di Gesù è il fatto che cambia le previsioni e chiede di costruire un altro mondo»
«Con la crocifissione di Gesù e la sua sepoltura, tutto sembrava davvero finito. E finito miseramente». Così il vescovo Tardelli ha iniziato la sua omelia della Santa Messa di Pasqua, tutta incentrata sui venti di guerra che soffiano sul mondo intero. «La voce del Messia che aveva predicato il Regno di Dio, un mondo nuovo di amore, era stata messa definitivamente a tacere ha affermato il vescovo -. Il gruppo dei seguaci che avevano seguito il maestro, appariva diviso e disperso. Alcuni avevano tradito e rinnegato il maestro. Tutti erano fuggiti via, terrorizzati. Tutto sembrava davvero finito. Solo gente avversa a gridare “crocifiggilo, crocifiggilo!” Il sogno di quel regno di Dio di giustizia e di pace, svanito nel nulla; sepolto insieme al corpo senza vita di Gesù, un progetto fallito. Carissimi, questo sangue sconfitto viene versato molte volte nella storia degli uomini, purtroppo. Lo vediamo terribilmente anche in questo mese e mezzo, angosciante, terribile, assurdo, orribile. Insieme al sangue vediamo le distruzioni, gli stupri, la barbarie e l’aberrazione dell’intelligenza applicata a creare strumenti di morte sempre più sofisticati».
«Di fronte a tutto questo – ha annotato ancora Tardelli – verrebbe sicuramente da scoraggiarsi, come davanti al crocifisso. Verrebbe da confermarci nell’amara constatazione che è tutto inutile, che non c’è speranza, non c’è e non ci sarà mai giustizia, che sempre e comunque prevarranno l’ingiustizia del potere, la malvagità degli uomini, il diritto del più forte. E questa amara constatazione – diciamolo subito – avrebbe dalla sua mille e mille ragioni, se non ci fosse un “ma”. Se non ci fosse un “ma” nella storia che si pone come una zeppa che blocca l’ingranaggio delle cose del mondo, che butta all’aria le previsioni troppo umane, che rompe con l’inevitabile e pone, nella storia, una reale novità, un reale mutamento di direzione, una reale inversione di tendenza. Questo “ma” è la resurrezione di Gesù di Nazaret. Questa novità è la vittoria sulla morte del Signore Gesù. La zeppa posta da Dio a bloccare l’ingranaggio mortale innescato dal maligno per rovinare l’uomo è la resurrezione di colui che è stato trafitto, del crocifisso. Da quel mattino di Pasqua, per quelle donne e per quegli uomini i problemi non vennero meno, ma nacque nei loro cuori la speranza. Da quel sabato si è immessa nella storia un’energia così potente che ha permesso a una moltitudine di uomini e di donne lungo i secoli di sperimentare il coraggio nella lotta per il bene, la gioia che conquista le profondità dell’anima, l’amore incondizionato alla vita, la libertà che vince ogni catena.
Ma come per quelle donne e quegli uomini, la resurrezione di Gesù mutò le cose, così sia anche per noi, quest’oggi, per camminare ogni giorno nella vita come uomini rinati a vita nuova, affrontando con fortezza tutte le prove della vita e provando a cambiare la società. La Pasqua del Signore è la nostra forza e la nostra speranza! Di più: è la nostra certezza. Il mio augurio allora oggi è che non disperiamo ma, rinnovando la nostra fede nel Cristo morto e risorto, ci impegniamo a costruire un mondo migliore secondo il pensiero di Dio, a partire dal nostro piccolo mondo.
I miei auguri sono anche un invito a pregare perché si disarmino le menti, i cuori e le mani. E a non dimenticarci di tutti coloro che soffrono e piangono in particolare tutte le vittime innocenti di questa maledetta guerra. La luce folgorante della resurrezione del Signore ci dà forza per camminare cercando giustizia e vera libertà, testimoniando l’amore che vince su ogni cosa».