Un aiuto per i migranti sulla rotta balcanica

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Domenica 21 marzo una raccolta straordinaria nelle parrocchie per i fratelli e le sorelle dei campi profughi in Bosnia

Una terra già martoriata negli anni 90 da guerre, massacri e sfollamenti, oggi è la nuova frontiera dell’immigrazione, ad est del nostro continente. Una vicenda che la diocesi sta seguendo con attenzione assieme alle altre chiese Toscane. In questo quadro nasce l’iniziativa di Caritas, Migrantes e Ufficio Missionario che insieme propongono un’iniziativa di sostegno alle zone colpite dall’emergenza umanitaria.

«Quello che sta succedendo in Bosnia è una questione drammatica e dolorosa – si legge in una nota Caritas – che si trascina da anni. Molti migranti restano intrappolati dalla neve, dal gelo, dalle frontiere chiuse, dalle violenze delle diverse polizie di frontiera, dai respingimenti, dal silenzio e dall’ambiguità politica dell’Unione Europea che hanno di fatto annientato i diritti di queste persone. Questa situazione necessita, oltre che di una sana indignazione e denuncia, anche di una forte risposta di generosità. Per questo motivo i tre uffici pastorali a livello diocesano (Migrantes, Caritas e Missionario) in accordo con il nostro Vescovo Fausto, si fanno promotori di una iniziativa di raccolta fondi per domenica 21 marzo da svolgere presso le parrocchie nella liturgia domenicale».

Famiglie in fuga, tra guerre e violenze

La rotta balcanica è ufficialmente chiusa dal marzo 2016 da quando l’accordo tra Ue e Turchia è entrato in vigore; in realtà nel corso del 2018, più di 60mila migranti sono stati registrati dalle autorità dei paesi dei Balcani occidentali. Si tratta di famiglie in fuga da guerre e violenze nei loro paesi d’origine: Siria, Afghanistan e Pakistan; che si dirigono verso la frontiera con la Croazia per cercare di attraversare i confini con l’Unione Europea. La sorveglianza dei confini e la brutalità della polizia ungherese contro i migranti hanno spalancato le porte a una nuova rotta attraverso i Balcani, che attraversa Albania, Montenegro e Bosnia. E così il commercio clandestino di essere umani ha raggiunto anche la Bosnia. Qui i rifugiati pagano i contrabbandieri per il passaggio in Croazia o in Slovenia, altri tentano di attraversare il confine su camion o treni. La maggior parte ancora cerca di entrare in territorio croato a piedi.

In Bosnia stiamo assistendo oggi a una gravissima violazione dei diritti umani nei confronti dei migranti

La gestione dei migranti in Bosnia è infatti precipitata negli ultimi giorni. La chiusura del campo profughi “Bira” a Bihac e il trasferimento forzato di circa 600 persone nella tendopoli di Lipa ha saturato la struttura. Il campo Lipa era inizialmente pensato come una sistemazione provvisoria e si trovava già in condizioni largamente inadeguate per affrontare l’inverno: situato in una zona impervia di montagna è senza acqua potabile, elettricità, riscaldamento. Il campo, non più utilizzabile e interamente distrutto da un recente incendio, è l’unico riparo per le oltre 900 persone rimaste al Lipa.

I fondi raccolti dovranno pervenire alla nostra Caritas diocesana che li girerà a Caritas Italiana, che è presente da anni ed è impegnata con i propri operatori e volontari nella distribuzione di cibo e di abbigliamento invernale (scarpe, giacche a vento, sciarpe, cappelli) e soprattutto di legna da ardere, per consentire ai migranti di scaldarsi.

I versamenti sul conto della Caritas, specificando la causale “Emergenza umanitaria migranti in Bosnia”:

Banco BPM: IT19E0503413801000000001343

Poste: IT43T0760113800000010900512.

Grazie per la vostra generosità.