Tornano i monaci in monastero
La fraternità apostolica di Gerusalemme si è insediata nell’antico monastero di san Bartolomeo
Dopo duecento anni l’antico monastero di san Bartolomeo rivede nelle sue mura una fraternità d’ispirazione monastica. Ritornerà nell’antica chiesa abbaziale il canto delle lodi e dei vespri e dei religiosi ritorneranno a vivere, e a far rivivere, la spiritualità monastica che per la prima volta da qui fece ingresso nella città di Pistoia.
Il monastero di san Bartolomeo infatti, fu fondato nel 727 e abitato da monaci benedettini fino al 1440 circa; successivamente arrivarono i Canonici Lateranensi dell’ordine di s. Agostino, una sorta di monaci apostolici, che tennero l’abbazia prodigandosi in tante opere di apostolato, di carità e di aiuto sociale fino alla metà del 1700. A loro si deve l’introduzione dell’usanza di praticare nel giorno della festa del santo titolare, il 24 agosto, un’unzione sulla fronte dei bambini (per preservarli dalle insidie degli spiriti).
Dopo la soppressione dei Canonici Lateranensi nel 1779, l’abbazia ritornò ad essere benedettina con i Vallombrosani, i quali rimasero fino al 1834, anno in cui morì l’ultimo monaco e abate. Da quel momento la grande abbazia rimase disabitata e fu smembrata in diverse parti. L’antica Abbazia successivamente fu soppressa e la chiesa trasformata in parrocchia (di san Bartolomeo) fu retta dal clero diocesano.
Il vescovo di Pistoia monsignor Tardelli ha voluto, da qualche anno, affidare questo luogo alla Fraternità apostolica di Gerusalemme, realtà di ispirazione monastica la quale si è insediata il giorno 18 luglio, nella pur ridotta dimora dell’abbazia. È abbastanza normale per i luoghi monastici essere abitati alternativamente da comunità fra loro diverse come origine e spiritualità, pur avendo in comune l’ispirazione monastica del servizio di Dio tramite la preghiera e l’accoglienza. Il monachesimo è un fenomeno antico ed è presente anche nelle religioni non cristiane, e rappresenta l’anelito dell’uomo alla ricerca dell’Assoluto e a stabilire un contatto con Lui attraverso una vita di preghiera e di obbedienza pacifica alla Sua Parola.
Chi sono i monaci nella città
La fraternità apostolica di Gerusalemme: “nel cuore della città nel cuore di Dio”
La nostra fraternità di Gerusalemme è nata a Pistoia nel 2000 con P. Giordano Maria Favillini. Siamo un piccolo ramo della Fraternità Monastica fondata da P. Pier Marie Delfieux nel 1975 a Parigi (dopo un’esperienza di due anni nel deserto dell’Assekrem) e oggi presente in vari paesi d’Europa. P. M. Delfieux nel silenzio e nella solitudine del Sahara ebbe la chiamata verso un monachesimo cittadino che potesse costituire un’oasi nel deserto urbano delle nostre città contemporanee.
Le nostre comunità, poste e volute nel cuore delle città dal nostro fondatore, hanno la missione -oggi più che mai urgente- di essere luogo di preghiera e silenzio, offrendo a tutti coloro che lo desiderano la possibilità di fermarsi per trovare nella quotidianità un momento di pace e di ristoro spirituale attraverso l’adorazione eucaristica, le liturgie cantate a quattro voci in polifonia e la bellezza dei luoghi di culto che con la loro arte hanno il potere di elevare lo spirito e di rinfrancare l’anima.
Il nostro “Libro di vita”, che è il tracciato della nostra vita spirituale, al capitolo “Nel cuore della città, nel cuore di Dio” riprendendo le parole di Gesù «Padre, non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal maligno» (Gv 17,15) dice: «queste sono le parole che orientano tutta la nostra vita. Poiché l’uomo è la più bella immagine di Dio, monaci e monache vogliono pregare ed incontrare Dio attraverso la città degli uomini, vogliono servire gli uomini, testimoniando con una vita attiva, contemplativa e fraterna la presenza di Dio nel cuore del mondo. Monaci e monache desiderano mettere la preghiera nella città e portare la città nella loro preghiera».
La nostra fraternità ha una dimensione apostolica che la colloca in mezzo alla gente per annunciare il Vangelo e guidare le persone all’incontro con Gesù. Nel nostro carisma c’è una missione che ci spinge all’annuncio e ad un apostolato nelle città in accordo con le indicazioni del nostro vescovo. La missione apostolica che monsignor Tardelli affida alle nostre Fraternità (maschile e femminile) in San Bartolomeo contiene la novità di non essere più strettamente parrocchiale, per aprirsi ad esigenze diverse e più urgenti del quartiere e dell’intero centro città. Quello che possiamo donare alla città sarà attinto dalla radice del nostro carisma, attraverso una preghiera intensa e prolungata, sia personale, sia comunitaria e nel canto dell’ufficio divino siamo chiamati a donare accoglienza e ascolto a tutti coloro che sentono il desiderio di riposarsi e ristorarsi in Dio.
L’antico monastero di S. Bartolomeo da poco abitato dalla Fraternità Apostolica di Gerusalemme, non dovrà rappresentare solo l’abitazione dei monaci, né solo un luogo di culto e di preghiera, ma vorremmo che diventasse un centro spirituale, un cuore vivo e pulsante di carità capace di armonizzare e tenere insieme azione e contemplazione, apostolato e preghiera, una base da cui partire verso le strade delle città per evangelizzare, portando nei contesti che incontreremo la gioia del Dio vivo e risorto.
Fr. Antonio Benedetto Sorrentino